Un film sulle Langhe quando non erano ancora le Langhe: ecco cos’è Onde di terra

Poesia pura emerge da Onde di terra, visto in anteprima torinese al Museo del Cinema di Torino. Un film ben scritto, ben diretto, ben recitato, ben musicato e con una fotografia esaltante che trasporta direttamente negli anni 70, quando le Langhe non erano ancora le Langhe – come dice Carlin Petrini – in piena forma nel presentarlo: ai tempi la fatica era tanta e la miseria era nera.
Carlin, da gran affabulatore, diverte, strappa applausi e sorrisi ma rimarca il fatto che i “fighetti” di oggi, nipoti di quei solidi, ruspanti contadini, non immaginano minimamente – intrappolati in auto ed abiti lussuosi – quella dura realtà. Oggi, dice Carlin, le Langhe sono diventate un luogo da ricchi villeggianti e turisti, un luogo sofisticato, glamour, non si trova piu un oste ed è tutto rarefatto. I paesaggi bellissimi, per fortuna sono rimasti, i prezzi dei terreni agricoli alle stelle, molto più delle abitazioni, tant’è che molti vignaioli, ed aggiungo io per fortuna, comprano, ad un terzo della terra, gli splendidi castelli nobiliari.
A rischio spopolamento per la fuga nelle città, molti paesi negli anni 70 si trovarono solo con vecchi e qualche giovanotto, costretto a rimanere in solitudine, senza amici e possibilità di incontrare ragazze, a lavorare la terra. Così per tentare un ripopolamento, e non farli cadere in depressione, sorsero i “bacialè” , come chiamano da quelle parti “i sensali”. Scelsero la Calabria come terra di conquista, prima attraverso lettere scritte dal colto del paese, poi con viaggi mirati, appena la ragazza sembrava interessata al pretendente.
E qui si dipana il racconto di Fulvia da Brancaleone, la “calabresotta”, come venivano chiamate, innamorata di Pavese, amore trasmessole dalla mamma che lo aveva conosciuto durante un breve confino nell’Aspromonte. Arrivata in Piemonte, a Santo Stefano Belbo, scopre una realtà diversa: il ragazzo non è quello delle delicate lettere piene di poesia ma un ruvido contadino.
Affascinata però dal paesaggio, Fulvia riesce ad inculcargli con pazienza il suo sapere e lui ad insegnarle il duro lavoro della terra, che lei non disdegna trovandone motivazioni.
Il film che ha una splendida fotografia ma ha molti contenuti storici, sociologici e politici, è stato reso possibile grazie ad un produttore indipendente, un imprenditore informatico, titolare della Siscom, Renato Sevega, di quelle zone, come langaroli sono il regista Andrea Icardi, gli attori Erica Landolfi, Paolo Tibaldi, Lucio Almasso, Sandrea Forlano, il direttore della fotografia, Lorenzo Gambarotta e l’autore della struggente, bellissima colonna sonora Enrico Sabena.