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La guerra dei dazi spaventa le aziende statunitense, una su quattro riduce i piani di assunzione

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Un’azienda americana su quattro ha ridimensionato i propri piani di assunzione per il 2025 a causa delle incertezze scatenate dalla guerra commerciale di Donald Trump. Lo rivela un sondaggio trimestrale della Duke University e delle Federal Reserve Bank di Richmond e Atlanta, riportato dall’emittente Cnn. L’indagine evidenzia un forte calo dell’ottimismo economico tra i direttori finanziari (Cfo), e il 25% ha tagliato i piani di assunzioni, mentre il 70% non modificherà le proprie politiche, e il 6% ha segnalato un aumento della forza lavoro. Un deterioramento del clima di fiducia, in questo caso dei consumatori, era emerso anche dalle rilevazioni del Conference board relative al mese di marzo.

I dazi sono diventati la principale preoccupazione delle imprese (il 30,5% contro l’8,4% di fine 2024), scalzando altre problematiche come inflazione (18,6%) e prospettive economiche del paese (10%). Il caos sulle tariffe doganali ha causato un momento di incertezza per molte aziende, visto che i dirigenti non sanno quanto saliranno i dazi, quali prodotti saranno interessati o per quanto tempo rimarranno in vigore. “Le tariffe sono una preoccupazione di primo ordine. Almeno nel breve periodo, rappresentano un grande rischio”, ha detto John Graham, professore di finanza alla Fuqua School of Business della Duke.

In serata la portavoce del Fondo monetario internazionale Julie Kozack ha affermato che i cambiamenti annunciati e i dati “segnalano un rallentamento dell’attività economica dalla forte velocità del 2024. Detto questo, una recessione non è nello scenario di base”. L’economia americana è cresciuta nel quarto trimestre del 2,4%, in linea con le attese e sopra il +2,3% precedentemente stimato. Ma gli ultimi dati economici segnalano un peggioramento e un possibile rallentamento economico.

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