Dazi Usa, Meloni annulla gli impegni: vertice d’emergenza del governo. Tajani: “Approccio fermo, ma serve dialogo”

Giorgia Meloni ha annullato gli impegni previsti oggi in agenda “in modo da poter concentrare la propria attività sulle azioni da intraprendere in seguito all’introduzione di nuovi dazi da parte del governo degli Stati Uniti“. La premier era attesa alle 17 in Calabria per partecipare all’inaugurazione della stazione dei Carabinieri di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia. A palazzo Chigi, sede del governo, è stata convocato un vertice d’emergenza a cui, oltre alla presidente del Consiglio, sono arrivati i ministri dell’Economia Giancarlo Giorgetti, delle Imprese Adolfo Urso, dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e degli Affari europei Tommaso Foti. Presenti anche i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia era collegato da Bruxelles, dove ha incontrato il commissario Ue al Commercio Maroš Šefčovič: i due, si legge in una notta, “hanno convenuto sulla necessità di mantenere un approccio fermo ma basato sul dialogo, volto ad evitare un’ulteriore escalation sul fronte commerciale”. In mattinata, travolto dall’emergenza, il ministro Foti ha dovuto lasciare in anticipo un convegno sull’idroelettrico alla Camera: “Bisogna trovare possibilmente soluzioni e risposte che abbiano una loro logica“, ha spiegato. Anche dalla Lega, il più trumpista tra i partiti italiani, trapela una linea preoccupata: “Se gli Stati Uniti hanno deciso di tutelare le proprie imprese, è necessario che l’Italia continui a difendere con determinazione il proprio interesse nazionale anche alla luce dei troppi limiti dell’Europa“.
Dall’opposizione, invece, il leader M5s Giuseppe Conte infierisce sulla presidente del Consiglio, che ha tenuto fino all’ultimo una linea attendista sperando di trovare un accordo con Trump grazie ai buoni rapporti personali. “Meloni accumula un altro fallimento e il tempo è galantuomo”, dice a Coffee break su La7. “Io ho concluso l’accordo della Via della Seta per offrire un mercato importantissimo come sbocco ai nostri imprenditori. Meloni è uno scendiletto di chiunque sia a Washington, ha strappato quell’accordo e oggi dovrà andare con il cappello in mano da Xi Jinping per chiedere uno spazietto”, attacca. E suggerisce alla premier la strategia da tenere con Trump: “lo chiamerei e gli direi: “Stai avviando uno scontro, sappi che l’Italia non potrà che essere compattamente con l’Unione Europea, mi auguro che potremo trovare un compromesso, ma sappi che se tu dici “America first”, io dirò sempre “Italia first” ed “Europa first“”””. Poco dopo, in un punto stampa davanti a Montecitorio, l’avvocato ribadisce: “Meloni è arrivata completamente impreparata a questa catastrofe che si sta abbattendo sulle nostre imprese e famiglie come uno tsunami. Eppure era già da tempo che si preannunciava questo intervento, e lei nel frattempo ha strappato l’accordo della Via della Seta. A palazzo Chigi abbiamo dei dilettanti che stanno facendo male all’Italia”.
Anche la segretaria Pd Elly Schlein mette nel mirino la premier: “I dazi di Trump sono una mazzata per le imprese e i lavoratori italiani che faranno perdere all’Italia miliardi di euro e decine di migliaia di posti di lavoro. I danni saranno enormi, sia per i Paesi colpiti (l’Italia, che con gli Usa ha registrato nel 2024 un surplus commerciale di 39 miliardi, il secondo in Europa dopo la Germania) che per gli Stati Uniti. È incredibile come il governo sia rimasto fermo, senza fare niente, si sapeva da mesi che questo giorno sarebbe arrivato. Ma Giorgia Meloni ha usato il condizionale fino a ieri per non urtare l’amico Donald e fa arrivare l’Italia impreparata a questo disastro”, scrive. “Adesso basta, il governo deve svegliarsi e scegliere di stare dalla parte dell’Europa. Bisogna reagire uniti come Unione europea in maniera mirata e proporzionata, e costringere Trump a negoziare con una voce unica europea e tenendo la schiena dritta per scongiurare una guerra commerciale senza limiti e evitare la delocalizzazione di produzioni manifatturiere dall’Europa e dall’Italia verso gli Usa”.
Alla questione dazi dedica un lungo passaggio della sua newsletter anche Matteo Renzi: “Il rapporto speciale tra Meloni e Trump non esiste, al punto che la Meloni è tra i pochi leader neanche invitata alla Casa Bianca. L’idea che il sovranismo aiuti l’economia italiana è falsa: è vero il contrario. Il sovranismo danneggia l’economia italiana. A noi serve la globalizzazione, non il protezionismo”, scrive il leader di Italia viva. “Chi fino a qualche ora fa elogiava la politica internazionale di Giorgia Meloni dovrebbe finalmente capire che ci siamo isolati in Europa e siamo stati puniti dagli Stati Uniti: un capolavoro. Cornuti e mazziati, insomma”, attacca.”La Meloni deve svegliarsi. Continuare a fare la bella addormentata nel bosco stando nel mezzo costringe le imprese italiane a prendere schiaffi a destra e a sinistra. L’Italia deve guidare questa fase a fianco degli altri Paesi europei, senza fare i capricci come è successo in questi mesi”, prosegue. E chiede alla premier “un segnale”: “Nei due ministeri chiave di questa battaglia, Agricoltura e Sviluppo economico, Giorgia mandi a casa i suoi camerati/amichetti/cognati e metta gente preparata. Gente competente. Gente di qualità. Al posto di Lollobrigida e Urso mettiamo due persone del mondo imprenditoriale che conoscono i problemi delle nostre aziende. Si dia spazio al merito e non all’amichettismo”.