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Delitto Garlasco, Stasi: “Uno tsunami di emozioni. Voglio la verità”, Sempio: “Sono tranquillo sul Dna”

“Mi auguro che si possa arrivare alla giustizia, per Chiara soprattutto, per la sua famiglia, per tutti quanti. Sono in fiduciosa attesa, con speranza” dice il 42enne condannato
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“Uno tsunami di emozioni”. Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio di Chiara Poggi, ha rilasciato un’intervista a “Le Iene”, in onda domenica 30 marzo, in cui torna a chiedere che emerga la sua verità. Il 42enne ha sempre negato di essere il responsabile del massacro della 26enne che fu trovata con il cranio massacrato nella villetta di famiglia a Garlasco. “Mi auguro che si possa arrivare alla giustizia, per Chiara soprattutto, per la sua famiglia, per tutti quanti”, afferma, spiegando di vivere la nuova indagine con “fiduciosa attesa, con speranza”. L’inchiesta, avviata dalla procura di Pavia, vede iscritto nel registro degli indagati Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, che frequentava la casa.

Su Sempio, indagato e archiviato una prima volta, punta il dito la difesa di Stasi aveva già innescato la prima indagine nel 2017. Sempio, ospite a Quarto Grado su Retequattro, è tornato a parlare della sua iscrizione nel registro degli indagati dopo 18 anni dal delitto. “Sul Dna sono tranquillo, frequentavo quella casa”, ha dichiarato Sempio. “Purtroppo questa storia corre lungo due binari: uno legale, che per me si è già concluso due volte con delle archiviazioni, e uno mediatico. Il problema qual è? Che, per quanto sia brutto e fastidioso, non posso ignorare la parte mediatica. Se non mi mostro, se non rispondo, se non mi faccio vedere, dall’altra parte possono tirarmi addosso di tutto. Quindi, a un certo punto, bisogna anche comparire e farsi vedere”.

Quanto alla possibilità di un confronto tra il suo Dna e quello trovato sotto le unghie di Chiara, Sempio si dice tranquillo: “Questa è una prova che è già stata fatta in passato e già si era arrivati alla conclusione che non c’era”. E aggiunge: “Penso che per la prima volta possa essere un test vero, essendomi sottoposto al test, c’è davvero il mio Dna. Quindi, per la prima volta, ci può essere un test vero. Che vengano fuori nuovi risultati, lo dubito. Che trovino qualche mia traccia in casa o sotto le unghie, ok, potrebbe essere. Io frequentavo la casa, frequentavo il posto”.

Sulla sua conoscenza con la vittima, Sempio chiarisce: “Chiara era una bella ragazza, ma non avevo alcun interesse verso di lei”. E precisa: “Avevo con lei un rapporto puramente di cortesia. L’ho incrociata qualche volta in casa, ci salutavamo e finiva lì. Non c’è mai stato nulla di più, nessun contatto”. Poi aggiunge: “Era una ragazza avvenente, questo posso dirlo. Però non c’è mai stato nessun altro contatto tra me e lei. Non abbiamo mai avuto neanche una conversazione, non ci siamo mai scambiati i numeri”. Sempio sottolinea come il fratello e la famiglia di Chiara Poggi “sono sempre stati dalla mia parte e, anche adesso, quando è ripartito quest’ultimo caso, lo stesso giorno in cui è uscita la notizia sui giornali e si è scatenato il clamore mediatico, Marco mi ha chiamato subito”. In questi anni, mesi e giorni ho cercato di ricordare cosa aveva toccato e cosa no: “Ho pensato a tutto. Sono stato in salotto, ho mangiato al loro tavolo, sono stato in bagno, sono stato nella camera di Chiara”.

Intanto, Stasi, sempre alle “Le Iene” ha raccontato la sua quotidianità in carcere e la possibilità di un’uscita anticipata: “Potrei chiedere l’affidamento in prova e tornare finalmente a casa. Non sono questi pochi mesi che per me fanno la differenza, ho motivazioni più profonde: sarebbe molto più importante trovare la verità”. Detenuto a Bollate, descrive un ambiente più umano di quanto si possa immaginare: “Si crea un po’ di cameratismo, ci si trova nella stessa situazione, anche se per motivi diversi”. Sul suo futuro fuori dal carcere, Stasi ha sogni semplici: “Una famiglia classica, tranquillità. È quello che ho sempre desiderato”. Ma la priorità, ribadisce, resta una: “Che venga alla luce tutto quello che deve emergere. Nient’altro”.

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