Ballerina a Londra: “In Italia bellissimi teatri e pochi soldi. Vorrei tornare, ma non posso”

“Le persone pensano di attendere sempre il treno giusto che passa. A volte arriva, altre no. Bisogna avere il coraggio di partire. Io lo rifarei altre cento volte”. Dopo aver studiato alla Scala di Milano ed essersi diplomata alla Royal Ballet School, Alice Bellini è oggi ballerina all’English National Ballet, a Londra. Nel 2017 si è unita al gruppo, nel 2023 è diventata prima artista. Nel 2024, solista, in una delle quattro principali compagnie di balletto in Gran Bretagna.
Classe 1998, Alice ha lasciato Milano e l’Accademia della Scala giovanissima, scegliendo l’Europa per seguire il suo sogno di danzatrice. Eppure “non ho iniziato con la danza – ricorda – ma ho praticato nuoto sincronizzato fin da piccola”. Alice si avvicina alla danza grazie a sua mamma e alla spinta, alla passione e alla fiducia che riceve dalla sua insegnante, Irina, che “mi ha fatto innamorare di quest’arte. Ancora oggi mi rivolgo a lei per qualche dubbio o consiglio”, racconta. Una volta entrata all’Accademia della Scala, Alice ci rimane per sei anni. D’estate, poi, partecipa a programmi formativi intensivi in scuole europee (Amsterdam, Madrid, Praga) per “conoscere nuove tecniche e arricchirmi personalmente”. La svolta arriva proprio nell’estate del 2015, quando Alice ha la possibilità di prendere parte a una summer school intensiva a Londra, ospite della Royal Ballet: “Lì mi è stata offerta una borsa di studio per entrare ufficialmente a far parte della scuola”. Alice in una settimana ha preso la decisione, con il supporto della sua famiglia e dell’insegnante che l’ha cresciuta: trasferirsi, a 17 anni, in Inghilterra. “La curiosità di conoscere nuovi metodi e realtà è stata uno dei principali motivi che mi ha spinto a lasciare l’Italia. Volevo aprirmi a nuove opportunità e lavorare con insegnanti e coreografi nuovi”.
A Londra finisce gli studi e si diploma. A 19 anni le viene offerto un contratto di lavoro: da otto anni, così, lavora con l’English National Ballet, una delle più importanti compagnie di tournée in Europa, esibendosi nei teatri di tutto il Regno Unito e in tour internazionali. Una scelta che rifarebbe, dice, ogni giorno, senza ripensamenti. Per lei Londra è una città piena di ispirazione e opportunità, soprattutto nel mondo della danza, oltre che al mondo artistico in generale. Nella capitale britannica l’arte è “molto valorizzata”, i teatri sono “sempre pieni”: trasferirsi all’inizio è stato difficile, ma pian piano l’adattamento è stato dolce, tra il quartiere di Shoreditch, tra negozi e locali vintage, e Canary Wharf, che dà l’impressione di una piccola New York. Fare danza vuol dire disciplina e lavoro, spiega. “Siamo molto seguiti dal punto di vista medico e muscolare: c’è un personal trainer e un team medico che ci assiste. Anche se non rinuncio mai alla pasta o alla pizza”, sorride. “Mi alleno tante ore, a volte anche durante la pausa pranzo: ma se non mangio non ce la faccio!”.
All’English National Ballet si inizia tutti i giorni alle 10 con una lezione di riscaldamento di un’ora e 15 minuti che per i ballerini “è forse il momento più importante della giornata: ci serve per preparare il corpo alle prove e al tipo ti repertorio che si sta affrontando”, spiega. Dopo 15 minuti di pausa si iniziano le prove vere e proprie con i ruoli in cartellone: “Si va avanti di solito dalle 11.30 alle 18, con un’ora di pausa pranzo”. Questo programma di lavoro vale per tutti i giorni della settimana, tranne la domenica. “Durante il periodo degli spettacoli, invece, le prove possono durare fino alle 22. Sono giornate lunghe, ma con una giusta concentrazione e preparazione fisica non è mai un problema”.
Appena può, Alice torna nella sua Milano. Ma l’obiettivo è quello di vivere a Londra ancora a lungo. “Per me, ormai, è diventata casa”, sorride. Per lei, che ha iniziato la carriera con la voglia di arrivare ad alti livelli, essere in Inghilterra significa andare a vedere spesso spettacoli, opere in prosa, esibizioni “per trovare nuove ispirazioni e aprire la mente in ogni ambito che la città ha da offrire”. Essere tra le ballerine della scuola che, tra gli altri, ha ospitato Roberto Bolle, è una punta di orgoglio per la danzatrice milanese. “Mi piace tenermi sempre occupata lavorando in studio, facendo tanta pratica e osservando molto”, aggiunge Alice, che insieme alla compagnia partecipa inoltre a laboratori per coinvolgere nella danza ragazzi e ragazze con disabilità.
Lo spettacolo più bello? Il lago dei cigni, “il più difficile, con quattro ore di ballo. È quello che alla fine ti fa chiedere “è davvero per questo che ballo”. “Tutto il nostro lavoro – osserva – è con la valigia in mano: partire, e farlo da giovane, mi ha aiutato a preparami a vivere così. Andare all’estero mi ha aperto gli orizzonti: ho imparato l’inglese, che uso dappertutto. L’Italia è aperta, ma non come sono qui a Londra. Ed è un peccato”. “In Italia – conclude – ci sono dei bellissimi teatri che purtroppo non vengono usati abbastanza, forse per mancanza di fondi. Mi piacerebbe tantissimo tornare nel mio Paese, ma le possibilità che mi dà Londra sono quello che cerco”.
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