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L’Anm vede Mattarella: “Preoccupati per gli attacchi della politica”. Il capo dello Stato invita al dialogo col governo

Ricevuti al Quirinale i dieci componenti della nuova giunta. Il presidente Parodi: "Abbiamo rappresentato il nostro disagio quando un magistrato viene attaccato con l’idea che abbia fatto una sentenza politica"
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La contrarietà al progetto di separazione delle carriere tra giudici e pm, ma anche la “preoccupazione per i frequenti attacchi rivolti alla magistratura negli ultimi mesi” da parte del governo. Di questo hanno parlato i vertici dell’Associazione nazionale magistrati in un incontro con presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che mercoledì all’ora di pranzo ha ricevuto al Quirinale – insieme al consigliere giuridico Stefano Erbani e al segretario generale Ugo Zampetti – i dieci componenti della nuova giunta eletta a inizio febbraio. Cesare Parodi, procuratore aggiunto a Torino e presidente dell’organismo di rappresentanza delle toghe, ha esordito denunciando le aggressioni mediatiche subite da singoli magistrati per decisioni ritenute “politicizzate”: la giunta ha deciso di non citare casi specifici, ma i riferimenti sono moltissimi, dai giudici dell’immigrazione di Roma bersagliati per il caso Albania al procuratore della Capitale Francesco Lo Voi attaccato per il caso Almasri, fino al collegio che ha condannato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro e addiritura alle Sezioni unite della Cassazione, “colpevoli” di aver riconosciuto un risarcimento a uno dei migranti trattenuti a bordo della nave Diciotti. Accanto alla difesa dei colleghi, Parodi ha aggiunto una riflessione autocritica sulle degenerazioni del sistema delle correnti: una precisazione che a quanto pare è stata particolarmente gradita al capo dello Stato.

Dopo il presidente, al Quirinale ha parlato il segretario generale Rocco Maruotti, sostituto procuratore a Rieti, affrontando il merito delle critiche al progetto di riforma del governo. Maruotti ha spiegato in base alla sua esperienza la funzione di garanzia del pubblico ministero, che nel sistema attuale è il “primo giudice” con cui si rapporta l’indagato: spesso, ha sottolineato, è proprio il pm a “far ragionare” la polizia giudiziaria governando le sue iniziative invece di subirle. E con la riforma, se la figura del magistrato inquirente venisse separata dal giudicante, potrebbe non essere più così. Alcuni passaggi dell’incontro sono stati dedicati anche ai problemi dimostrati da “App”, il software per il processo penale telematico (che entrerà in vigore su larga scala tra pochi giorni) e all’importanza che la rappresentanza politica dei magistrati resti unitaria, cioè affidata alla sola Anm, senza la creazione di sigle alternative di tipo più strettamente “sindacale” (un’idea spesso ventilata negli ambienti della magistratura di destra). A quanto apprende ilfattoquotidiano.it, Mattarella ha ascoltato con attenzione le argomentazioni delle toghe, invitandole a portare le loro ragioni nell’ambito di un dialogo il più possibile sereno e costruttivo con il governo.

Insomma, per l’Anm si è trattato di un faccia a faccia sicuramente più fruttuoso di quello avuto con la premier e i vertici del governo il 5 marzo scorso a palazzo Chigi, risoltosi in un dialogo tra sordi. “È stato un incontro molto cordiale. Abbiamo molto apprezzato il clima che c’era”, ha detto Parodi ai cronisti nel pomeriggio, a margine di un convegno in Cassazione. “Noi abbiamo rappresentato al presidente i nostri temi, le ragioni per cui non possiamo condividere questa riforma, dando anche spiegazioni sintetiche dal punto di vista tecnico per argomentare e abbiamo fatto presente l’importanza dell’unità associativa, fatto non scontato e che ha molta importanza per noi. Abbiamo rappresentato il nostro disagio quando alle volte un magistrato è attaccato con l’idea che abbia fatto una sentenza politica e non invece fondata su principi di diritto. Questa è una cosa che dà grande sofferenza ai magistrati e quindi era giusto rappresentare questa sofferenza al presidente”, spiega. “Oggi abbiamo anche sinteticamente raccontato alcune problematiche concrete, i problemi sulla informatizzazione, le solite carenze di organico, la geografia giudiziaria, i temi molto concreti che riguardano la vita dei magistrati di tutti i giorni”.

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