Quando sento Draghi e Prodi che esaltano le armi mi chiedo: ci stanno prendendo in giro?

Mi piace interagire con chi commenta i miei articoli. Trovo stimolanti le opinioni che esprimono disaccordo. Rifugiarsi in una bolla di consenso, interagendo solo con chi la pensa come te, genera frustrazione al momento degli esiti elettorali. Al tempo dei democristiani, non conoscevo nessuno che si dichiarasse tale: e invece erano la maggioranza. Le mie statistiche percettive erano falsate dalla selettività del campione. I commenti mi permettono di ampliare le mie vedute.
Ho conosciuto Beppe Grillo, e ho apprezzato molto la sua pars destruens (un eufemismo per lo slogan: vaffanculo), ma non mi ritrovavo nella pars construens. Parlava di sostenibilità quando non ne parlava nessuno, ma non ne ha mai considerato la componente ecologica, dando l’impressione che ritenesse sufficiente quella tecnologica. Impressione confermata quando il ministero della transizione ecologica fu affidato a un tecnologo totalmente digiuno di ecologia. Insomma, non ho votato il M5S quando ha vinto. Non avevano quadri, uomini politici con esperienza. L’uno vale uno non era equivalente a uno vale l’altro, però.
E gradualmente il M5S selezionò una classe dirigente capace e competente, che emanò leggi che, secondo me, avrebbe dovuto fare la sinistra. Il reddito di cittadinanza, ad esempio, sancisce un diritto. I politici di “prima” avevano risolto il problema del reddito con il clientelismo, assumendo centinaia di migliaia di persone nelle strutture pubbliche, elargendo favori. Il miracolato dal posto a vita resta per sempre grato. E la promessa del posto a vita garantirà ulteriore consenso.
Ovviamente la cosa pubblica, intasata da personale elefantiaco, va al collasso. E così si privatizza, facendo favori ai privati, che mandano in pensione anticipata gli esuberi, tanto paga l’Inps, e poi fanno andare in malora le aziende pubbliche, una volta privatizzate. I 5S, arrivati al potere, hanno premiato prima di tutto l’onestà, derisa da chi la chiama onestah, un disvalore. E poi hanno iniziato a mettere persone competenti o comunque, in grado di affidare le cose a persone competenti. Tanto che un ministro definito proverbialmente incompetente, Danilo Toninelli, affidò la ricostruzione del ponte di Genova al sindaco della città, di sponda politicamente opposta. Il ponte è stato fatto a tempo di record e pare che non ci siano state ruberie.
Il modello Genova non è una novità. Lo adottò Bertolaso con la protezione civile. Fecero due sedi per un G8 (lasciandosi ruderi alle spalle) per non parlare di stadi del nuoto e altre amenità. Il metodo non basta, bisogna vedere chi lo applica. Non parliamo della legge Spazzacorrotti, e di innovazioni nella giustizia, dove i ministri 5S sono competenti. Per l’ambiente mi viene in mente la legge Salvamare, dell’ottimo Costa. La lista sarebbe lunga, arrivando dalla gestione del Covid, basata sulla scienza, espressa dal Comitato Tecnico Scientifico, per non parlare del Pnrr, negoziato a condizioni che tutti ritenevano impossibili da accettare da parte della Commissione, e invece…
Non dico che non ci siano stati errori, ce ne sono stati molti e confido che i commentatori mi faranno l’elenco. Comincio io con due: accettare Draghi, chiamandolo un grillino, e mettere Cingolani al ministero della transizione ecologica (oggi dirige una fabbrica di armi). Ma solo chi non fa non sbaglia. Gli errori mi danno fastidio, ma mi consolo con le cose che approvo e che tutti gli altri non hanno mai fatto prima.
A fronte di questo decido di votare i 5S alle ultime elezioni. E le perdono. Il loro elettorato li accusa di essere diventati un partito come tutti gli altri e di aver perso la carica iniziale. Avrebbero voluto che continuasse la politica del vaffanculo. Ma questa va bene se sei all’opposizione: le cose cambiano quando sei al governo. Li accusano di essere attaccati alle poltrone, anche se non ci sono casi di corruzione e di politici macchiati da accuse infamanti (qualcuno al governo c’è, invece). Il bello è che gli elettori di Meloni l’hanno votata per proposte irrealizzabili e discutibilissime, dal pizzo di Stato, alle accise, ai blocchi navali. La poveretta, arrivata al governo, si è dovuta rimangiare tutto, ma il suo consenso permane, mentre quello dei 5S crolla. Gli elettori di sinistra non votano i 5S perché sono come tutti gli altri e, per questo motivo, non votano più. Mentre gli elettori di destra sanno che “sono tutti uguali” ma intanto votano i loro partiti di riferimento. Inoltre, anche se sono tutti uguali, tutti vedono i 5S come fumo negli occhi. Risultato: vincono le destre.
Dicono che la più importante conquista del diavolo sia di aver convinto moltissimi che “il diavolo non esiste”; la conquista di chi vuole continuare a gestire un potere opaco è di aver convinto moltissimi che “tanto sono tutti uguali” spingendo gli elettori di sinistra verso il non voto.
Che ne sa un naturalista di queste cose? Eh beh, quando sento Draghi che dice che il riarmo darà una scossa all’economia e leggo le interviste di Prodi, che esalta le armi, mi chiedo: ma questi ci stanno prendendo in giro? Il riarmo si fa con fondi pubblici e serve per costruire strumenti di morte. Il bonus edilizio si fa con fondi pubblici e serve per adeguare le abitazioni a criteri di risparmio energetico. Le armi sono una benedizione per l’economia, le case no. Mi spiace, ma se questi sono i grandi saggi non ci siamo. Saggi che dovrebbero anche gestire la transizione ecologica ma che non sanno niente di ecologia. Ve lo dice un naturalista.