Con i dazi che verranno imposti a partire dal 2 aprile, gli Usa incasseranno "tra i 600 milioni e un trilione di dollari in due anni" ha dichiarato il tycoon
“È l’inizio della liberazione dell’America”. Come previsto Donald Trump prosegue la sua guerra dei dazi e annuncia un pesantissimo 25% sulle auto. Per comprendere le conseguenze delle sue dichiarazioni basti pensare che il solo annuncio ha influito negativamente su Wall Street che mercoledì è andata in rosso. Il Dow Jones ha perso lo 0,32% a […]
“È l’inizio della liberazione dell’America”. Come previsto Donald Trump prosegue la sua guerra dei dazi e annuncia un pesantissimo 25% sulle auto. Per comprendere le conseguenze delle sue dichiarazioni basti pensare che il solo annuncio ha influito negativamente su Wall Street che mercoledì è andata in rosso. Il Dow Jones ha perso lo 0,32% a 42.451,49 punti, il Nasdaq ha ceduto il 2% a 17.906,24 punti e lo S&P 500 ha lasciato sul terreno l’1,12% a 5711,76 punti. A soffrire sia General Motors che ha perso oltre il 3% che Stellantis, proprietaria di Jeep e Chrysler, il 3,2%. “Se le aziende produrranno le auto negli Stati Uniti non ci saranno dazi” ha spiegato Trump. I dazi saranno applicati dal 2 aprile prossimo.
I dazi sulle auto importate sono l’ultima mossa del presidente eletto alle scorse elezioni per cercare di stimolare la produzione nazionale. Una strategia che però potrebbe anche mettere a dura prova le finanze delle case automobilistiche che dipendono dalle catene di forniture globale e tradursi in costi più elevati per i consumatori americani. Con il rischio di un impatto anche contro la stessa industria americana, tra una riduzione dei profitti e un raffreddamento degli investimenti. Trump, nel suo discorso, ha sostenuto che i dazi incoraggeranno i produttori di automobili a investire negli Stati Uniti: “Stanno già cercando siti”.
Il tycoon sin dai primi giorni ha messo in agenda le tariffe sulle importazioni di auto, dichiarando che sarebbero state una priorità della sua presidenza. E infatti ha dichiarato la guerra commerciale subito contro Canada e Messico per poi deciderne la sospensione di un mese dopo le proteste delle case automobilistiche. Adesso il commander-in-chief sembra più determinato che mai. “Ricominceremo a costruire automobili, cosa che sappiamo fare da molto tempo” aveva dichiarato lunedì il tycoon. Nel discorso di mercoledì ha annunciato che gli Usa incasseranno “tra i 600 milioni e un trilione di dollari in due anni”. Ma non solo: “Chi acquisterà con un finanziamento un’auto prodotta in America potrà dedurre gli interessi dalla dichiarazione dei redditi“.
La misura del presidente americano potrebbe però innescare ulteriori scontri commerciali con paesi stranieri, in particolare con nazioni europee come Germania e Italia, ma anche il Giappone e la Corea del Sud. Quasi la metà di tutti i veicoli venduti negli Stati Uniti, infatti, sono importati come è d’importazione quasi il 60% delle parti dei veicoli assemblati negli Usa. I dazi sulle auto si inseriscono nell’ambito di una vasta riorganizzazione delle relazioni commerciali globali da parte di Trump che culminerà il 2 aprile, “il giorno della liberazione” come l’ha chiamato il presidente, con l’imposizione di dazi reciproci ai “dirty 15”, ossia ai 15 Paesi con cui gli Usa hanno il peggior squilibrio commerciale, tra cui Paesi dell’Ue.