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Prima Magnesi, poi Vianello, Squeo e Zucco: da aprile a giugno la boxe italiana prova a uscire dall’anonimato

Sono ormai 9 anni che il movimento italiano non vanta un titolo mondiale: in tre mesi i pugili azzurri possono invertire il trend negativo o allungarlo. L'occasione è irripetibile: ecco chi sono gli avversari
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Con il match di Michael Magnesi contro il francese Khalil El Hadri, valevole per il Wbc Silver dei Superpiuma, appena uno scalino sotto al mondiale che più conta nella boxe, inizia una stagione pugilistica nella quale il movimento italiano proverà ad uscire da una stagnazione lunga nove anni: è dal 2016 infatti che l’Italia non esprime un campione del mondo in uno dei quattro principali enti. Si disputeranno nei prossimi mesi alcuni incontri di notevole importanza per i pugili italiani. Sarà una vera primavera pugilistica o è un solo accenno di cambio di stagione?

Magnesi venerdì 28 a Valmontone, vicino Roma, ha una sorta di semifinale mondiale, la vittoria potrebbe portarlo in America a giocarsi il Wbc mondiale. Magnesi è già stato campione del mondo di questa categoria per la sigla Ibo, riconosciuta dalla federazione italiana, ma che non vale la più prestigiosa Wbc. Il trentenne laziale viene da una vittoria con Kevin Trana in un cosiddetto match di rientro, dopo aver perso un anno fa, sempre per la stessa cintura di venerdì, con un il giapponese Masanori Rikiishi, in un incontro bellissimo e drammatico che Magnesi stava vincendo alla grande per poi crollare all’undicesimo round. Ora ha l’occasione di rifarsi, le possibilità di vittoria ci sono, considerata anche l’organizzazione casalinga, per poi giocarsi successivamente la chance di una vita, quella che capita una volta in carriera. Va solo capito in quali condizioni Magnesi sia uscito dalla sconfitta con il nipponico di dodici mesi fa.

La settimana dopo tocca a Guido Vianello, che al Palms Casino Resort di Las Vegas incontra un pugile di pari livello come Richard Torrez Jr. Non è un match titolato, ma se combatti negli States con un avversario del genere, dopo che che hai sconfitto Arslanbek Makhmudov e perso senza meritarlo con Efe Ajagba, significa che una vittoria potrebbe aprirti scenari anche mondiali. L’incontro per il ragazzo romano allenato da Simone d’Alessandri (con lui in America anche il cutman Federico Catizone) non sarà per nulla facile. Ma per raggiungere certi livelli, bisogna passare da questi snodi. L’Italia era dai tempi di Francesco Damiani che non aveva un peso massimo come Vianello. Vista l’importanza della categoria, che rimane quella regina, e il bel modo di fare del ragazzo anche fuori dal ring, i successi di Vianello potrebbero davvero dare una svolta decisiva al movimento italiano. Ma il 4 maggio in Nevada non sarà per nulla facile per il massimo azzurro. Nei giorni scorsi a sorpresa è arrivata la notizia che il massimo leggero Claudio Squeo il 13 maggio andrà in Australia per combattere per il mondiale IBF con il campione Jay Opetaia. L’impresa è ai limiti dell’impossibile, comunque una grande occasione per il ragazzo pugliese. A Giugno Ivan Zucco, uno dei pugili italiani più promettenti in assoluto, volerà in Inghilterra per giocarsi fuori casa il titolo europeo. Nello stesso mese spera nell’opportunità mondiale, versante Ibf, anche Etinosa Oliha. Si attende l’ufficialità. In questi mesi dunque le occasioni per gli italiani non mancheranno, e già questo è positivo perché arrivare a questi match è un merito sia dentro al ring, che a livello organizzativo e manageriale. Ora però devono arrivare anche le vittorie. Nove anni sono troppi per la boxe italiana.

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