Var, finalmente la svolta in Italia: si sentirà l’audio dell’arbitro che spiega la sua decisione

Milan-Inter, semifinale di Coppa Italia, l’arbitro viene richiamato al Var per assegnare il rigore decisivo. Ma stavolta spiega la sua decisione a tutti gli spettatori, spegnendo dietrologie e polemiche. Come nel rugby. È quanto potrebbe succedere già la settimana prossima, nell’attesissimo derby di coppa che adesso diventa ancora più speciale per un’altra ragione: per la prima volta nella storia del calcio potremo ascoltare direttamente dalla voce del direttore di gara le ragioni dei suoi fischi.
La sperimentazione, in accordo con Figc e Associazione arbitri, varrà solo per le semifinali di Coppa Italia (il derby appunto, e Empoli-Bologna), e limitatamente alle revisioni Var, mentre già dalla prossima di campionato verrà integrato il segnale del VARDict (ovvero le grafiche televisive) sui maxischermi degli stadi, informando così gli spettatori presenti di un eventuale check in corso. La Serie A fa seguito a quella che era stata la principale novità dell’ultimo meeting a inizio marzo dell’IFAB, l’organismo internazionale che si occupa della modifica ed innovazione delle regole del gioco del calcio: il debutto era previsto in occasione del prossimo Mondiale per Club Fifa a giugno, ma l’Italia – che è sempre stata all’avanguardia in materia (l’ex presidente Tavecchio fu tra i primi a introdurre il Var; mentre Andrea Butti, capo delle competizioni della Lega Calcio, è appena entrato nell’advisory panel dell’IFAB) ha ulteriormente bruciato i tempi.
Si tratta di una piccola rivoluzione, a suo modo, che va nella stessa direzione che il calcio ha meritoriamente intrapreso da qualche anno, resistendo ai rigurgiti reazionari che ogni tanto si ripresentano. Non solo la tecnologia, ma anche il dialogo, perché se spiegato persino l’errore più grave può diventare comprensibile, e magari accettabile. OpenVar, la trasmissione in cui l’Aia la domenica commenta gli episodi più controversi della giornata, è stato il primo passo (nonostante il format abbia ancora tanti limiti e spesso si risolve in una specie di autoassoluzione, in assenza di un vero contraddittorio). Il prossimo – ne eravamo convinti e lo avevamo ripetuto più volte su queste pagine – avrebbe dovuto essere la spiegazione in tempo reale degli episodi.
Nel rugby del resto succede da anni: dopo ogni revisione (che addirittura viene proiettata sul maxischermo allo stadio, magari arriveremo pure a questo), viene aperto il microfono dell’arbitro e la versione fornita ai capitani è ascoltata anche dagli spettatori. Chi è appassionato di Sei Nazioni sa quanto questa pratica possa avere un effetto placebo su giocatori e tifosi. Per carità, fra le due discipline c’è un abisso, nel sistema valoriale del rugby la protesta proprio non esiste, impossibile fare paragoni col pallone. Ma davvero non si capiva perché anche il calcio non potesse prendere esempio. Finalmente ci siamo e magari già in Coppa Italia, poi di sicuro nel Mondiale per Club, ne tasteremo con mano i benefici. L’ultimo step invece dovrà essere importato dal tennis, sarà la concessione del Var a chiamata (ma su questo l’IFAB per il momento ancora non ci sente e in assenza di un via libera dall’alto i campionati nazionali non possono fare nulla). Intanto già eliminare quei silenzi in cui si alimentano sospetti e dietrologie è cosa buona e giusta. Più trasparenza, meno polemiche. Si spera.