“Se ripenso a quel passato mi sento una sopravvissuta, e anche molto bene”. È un bilancio schietto, a tratti disincantato, quello che Isabella Ferrari traccia della sua lunga carriera in un’intervista a La Stampa. L’attrice, 60 anni, rievoca i set con maestri come Ettore Scola e Dino Risi, riflette sulle difficoltà incontrate e sulla sfida costante di reinventarsi, fino alla decisione di lasciare un ruolo iconico come quello del commissario Giovanna Scalise in “Distretto di Polizia”.
Il ricordo più “angoscioso“, ma anche stimolante, è legato a Dino Risi sul set di “Dagobert“: “Urlava con il megafono ‘sei la più cagna’ e poi, un attimo dopo, ‘sei la più bella’. Tornavo a casa e soffrivo un sacco, però quelli sono stati incontri stimolanti, soprattutto se li paragoniamo ai nostri giorni, ai set in cui bisogna stare attenti a tutto quello che si dice, in cui si gira con l’intimacy coordinator”. Un passato vissuto intensamente, da cui si sente, appunto, una “sopravvissuta“. Ma non solo urla. C’è anche la dolcezza paterna di Ettore Scola sul set di “Romanzo di un giovane povero”: “Ricordo ancora quando, prima che iniziassi a recitare un lungo monologo che mi spaventava molto, mi mise una mano sulla spalla dicendo ‘parti da te stessa, pensa a tua madre'”.
Un percorso, quello della Ferrari, fatto anche di momenti difficili, come un periodo, circa dieci anni fa, in cui le offerte di lavoro scarseggiavano: “Non mi arrivavano più offerte, per un attore è complicato, si vive sempre in attesa della prossima parte… forse ero cambiata, forse ero invecchiata, non ero più la donna seduttiva di certe storie”. Una riflessione amara, che la porta a constatare come “noi donne in questo cinema dobbiamo sempre fare i conti con l’età”. E a proposito di immagine, l’attrice, spesso etichettata all’inizio della carriera per la sua bellezza, racconta di aver sempre cercato di smarcarsi da quella rappresentazione: “Ho cercato di staccarmene, facendo altro. E ci sono sempre riuscita, interpretando film o serie tv che mi allontanavano da quel tipo di rappresentazione”.
Una scelta coerente, che spiega anche la decisione di lasciare “Distretto di Polizia” dopo solo due stagioni, nonostante l’enorme popolarità del personaggio e le lusinghe economiche: “Se avessi continuato mi sarei arricchita, ma a quel punto avevo di nuovo voglia di un’altra pelle”. Il successo era tale che “passavo [in aeroporto] e mi salutavano ‘Commissario'”, ricorda, “ma io non volevo diventare il commissario d’Italia, anche se mi sono divertita tanto e ho lavorato con attori stupendi. Magari un altro anno avrei potuto pure farlo”.
Oggi, a 60 anni, Isabella Ferrari continua a sperimentare, a mettersi in gioco con ruoli diversissimi: dalla Cosima Misseri in “Qui non è Hollywood” alla parrucchiera di “Storia della mia famiglia”, fino alla costumista dispotica in “Diamanti” di Ozpetek e all’apparizione nel videoclip di Checco Zalone “L’ultimo giorno di patriarcato”.