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“Star del cinema di seconda mano e opinionista politico fallito”: Trump si scaglia contro George Clooney. Ecco perché ce l’ha con lui

Il presidente degli Stati Uniti ha preso di mira l’attore, e attivista democratico, liquidando la sua intervista al programma di informazione televisiva statunitense 60 Minutes come “gonfiata auto propaganda”

di Davide Turrini
“Star del cinema di seconda mano e opinionista politico fallito”: Trump si scaglia contro George Clooney. Ecco perché ce l’ha con lui

“Star del cinema di seconda mano e opinionista politico fallito”. Questa volta Donald Trump non l’ha fatta passare liscia a George Clooney. Il presidente degli Stati Uniti ha preso di mira l’attore, e attivista democratico, liquidando la sua intervista al programma di informazione televisiva statunitense 60 Minutes come “gonfiata auto propaganda”. Durante il programma Clooney aveva lanciato un appello per la libertà di stampa mentre promuoveva la sua nuova versione teatrale di Good Night, and Good Luck. Il 63enne ex dottor Ross di ER ha tracciato dei parallelismi tra gli eventi drammatizzati da Good Night, and Good Luck (l’epoca maccartista) e le difficoltà affrontate dai giornalisti nella ricerca della verità oggi.

L’attore ha citato il recente accordo per diffamazione da 16 milioni di dollari di Trump con ABC News, così come la causa da 20 miliardi di dollari intentata sempre da Trump contro la CBS lo scorso ottobre in cui sosteneva che 60 Minutes aveva “ingannevolmente modificato” un’intervista con la sua rivale, Kamala Harris, per presentarla sotto una luce più lusinghiera. “Quando gli altri tre poteri falliscono, quando la magistratura, l’esecutivo e il potere legislativo ci deludono, il quarto potere deve poter raggiungere i propri obiettivi (…) Stiamo assistendo a questa idea di usare il governo per spaventare o multare o usare le aziende, per rendere i giornalisti più piccoli”. Clooney aveva concluso sostenendo che “ai governi (quali? ndr) non piace la libertà di stampa. Non l’hanno mai amata. E questo vale sia che tu sia un conservatore o un progressista. A loro non piace la stampa”. Trump si è quini rivolto a Truth Social per contrastare le argomentazioni di Clooney e per lanciare un attacco contro lo show. “Perché l’ormai screditatissima trasmissione televisiva 60 Minutes dovrebbe produrre un servizio pompato su George Clooney, una star cinematografica di seconda mano e opinionista politico fallito?”, ha scritto Trump.

“Ha combattuto duramente per l’elezione di Sleepy Joe, e poi, subito dopo il dibattito, lo ha scaricato come un cane. In seguito, suppongo su ordine del campo di Obama, ha spinto fino in fondo per ‘Kamala’, solo per rendersi presto conto che non sarebbe andata troppo bene”. Intervenuto la scorsa settimana nel talk show di Stephen Colbert per promuovere la sua opera teatrale, a Clooney è stato chiesto cosa pensasse della sconfitta di Harris avvenuta l’anno scorso. L’attore è riuscito ad ironizzarci sopra: “Non so, cosa dovrei fare? Prendere d’assalto il fottuto Campidoglio?”, riferendosi all’insurrezione del 6 gennaio, tra gli applausi del pubblico. Senza dire il nome di Trump, Clooney aveva anche lanciato un messaggio al nuovo presidente: “Spero che tu faccia bene perché il nostro Paese ne ha bisogno. Ci incontreremo tra 3 anni e mezzo e vedremo cosa hai combinato”.

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