Un “messaggio chiaro” a Federmeccanica e Unionmeccanica: “Riaprire le trattative e rinnovare i contratti nazionali”. Il terzo sciopero dopo la rottura della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici è stato un successo, dicono i sindacati. Le ore di astensione dal lavoro sono così arrivate a 24 ore e continua il blocco degli straordinari e delle flessibilità in tutti i luoghi di lavoro. Le manifestazioni si sono svolte su tutto il territorio nazionale e – stando ai dati di Fiom, Fim e Uilm – l’adesione allo sciopero ha fermato diverse fabbriche, come la Lagostina di Cusio, e ne ha lasciate altre vuote come la Fincantieri di Marghera e gli appalti del polo petrolchimico di Siracusa. Decine le aziende che hanno avuto tassi di adesione tra l’80 e il 90 per cento.
“Non ci fermeremo fino a quando non riprenderà la trattativa e porteremo a casa il rinnovo. Le persone non ce la fanno più”, ha detto il segretario generale della Fiom Michele De Palma, in piazza a Reggio Emilia insieme a 7mila metalmeccanici. Da Napoli, il leader della Uilm Rocco Palombella ha mandato un messaggio chiaro: “In tempi duri, le fabbriche sono una priorità. I lavoratori difendono l’Italia e la nostra manifattura”, ha detto.
Il contratto riguarda 1,6 milioni di lavoratori, occupati in oltre 30mila aziende, che producono l’8% del pil nazionale, il 6,2 per cento dell’occupazione totale e il 45% delle esportazioni italiane. Il contratto è scaduto il 30 giugno 2024 e la trattativa, iniziata un mese prima con la presentazione della piattaforma sindacale, si è interrotta il 12 novembre scorso dopo otto incontri. Questo è il terzo sciopero da 8 ore per un totale di 24 proclamate: non accadeva dal 1999 quando ce ne vollero 36 prima di arrivare al rinnovo del contratto nazionale grazie alla mediazione del ministero del Lavoro.