Shoshana Chatfield, Trump licenzia la rappresentante Usa alla Nato: per i conservatori aveva idee troppo “woke”

Era finita nel mirino per le sue idee troppo “woke“. Per questo Shoshana Chatfield, vice ammiraglia dei Marines che ha ricoperto finora l’incarico di rappresentante degli Stati Uniti presso la Nato, è stata licenziata dall’amministrazione Trump. Il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, l’ha rimossa “a causa – precisa un laconico comunicato del portavoce del Pentagono Sean Parnell – della perdita di fiducia nella sua capacità di comando”.
Chatfield è una delle poche donne ad avere ricevuto il riconoscimento di ufficiale a tre stelle nella Marina, è pilota di elicottero, ha ricoperto vari incarichi dirigenziali all’interno della Nato e ha insegnato all’Accademia aeronautica americana. E’ stata la prima donna a dirigere il Naval War College, fino al 2023. Il suo licenziamento è l’ultimo a scuotere il Pentagono dopo la rimozione, giovedì scorso, del generale Timothy Haugh, capo della National Security Agency e del Cyber Command degli Stati Uniti. Per la Marina, segue il licenziamento del suo ufficiale di grado più alto, l’ammiraglio Lisa Franchetti, la prima donna a diventare capo delle operazioni navali.
Chatfield era da tempo nel mirino dei conservatori, e i critici l’hanno definita “woke” per le sue dichiarazioni rilasciate quando ha assunto la carica di presidente del Naval War College nel 2019. “Voglio vedere i membri di questo team mostrarsi reciprocamente rispettosi delle differenze, della diversità, del dialogo da cui emergono idee e collaborazione”, affermò all’epoca. Decisamente troppo “woke” per l’amministrazione di Donald Trump, che ha avviato una profonda riforma dell’esercito, cercando di allineare l’esercito alle sue priorità e a quelle dell’ideologia ultra-conservatrice di cui è espressione, licenziando alti ufficiali e migliaia di dipendenti civili.
Non a caso Chatfield era stata anche una dei 20 leader militari menzionati nella lettera che l’American Accountability Foundation, un watchdog conservatore, aveva inviato a Hegseth a dicembre. L’organizzazione sosteneva che i personaggi menzionati nella lettera fossero eccessivamente concentrati sulle politiche “DEI” (Diversity, Equity, and Inclusion) e su altre iniziative progressiste, ostacolando così la prontezza operativa dell’esercito. “Epurare i woke dall’esercito è imperativo, ma limitarsi a venerare le politiche woke non basterebbe a portare le nostre forze armate al massimo livello di preparazione”, ha scritto il presidente dell’AAF, Thomas Jones, nella lettera. “Coloro che sono stati responsabili dell’istituzione di queste politiche devono essere rimossi“.
Diversi democratici hanno denunciato il licenziamento: Adam Smith ha affermato che gli Stati Uniti sono “meno sicuri a causa delle azioni del presidente Trump” mentre il senatore Jack Reed ha definito il licenziamento “ingiustificato” e “vergognoso”. “Il silenzio dei miei colleghi repubblicani è profondamente preoccupante. In meno di tre mesi, Trump ha licenziato dieci tra generali e ammiragli senza spiegazioni, compresi i nostri ufficiali di guerra più esperti”, ha aggiunto.
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