Alle destre saltano i nervi? È un’ottima notizia. Ma il vero problema si chiama Pd

I grevi insulti di Giovanni Donzelli all’indirizzo dell’ottimo giornalista del Fatto Giacomo Salvini sono a mio avviso davvero un’ottima notizia. Essi infatti rivelano in modo innegabile lo stato di estrema irritabilità delle destre che sono al governo in Italia. Costoro sono evidentemente consapevoli della loro estrema inadeguatezza, per usare un eufemismo, dato che mai l’Italia ha avuto una classe dirigente di così basso livello culturale ed intellettuale.
Ma il segreto del successo della cara Giorgia e della sua banda di sciamannati accoliti, nel loro intimo sempre fedeli al fascismo, oggi declinato in modo consono alla modernità del capitalismo occidentale neoliberista in crisi preagonica, ha un nome e un cognome. Esso si chiama Partito democratico. Tale Partito infatti, con la sua stessa esistenza, scredita ogni giorno agli occhi delle masse la stessa idea di ogni possibile alternativa. Dall’estremo e inappetibile grigiore delle sue posizioni contraddittorie, emerge da un lato una sorda e profonda incomprensione, se non aperta ostilità, alle ragioni del popolo lavoratore, e dall’altro la totale disponibilità ad appecoronarsi di fronte ai comandi del capitale, che oggi vuole riarmo e guerra.
La povera Schlein, che in fondo sembra una brava persona, si arrabatta per cercare di mostrare un’immagine migliore, ma è a tutti evidente cone quel Partito sia in mano a oscuri e impresentabili personaggi di potere, i quali, in mancanza del carisma necessario ad assumerne la leadership, tramano più o meno nell’ombra per assecondare i diktat del capitale finanziario, oggi rovinosamente proiettato verso la guerra mondiale come estremo destino dell’incontenibile decadenza dell’Occidente imperiale.
La piazza del Popolo del 15 marzo, indebitamente finanziata dal Comune coi soldi dei contribuenti, me compreso, ha mostrato a tutti quale sia il vergognoso abisso culturale in cui boccheggiano i cantori della sedicente civiltà europea. Basti citare il peana di Vecchioni, che ha tentato di esaltare, con una serie di nomi importanti buttati lí più o meno a caso, la presunta supremazia della cultura europea ed occidentale. O le davvero oscene perorazioni di Scurati a favore dello spirito guerriero, mentre la Litizzetto si fa tristemente beffa di chi in guerra o comunque nell’espletamento dei doveri militari è morto sul serio e Landini, anziché occuparsi dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, fa la ola a tanta immondizia.
Perché quindi stupirsi del fatto che Giorgia e i suoi sodali continuino a restare il governo, nonostante ogni giorno emergano nuovi scandali ed appaiano nuovi fallimenti?
Il nuovo corso di Trump, se da un lato sfoggia senza pudore tutto l’armamentario razzista, suprematista e colonialista che caratterizza il crepuscolo dell’Occidente, dall’altro dimostra un certo realismo. Trump vuole l’accordo con Putin per poter dedicare tutte le sue energie alla costruzione della sua incrollabile egemonia nel campo occidentale, appoggiando fra l’altro senza esitazione l’annientamento del popolo palestinese, mentre Netanyahu eleva a campioni della lotta contro l’antisemitismo i peggiori elementi della destra fascista europea e mondiale, diretti discendenti dei protagonisti dell’Olocausto contro il popolo ebraico.
La svolta politica di Trump offre un’occasione d’oro a chiunque seriamente voglia emanciparsi dal dominio statunitense. Ma non certo i quaquaraquà alla Macron, von der Leyen, Gentiloni. Non certo chi propone la via del riarmo europeo per far fronte a minacce del tutto immaginarie. Non certo chi continua a ritenere che esista una superiorità innata della cultura europea e occidentale e non dice una parola sui secoli di colonialismo, genocidi e sfruttamento di cui l’Europa si è resa protagonista.
Esiste in Italia una forza politica in grado di farsi carico della necessaria alternativa alle forze della guerra? Che sappia ritrovare la continuità coi momenti migliori della storia italiana ed europea? Che sappia costruire un rapporto costruttivo, cooperativo e fraterno col resto del mondo, in particolare Cina, Russia e America latina? Che sappia dire una parola chiara di condanna del genocidio del popolo palestinese e dei suoi complici, compresa la signora Meloni e i suoi ministri, contro i quali presenteremo presto una denuncia alla Corte penale internazionale, data l’inaccettabile sordità fin qui dimostrata dalla Procura di Roma?
Bisogna augurarsi che tale forza politica possa nascere a breve e lo vedremo fin dall’inizio di aprile. Il popolo italiano ha la sua memoria storica e non vuole riarmo e guerra. Mio nonno e i miei zii fecero la guerra in patria, in Africa e in Russia. Mio padre dovette fare la guerra, ma la terminó da partigiano. Sappiano lorsignori che le generazioni successive, a partire dalla mia, pullulano di partigiani in difesa dei principi incrollabili affermati dalla Costituzione della Repubblica nata dalla Resistenza di cui celebreremo tra poco l’ottantesimo anniversario. Nonostante il Pd.