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Zelensky a Parigi parla della futura morte di Putin: sperarci non risolverà nulla

Se la popolazione russa è convinta di quello che Putin sta facendo, così pare dai sondaggi, è verosimile che il prossimo Presidente russo segua le orme del suo predecessore
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di Angelo Palazzolo

Prima del summit dei “volenterosi” della settimana scorsa a Parigi, Zelensky ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti francesi. Tra le altre cose, ha detto che “Putin ha paura di perdere il potere. Questo dipende dalla stabilità della società ma anche dalla sua età. Morirà presto, questo è un dato di fatto”. Vorrei commentare questo suo pensiero.

La Russia ha vissuto periodi economicamente disastrosi, ora invece la sua crescita è sostenuta con valori del Pil ben oltre la media dell’Eurozona (Pil 2023 = 3,6% e Pil 2024 = 4,1%) e il tasso di disoccupazione è il più basso degli ultimi trent’anni (2,3%). Nonostante l’inflazione sia alta (quasi al 9%), questa è più che compensata dal vertiginoso aumento dei salari reali e inoltre l’aumento dei prezzi ha incentivato le imprese ad investire in zone storicamente depresse. Con questi numeri, sciorinati in uno studio condotto da Richard Connolly e pubblicato dal think-tank britannico RUSI (Royal United Services Institute) il 22 gennaio scorso, è difficile immaginare una società in via di disgregazione.

È vero che non si vive di solo pane e avere una guerra in casa non è certo piacevole, ma allora proviamo a tagliare la testa al toro e a chiedere alla stessa popolazione russa cosa ne pensa della direzione in cui sta andando il Paese. Ebbene secondo il Levada Center, centro di ricerca indipendente (classificato in Russia come “agente straniero”), il 73% dei russi ritiene oggi che il Paese stia andando nella giusta direzione. Per non parlare del sostegno della popolazione russa per Vladimir Putin che è passato dal 63% della fine del 2021 all’88% del febbraio del 2025; una popolarità che nessun leader europeo si sogna neanche lontanamente.

Pertanto, sia per l’economia sia per il sentiment della società, Putin potrebbe governare la Russia per altri cent’anni, ma, dice Zelensky, “è vecchio, questo è un dato di fatto”, arriverà a breve la Grande Mietitrice che “Putin porterà via e tutto finirà”.

A parte che aver tirato in ballo l’età di Putin che ha 72 anni, quando Trump ne ha 78, non è stata proprio una genialata, considerati i turbolenti rapporti tra i due, ma mi chiedo se Zelensky si sia posto seriamente la domanda di cosa succederebbe se morisse Putin o, meglio, di cosa succederà quando morirà Putin. Se la popolazione russa è convinta di quello che Putin sta facendo, così pare dai sondaggi, è verosimile che il prossimo Presidente russo segua anch’egli le orme del suo predecessore. Allora, a meno che non si voglia invocare l’ennesimo – disastroso – regime change ad opera del “democratico Occidente” così da mettere a capo della Federazione Russa un proprio burattino, inviso al popolo e potenziale causa destabilizzatrice di un territorio sterminato, forse è il caso di indagare le cause profonde di questa guerra.

Sperare nella morte o nella sostituzione d’imperio di Putin non risolverà un bel niente. È l’illusoria speranza di chi non ha capito (o non vuole ammettere) che: 1) questa guerra l’ha voluta la Russia intera (o almeno la maggioranza dei russi, certo non solo Putin), 2) è stata causata dalle scellerate politiche di una Nato a trazione Usa e 3) non è stata evitata dalla miopia, dall’incapacità politica e dalla sudditanza agli Usa degli attuali leader europei.

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