Dazi, Lollobrigida è il più allarmato: “Alleanza con gli Usa a rischio, sul vino speriamo che la Casa Bianca ci ripensi”

I dazi rischiano di incrinare l’alleanza tra Stati Uniti ed Europa. A sostenerlo è il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che usa toni meno diplomatici dei colleghi di governo, compresa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che al momento percorre la strada della prudenza, e si avvicina alle posizioni di allarme espresse dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per due volte nel giro di quattro giorni. “La storia insegna che quando gli interessi economici sono convergenti, anche le criticità nei rapporti tra Paesi è minore – dice il ministro, intervistato dalla Stampa – Ora stiamo cercando di trovare un punto di equilibrio. Ma il Wto, che in passato era l’organismo deputato a garantire quell’equilibrio, non è più in grado di regolare dinamiche di mercato mondiali”. Dunque Usa e Ue “devono guardare al comune interesse e tenere conto della loro alleanza strategica. Tra i valori che li uniscono c’è anche quello del mercato”. A “bussare” alla porta del ministro, d’altra parte, ci sono le categorie che sarebbero più colpite dai dazi di Donald Trump, cioè quelle agroalimentari, vini compresi.
Secondo il ministro, d’altra parte, “l’Ue è l’unica titolata a trattare su questo fronte e noi sosteniamo pienamente il commissario Maros Sefcovic, che ora è a Washington per negoziare. L’importante è che quel tavolo non si trasformi in un moltiplicatore di aggressività. Si deve trovare un compromesso virtuoso, perché solo il mercato comune può renderci entrambi più forti”. Quanto alle posizioni della Lega che non vuole trattative europee Lollobrigida sottolinea che “sono le regole dei trattati: sul commercio estero tratta l’Ue, non le singole nazioni. Poi questo non esclude che si costruiscano accordi tra Italia e Usa, ma sempre in un’ottica europea. Di certo, non per indebolirla”. Quando alle conseguenze sull’export vinicolo, “se ce ne fosse bisogno, sosterremo il settore, anche economicamente. Abbiamo le spalle larghe per affrontare qualunque tipo di crisi, ma prima di tutto quella crisi vogliamo evitarla“. La prospettiva di dazi del 200% sul vino è “allarmante, ma l’amministrazione Usa mi sembra abbia già reso meno rigida la sua posizione. Ricordo poi che il prossimo 31 marzo sarebbero dovuti scattare i dazi europei sul bourbon e sul whisky americano, invece sono stati fortunatamente posticipati. Speriamo che Washington decida di fare lo stesso per il vino”.