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Gran Bretagna, ecco chi paga il riarmo. Con i tagli del governo meno aiuti ai disabili e 250mila poveri in più

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Come annunciato, arrivano i tagli alla spesa sociale britannica. Il denaro “risparmiato” servirà anche per finanziare l’aumento del budget per armi ed esercito che Londra è intenzionata a portare dal 2,3 al 2,5% del Pil (circa 5 miliardi in più all’anno). E, visti i tempi che corrono, potrebbe essere solo un primo passo. La sforbiciata presentata oggi dalla Cancelliera dello Scacchiere (l’equivalente del nostro ministro dell’Economia, ndr) Rachel Reeves ammonta a 4,8 miliardi di sterline (5,7 miliardi di euro). Oltre a questo è stato annunciato il taglio di 2 miliardi di sterline (2,4 miliardi di euro) l’anno delle risorse destinate agli apparati dell’amministrazione pubblica del Civil Service, pari al 15% dei fondi a disposizione per il settore.

Secondo le simulazioni dello stesso governo, con queste misure più di 3 milioni di famiglie inglesi subiranno una penalizzazione, con una perdita media di 1.720 sterline all’anno (2.056 euro) a famiglia. Coloro che hanno diritto a sussidi per disabilità saranno i più colpiti. Ne consegue che altre 250mila persone saranno spinte in povertà relativa entro il 2029, tra cui 50mila bambini. Attualmente gli inglesi in povertà sono 14,3 milioni. Poco meno di 400mila persone con disabilità fisica e/omentale perderanno il loro sussidio e altre 430mila che ne avrebbero avuto diritto in futuro non li riceveranno.

Nel frattempo la Cancelliera dello Scacchiere ha anche decurtato le previsioni di crescita per il 2025 con un incremento del Pil che scende dal 2 all’1%. Rachel Reeves ha sottolineato l’impatto della “grande incertezza globale” sull’economia britannica. Migliorano però le stime per gli anni a venire. Il Pil è visto in crescita dell’ 1,9% nel 2026, dell’ 1,8% nel 2027 e dell’1,7% nel 2028. Un altro dato da tenere sotto osservazione è quello dell’inflazione, destinata, sempre secondo l’Office for Budget Responsibility, a un valore medio del 3,2% quest’anno, prima di scendere al 2,1% nel 2026 e raggiungere l’obiettivo del 2% solo dal 2027 in poi.

“Non sono soddisfatta di questi numeri”, ha ammesso la Cancelliera che ha promesso di puntare sulla stabilità e sul controllo dei conti pubblici, ribadendo che “le nostre regole fiscali non sono negoziabili”. Ecco perché, ha aggiunto, servono piani di spesa “responsabili”. Inoltre ha preso nuovamente di mira il precedente governo conservatore per il presunto buco da 22 miliardi di sterline lasciato nelle finanze pubbliche.

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