È ormai da qualche settimana che in Italia una nuova truffa telefonica si sta diffondendo, con messaggi che arrivano sui cellulari di molti italiani. Finti recruiter contattano le vittime dicendo di avere ricevuto il loro curriculum e invitano ad aggiungili su WhatsApp “per parlare di lavoro”. Sul caso è intervenuto il Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) ricordando che si tratta di una frode particolarmente subdola non solo perché sfrutta il prefisso italiano (+39) per garantire all’utente maggior affidabilità e fargli abbassare la guardia, ma anche perché fa leva sulla crisi occupazionale in corso.
“Ancora una volta ci troviamo di fronte a una truffa che sfrutta l’ansia da ricerca di lavoro e la buona fede delle persone“, ha dichiarato Francesco Luongo, portavoce nazionale di Mdc, sottolineando la necessità che i consumatori prestino maggior attenzione, senza cadere nelle trappole di proposte ingannevoli e facili guadagni. “Serve – aggiunge Luongo – un rafforzamento dei controlli da parte delle autorità per contrastare questo fenomeno che colpisce soprattutto chi si trova in una situazione di vulnerabilità economica“, per lo più i giovani, la cui scarsa familiarità con le dinamiche del mercato del lavoro e la pressione sociale e psicologica di trovare un lavoro li rendono bersagli ideali.
Il Movimento Difesa del Cittadino invita alla massima prudenza, ricordando che nessun serio datore di lavoro propone offerte attraverso chiamate preregistrate e link a chat su WhatsApp. Le procedure da adottare restano sempre le stesse: non rispondere e bloccare il numero sospetto, non avviare in nessun caso conversazioni né cliccare link di rimando, e verificare l’identità delle aziende rivolgendosi alle autorità in caso di dubbi o truffe subite.
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