Genoa, Preziosi sentito per un’ora e mezza dai pm che indagano per truffa

Un’ora e mezza, novanta minuti. È durato quanto una partita di calcio l’incontro tra Enrico Preziosi e il procuratore aggiunto di Genova, Alberto Landolfi. Come ha anticipato Il Fatto Quotidiano, l’ex patron del Genoa è stato sentito come persona informata sui fatti nell’ambito del fascicolo contro ignoti in cui si ipotizza la truffa. La vicenda è solo l’ultima puntata della guerra a colpi di carte bollate scoppiata per aggiudicarsi il controllo del club calcistico più antico d’Italia. “Sono stato chiamato, ho dato la mia testimonianza, basta. Aspetti poco chiari? Dovete chiederlo agli inquirenti”, si è limitato a dichiarare Preziosi alle agenzie di stampa, lasciando il palazzo di giustizia del capoluogo ligure.
L’imprenditore è rimasto presidente del Genoa per 18 anni: dal 2003 al 2021, quando ha ceduto la società al 777 Group. Durante la gestione del fondo Usa, Preziosi è stato protagonista di alcuni roventi botta e risposta con l’ad Andreas Blazquez. “Se non fossimo arrivati noi, il Genoa rischiava di fallire”, aveva dichiarato il manager spagnolo nel maggio del 2022. “È giusto che si sappia che non solo ho venduto il Genoa ad un euro ma anche che ho lasciato garanzie bancarie per 100 milioni valide per 18 mesi, dunque sino al 2024″, aveva replicato Preziosi. Proprio alla fine di maggio del 2024, l’ex patron aveva incontrato Blazquez all’hotel Four Season di Milano. Secondo Il Secolo XIX – che aveva pubblicato le foto del faccia a faccia – quell’incontro era servito per discutere di alcuni crediti vantati ancora da Preziosi nei confronti di 777. È probabile che anche il rendez-vous al Four Season sia stato tra temi affrontati da Preziosi in procura. Il Fatto ha chiesto un commento all’ex patron del Genoa, che però ha spiegato di non poter dire nulla riguardo a questa e altre questioni oggetto del suo incontro coi pm.
L’inchiesta della procura di Genova nasce da un esposto di Acm, società del gruppo Acap, holding assicurativa americana con un credito da due miliardi di dollari nei confronti 777 Group. All’epoca del faccia a faccia tra Preziosi e Blazquez, il fondo Usa era già schiacciato dai debiti. Acap ha quindi preso il controllo della società che detiene tutte le partecipazioni calcistiche di 777. L’aumento di capitale deciso dal cda e dall’assemblea dei soci tra il novembre e il dicembre del 2024, però, ha portato all’ingresso in società di Dan Sucu, diventato azionista di maggioranza e nuovo presidente del Genoa. Una manovra contestata da Acap, che per questo ha fatto causa all’attuale proprietà dei rossoblù, chiedendo al tribunale civile di annullare gli atti relativi all’aumento di capitale, sospendendone l’efficacia in via cautelare. Il giudice Daniele Bianchi ha respinto quest’ultima istanza, ritenendola infondata e inammissibile, rinviando la discussione di merito al 20 maggio.
Parallelamente alla causa civile, Acap ha depositato l’esposto che ha fatto nascere l’inchiesta per truffa. Prima di Preziosi, i pm avevano già ascoltato l’ex presidente Alberto Zangrillo e l’avvocato Andrea D’Angelo, ex vicepresidente e piccolo azionista, l’unico a votare contro l’aumento di capitale nell’assemblea dei soci del 14 dicembre scorso, contestando la “non completa chiarezza” dell’operazione. L’indagine, affidata al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, è alle battute iniziali. Così come gli interrogatori: nei prossimi giorni, infatti, sono previste nuove audizioni.
Resta in contatto con la community de Il Fatto Quotidiano