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Bonus rifiuti, arriva lo sconto del 25% sulla Tari: ecco come funziona e quali sono i requisiti

Il bonus rifiuti è destinato a tutti i nuclei familiari con ISEE fino a 9.530 euro e a 20mila euro nel caso in cui ci siano almeno quattro figli a carico
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Diventa operativa l’agevolazione pensata per le famiglie economicamente più fragili, che prevede uno sconto sulla Tari, la tassa sui rifiuti. Il cosiddetto “Bonus rifiuti 2025” è una misura introdotta nel 2019 ma rimasta inapplicata per anni a causa della pandemia di Covid-19. Con la pubblicazione del Dpcm n. 24/2025 in Gazzetta Ufficiale lo scorso 13 marzo, il bonus entra ufficialmente in vigore il 28 marzo.

Il bonus rifiuti è destinato a tutti i nuclei familiari con Isee fino a 9.530 euro, con un tetto elevato a 20mila euro nel caso in cui ci siano almeno quattro figli a carico. Le disposizioni contenute nel Dpcm del 21 gennaio, ora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, stabiliscono le modalità di applicazione della misura, che sarà gestita dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente). La Tari, che i cittadini potranno ora pagare con uno sconto del 25% se rientrano nei requisiti previsti, è l’imposta destinata a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Ogni contribuente è tenuto a versarla, sia che occupi fisicamente un immobile, sia che sia il proprietario di un immobile vuoto. Il tributo non è legato alla quantità effettiva di rifiuti prodotti, ma alla semplice possibilità di produrli, ovvero al fatto che l’immobile in questione sia idoneo alla produzione di rifiuti.

Chi è tenuto al pagamento della Tari? A pagarla è l’utilizzatore dell’immobile, cioè chi ne ha il possesso, mentre il proprietario non è responsabile del pagamento della tassa, a meno che non lo occupi direttamente. Per quanto riguarda il calcolo della Tari, questa si compone di due parti: una quota fissa, che dipende dalle caratteristiche dell’immobile, e una quota variabile, che invece è determinata dalle caratteristiche del nucleo familiare. La quota fissa si basa su parametri come la superficie dell’immobile, mentre la quota variabile tiene conto della composizione del nucleo familiare e della sua capacità di produrre rifiuti.

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