Proteste, dito medio e offese sui social: tutto quello che è successo nel match (e dopo) tra Andreeva e Anisimova

Un match tanto bello quanto polemico. L’incontro tra Mirra Andreeva e Amanda Anisimova del 24 marzo, valido per il terzo turno dei Miami Open femminili, ha avuto un risvolto inaspettato. L’americana ha eliminato la russa in 3 set, ma c’è stato un momento specifico della partita che ha fatto storcere il naso ad Andreeva, talentuosa 17enne attuale numero 6 al mondo. A metà del terzo set Anisimova era in vantaggio per 3 game a 1 sul punteggio di 40-40, ma ha chiesto l’intervento del fisioterapista per curare una vescica sul dito della mano che le stava causando dei problemi. E la russa non l’ha presa bene.
Si è avvicinata al giudice di sedia dicendo: “Sappiamo tutti perché l’ha fatto“. Per Andreeva quella di Anisimova era pura tattica, un modo per spezzare il ritmo della russa. “Ne ha il diritto invece. Il fisioterapista deciderà se intervenire adesso o più tardi”, le ha detto il giudice. La polemica riguardante il medical time out va avanti da tempo. L’ultimo caso che ha fatto discutere risale agli ottavi di finale degli scorsi Australian Open, nel match tra Sinner e Rune. Ma anche a Djokovic successe contro Alcaraz nel quarto di finale del torneo. Il principio fondamentale è che la chiamata del fisioterapista non può mai essere negata, in quanto solo costui può determinare se la patologia per la quale viene richiesto l’intervento sia trattabile o meno. Diverso è il caso dei crampi: quello sì che può essere richiesto solo al cambio campo o all’interruzione del set. Ma non era quest’ultima la situazione in cui si è trovata Anisimova, quindi il suo Mto è stato legittimo.
L’incontro si è così fermato e l’americana alla fine ha avuto la meglio. Ma le polemiche sono continuate. Dopo il match, Anisimova ha postato su Instagram una foto in cui mostrava ai suoi follower il dito sul quale c’era la vescica, il medio. La mano socchiusa con il dito ben teso ha fatto pensare a molti che l’americana non volesse solo far vedere che aveva effettivamente bisogno di cure mediche, ma ci teneva a dire all’avversaria quello che pensava delle sue parole con uno dei più classici gesti di disprezzo. E se pensate che le discussioni siano finite qui beh, vi state sbagliando.
Sotto alcune foto presenti sul profilo Instagram di Andreeva, sono spuntati tantissimi commenti di utenti inferociti. “La tennista più stupida di sempre“, oppure: “Vattene a casa, devi perderle tutte le partite d’ora in poi”, ma anche: “Sei un uomo! Meriti il peggior cancro che esista“. E la stessa tennista russa li ha mostrati tutti con una storia accompagnata dalla didascalia: “Questo è quello che succede se perdi una partita“. La pressione è difficile da reggere, specie se a soli 17 anni ti trovi alla posizione numero 6 del ranking mondiale. Forse è anche per questo che gli utenti hanno scritto quegli insulti: un mix d’invidia, frustrazione e rabbia repressa. Ma spesso e volentieri ci si dimentica che le parole hanno un loro peso. E purtroppo quest’odio di dimensioni spropositate permea il web da anni, mettendo a rischio la salute mentale di chiunque ne sia vittima. Anche atleti professionisti.