Ecco il ‘patto’ dell’Eurogate: 15mila euro all’autore della lettera pro-Huawei e 1.500 ai firmatari

Secondo gli inquirenti era questo lo schema del presunto sistema corruttivo. E a redistribuire i soldi sarebbe stata Lucia 'Luciana' Simeone

Era Lucia Luciana Simeone, l’assistente del capodelegazione di Forza Italia all’Europarlamento, Fulvio Martusciello, a redistribuire le mazzette pagate, secondo quanto sostiene la Procura federale belga, dai lobbisti di Huawei agli europarlamentari firmatari della lettera contro le restrizioni in tema di 5G al centro delle indagini che hanno di nuovo terremotato i palazzi di Bruxelles. Elementi “gravi e sufficienti“, secondo chi indaga, a legittimare gli arresti e le perquisizioni svolte dal 13 marzo scorso e a svelare quello che viene definito il “patto” tra i rappresentanti del colosso cinese della tecnologia e i membri della Plenaria.

L’accordo, secondo quanto trapela, era chiaro: 15mila euro di compenso all’autore delle lettere inviate ai vertici della Commissione europea e 1.500 euro ai restanti europarlamentari cofirmatari. Non è ancora ben chiaro quante siano le missive inviate in totale, anche se da quanto si apprende sono due le lettere spedite a Palazzo Berlaymont., una delle quali porta la prima firma dell’autore, Martusciello, e quelle di altri sette membri dell’Eurocamera: Giuseppe Milazzo, Herbert Dorfmann, Aldo Patriciello, Giuseppe Ferrandino, Cristian-Silviu Busoi, Daniel Buda e Ciuhodaru Tudor.

In un’intercettazione durante un colloquio in auto con un collega belga, datata settembre 2024, il capo dell’ufficio di Huawei a Bruxelles, Valerio Ottati, potrebbe aver aperto un’altra pista utile agli investigatori. “Noi spesso oltrepassiamo il limite. Paghiamo per gli emendamenti“, aveva confessato. E cercando tra risoluzioni, proposte e lavori delle varie commissioni parlamentari, Ilfattoquotidiano.it è riuscito a individuare un voto in particolare: quello sul Rapporto sulle politiche di concorrenza 2020 in commissione Problemi Economici e Monetari (ECON). In quell’occasione, proprio Martusciello, relatore ombra della bozza in esame al Parlamento Ue, ha presentato cinque emendamenti a sua firma che, direttamente o indirettamente, favorivano Huawei nella corsa al 5G europeo.