I Repubblicani Usa alla Camera approvano con maggioranza risicata la bozza del ddl di bilancio voluto da Trump

La Camera Usa ha approvato con un margine risicato – 216 voti favorevoli e 214 contrari – la bozza della legge di bilancio varata dal Senato, che verrà utilizzata per attuare parti chiave dell’agenda legislativa di Donald Trump. Il testo, attraverso un trucco contabile, limita a 4 miliardi i tagli fiscali previsti per coprire il rinnovo dei maxi tagli fiscali della prima presidenza del tycoon. La versione proposta in precedenza dalla Camera conteneva al contrario una pesante sforbiciata alla spesa da 1.500 miliardi di dollari.
Proprio sull’entità dei tagli il Grand Old Party ha rischiato la spaccatura. Tanto che qualche ora prima, nella notte italiana, temendo una bocciatura lo speaker Mike Johnson aveva rinviato il voto. Tra i Conservatori c’era infatti una fronda che chiedeva una spending review molto più radicale. E siccome le versioni approvate dalle due Camere devono essere identiche, voleva rimandare in discussione la bozza.
Mentre il presidente si giocava la partita madre dei dazi, con l’incredibile dietrofront di ieri, alla fine solo due repubblicani si sono espressi contro e altri due si sono astenuti. Il risultato finale è una vittoria per Johnson, che ha lavorato fino a notte fonda per accontentare la pattuglia e arrivare al voto prima della chiusura di Capitol Hill per due settimane. Lo stesso Trump aveva ammonito i refrattari a “smetterla con le ostentazioni”. E ora esulta per questo primo passo verso l’ok alla “grande, splendida legge”, come l’ha battezzata, da licenziare entro fine anno. Oltre alle agevolazioni fiscali e ai tagli alla spesa pubblica prevede anche espulsioni di massa.
I repubblicani definiranno più nel dettaglio i tagli fiscali anche perché la bozza approvata oggi è abbastanza generica. Ci sono ancora altre votazioni in vista della stesura del pacchetto definitivo.
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