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Abruzzo, la Giunta aumenta le tasse per coprire il buco nella sanità: opposizioni sul piede di guerra

La questione ora è sul tavolo del Consiglio regionale, dove il dibattito si preannuncia infuocato. L'opposizione promette battaglia, mentre nella maggioranza non mancano le incognite
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La Giunta regionale dell’Abruzzo ha approvato all’unanimità un aumento dell’addizionale regionale Irpef per colmare il buco nel bilancio della sanità nel 2024, stimato in 67 milioni di euro. Il provvedimento, che ora dovrà passare al vaglio del Consiglio regionale per l’approvazione definitiva, prevede un sistema di tassazione a scaglioni simile a quello nazionale: per i redditi fino a 28mila euro l’aliquota scenderà dall’1,73% all’1,63%, mentre per chi guadagna tra 28mila e 50mila euro salirà al 3,23% e per i redditi superiori ai 50mila euro toccherà il 3,33%. Secondo le stime della Regione, l’operazione porterà un gettito aggiuntivo di circa 44,7 milioni di euro. Il presidente Marco Marsilio (FdI) l’ha presentata come “manovra di equità, non una stangata sul ceto medio come qualcuno sostiene. Con questa riforma alleggeriamo la pressione fiscale su oltre il 70% degli abruzzesi. Chiediamo un sacrificio solo a chi può permetterselo”. Il governatore ha respinto le accuse dell’opposizione, che definisce il provvedimento “un colpo alle fasce medie della popolazione”, sostenendo che “l’Abruzzo tutela i più fragili e investe nel futuro”.

Pd e Movimento 5 Stelle contestano duramente la scelta della Giunta, annunciando proteste e mobilitazioni. Il Pd parla di “stangata fiscale” e sottolinea come l’Abruzzo, con queste aliquote, si collochi tra le regioni con la tassazione più alta d’Italia rispetto alla qualità dei servizi sanitari offerti. “I cittadini pagheranno più tasse per una sanità inefficiente, con livelli essenziali di assistenza tra i peggiori in Italia”, attacca Silvio Paolucci, capogruppo del Pd in Consiglio regionale ed ex assessore alla Sanità. Anche il capogruppo del M5S, Francesco Taglieri, si unisce alle critiche: “Marsilio parla di riduzione fiscale, ma la realtà è diversa. L’unica fascia che beneficia di una riduzione è quella fino a 28mila euro, con un taglio irrisorio, che non basta nemmeno a coprire il costo di un caffè al mese. In compenso, il peso dell’aumento ricadrà su insegnanti, infermieri, forze dell’ordine, le stesse categorie che Lega e Forza Italia dicevano di voler difendere”. Secondo Taglieri, inoltre, il disavanzo sanitario è strutturale e il rischio è che questi aumenti si protraggano.

Ma le tensioni non arrivano solo dalle opposizioni. Anche all’interno della maggioranza il provvedimento ha creato divisioni. Durante un acceso summit sul tema nei giorni precedenti, il presidente Marsilio avrebbe avuto un duro scontro con Carla Mannetti, consigliera della Lega contraria all’aumento dell’Irpef, tanto da spingerla ad abbandonare la riunione. Con lei si sarebbero allontanati anche il capogruppo leghista Vincenzo D’Incecco e il vicepresidente della Giunta Emanuele Imprudente. Un episodio che ha messo in evidenza le frizioni tra i partiti della coalizione, con la Lega che, almeno ufficialmente, ha scelto la strada del silenzio, mentre diversi esponenti di Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno espresso pubblicamente perplessità sulla misura. Nonostante questo, Marsilio ha messo a tacere le polemiche nella sua maggioranza: “Non ci sono bracci di ferro tra partiti o guerre tra Giunta e Consiglio. Se ci saranno proposte valide le valuteremo”.

A rendere ancora più incandescente il clima c’è un retroscena che getta ombre sulla decisione della Giunta. Secondo quanto emerso, l’assessore alla Sanità Nicoletta Verì, durante un incontro riservato, avrebbe affermato che la Regione aveva già trovato parte delle coperture necessarie e che il deficit si sarebbe potuto gestire con una spending review, riducendo le spese su altri capitoli di bilancio. Tuttavia, questa ipotesi sarebbe stata scartata da Marsilio e da una parte della maggioranza, che avrebbero preferito procedere con l’aumento delle tasse per garantire risorse anche ad altri settori, tra cui attività culturali ed eventi. Una scelta definita “ingiustificabile” dalle opposizioni e che avrebbe contribuito a irrigidire ulteriormente i rapporti interni al centrodestra. La questione ora è sul tavolo del Consiglio regionale, dove il dibattito si preannuncia infuocato. Il Pd e il M5S promettono battaglia per bloccare l’aumento dell’Irpef, mentre nella stessa maggioranza non mancano le incognite su come i singoli consiglieri si esprimeranno in sede di voto. Intanto, il provvedimento ha diviso anche l’opinione pubblica, con l’annuncio di possibili manifestazioni di protesta da parte di cittadini e associazioni di categoria.

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