Tre morti sul lavoro in poche ore: un operaio stritolato, un 38enne travolto in autostrada. La terza vittima ha 22 anni

Tre lavoratori, tutti morti mentre erano al lavoro. Gli incidenti si sono verificati nel giro di pochissime ore, a partire dalla notte. A Pordenone un ragazzo di 22 anni, Daniel Tafa, è stato trafitto da una scheggia di acciaio incandescente durante il suo turno, mentre Nicola Sicignano, 50 anni, è deceduto a Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli, incastrato con il braccio e la testa nel nastro trasportatore nella ditta di smaltimento rifiuti. Infine in Umbria un operaio di 38 anni è stato ucciso da un mezzo pesante mentre stava lavorando sulla carreggiata nord dell’Autosole nel tratto compreso tra Orvieto e Fabro. Era dipendente di una società del posto impegnata in interventi di manutenzione in autostrada.
La vittima a Napoli
L’area è stata sequestrata e sono in corso le indagini dei carabinieri di Castellammare di Stabia, del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata con la collaborazione dei militari dell’Arma del nucleo Ispettorato del Lavoro e dell’Asl di Napoli. A constatare il decesso di Sicignano, nato a Vico Equense e residente a Gragnano, è stato il 118. Regolarmente assunto dalla SB Ecology srl, l’operaio era sposato e aveva due figli: un ragazzo di 15 e una ragazza appena maggiorenne. Sulla salma messa sotto sequestro dagli inquirenti sarà eseguito l’esame autoptico su disposizione dalla procura di Torre Annunziata che sta coordinando le indagini del carabinieri.
Umberto, travolto a 38 anni
Umberto Rosito, quando travolto da un autoarticolato in Umbria, aveva appena iniziato a predisporre la segnaletica per un cantiere stradale gestito da una impresa di Orvieto e relativo alle manutenzioni del tratto di autostrada A1 poco oltre lo svincolo di Orvieto in direzione Firenze. L’uomo, originario di Corato, è morto sul colpo: inutili i soccorsi prestati. Era sposato e padre di una bambina di tre anni. Inizialmente era stato attivato anche l’elisoccorso ma poi l’intervento è stato annullato. Quanto successo è al vaglio della Procura di Terni.
La Cgil: “La vera causa è il lavoro svalorizzato”
Di “strage infinita” parla la Cgil: “Queste tragedie, che affondano le loro cause nel risparmio ad ogni costo, nella fretta, nella mancanza di investimenti e di controlli, non possono essere fermate con interventi più o meno burocratici”, ha detto la segretaria confederale della Cgil, Francesca Re David. Per la dirigente sindacale “la svalorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori è la vera responsabile di queste morti e nessun appello generico alla cultura della sicurezza può essere efficace senza una cultura della centralità della persona sul profitto”. Serve, aggiunge, un “cambio di paradigma” altrimenti “la strage non si fermerà”: “Con i referendum sul lavoro dell’8 e del 9 giugno, promossi dalla Cgil, vogliamo invertire questa logica intervenendo sulle responsabilità nella catena degli appalti e sulla precarietà”.
Schlein: “Il governo ci ascolti”
Pochissime le reazioni del mondo politico. Qualche dichiarazione da parte di Avs e un commento del governatore del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. Poi è arrivata una nota di Elly Schlein: “Tre morti sul lavoro in poche ore. E sono solo gli ultimi tre. Non è più possibile parlare di incidenti di fronte a questa strage senza fine”, ha detto la segretaria del Pd. “Ed è inaccettabile morire di lavoro in questo modo: abbiamo da tempo offerto la nostra disponibilità al governo per agire con efficacia ma finora non abbiamo mai avuto riscontri – ha ricordato – Occorre agire su diversi fronti: aumentare la sicurezza sul lavoro, assumere più ispettori per rendere più efficaci i controlli, più responsabilità per i datori e più formazione per i lavoratori. E bisogna contrastare precarietà e subappalti a cascata che rendono il lavoro meno sicuro. Questa deve essere una priorità per tutti, politica e istituzioni”.
Un ferito in Sardegna
Un quarto lavoratore è rimasto ferito, sempre martedì mattina, mentre operava nella diga di Cumbidanovu a Orgosolo (Nuoro): è caduto da un’altezza di circa 4 metri mentre lavorava imbragato. Soccorso immediatamente da un’ambulanza del 118 l’uomo è stato portato all’ospedale di Nuoro in codice rosso per un trauma al rachide e sottoposto ad ulteriori accertamenti. A Cumbidanovu erano nei mesi scorsi ripartiti i lavori per chiudere il cantiere simbolo in Sardegna delle opere incompiute – la costruzione iniziò nel lontano 1989 – entro tre anni.
I morti sul lavoro in Italia
Secondo quanto emerge dai dati ufficiali dell’Inail, nel 2024 sono aumentati di quasi il 5% rispetto all’anno prima arrivando a 1.090 contro i 1.041 del 2023. Si torna al livello del 2022, che aveva fatto segnare una riduzione dopo il biennio segnato dai contagi Covid sui luoghi di lavoro. E salgono, da 12 a 13, le vittime tra gli studenti per infortuni successi a scuola, nei laboratori o in percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (ex alternanza scuola-lavoro). Le denunce di infortunio mortale in occasione di lavoro, al netto degli studenti e degli incidenti durante il tragitto, sono state 797, sette in più rispetto alle 790 registrate nel 2023, 10 in più rispetto al 2022 e 18 in più sul 2019, ma 176 in meno sul 2021 e 256 in meno sul 2020.
Nell’industria più decessi
Rispetto agli occupati Istat nei vari periodi, l’incidenza cala leggermente passando dai 3,38 decessi denunciati ogni 100mila occupati Istat del 2019 ai 3,31 del 2024 (-2,1%). Ad aumentare sono soprattutto le morti nell’industria e nei servizi, a 686 dalle 669 del 2023. In calo l’agricoltura (da 107 a 102) e il conto Stato dipendenti (da 14 a 9). Tra i settori con più decessi avvenuti in occasione di lavoro ci sono ancora le costruzioni con 156 casi (contro i 150 del 2023), il trasporto e magazzinaggio con 111 casi (109 nel 2023), il comparto manifatturiero con 101 casi in entrambi gli anni, il commercio con 58 (64 nel 2023) e il noleggio e servizi di supporto alle imprese con 38 (39 nel 2023).