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Spalma sul tramezzino la tintura per capelli della moglie e si sente malissimo: “Pensavo fosse maionese”

Il dottor Giorgio Ricci, responsabile del Centro antiveleni di Verona, ha rivelato che il paziente non voleva andare in ospedale "perché voleva evitare di fare la coda"

di F. Q.
Spalma sul tramezzino la tintura per capelli della moglie e si sente malissimo: “Pensavo fosse maionese”

A Vicenza, un uomo di 80 anni ha spalmato sul tramezzino prosciutto e formaggio quella che credeva fosse maionese. In realtà, era la tintura per capelli della moglie, contenente ammoniaca. Dopo averlo mangiato ha iniziato ad accusare dolori allo stomaco e bruciore. I familiari hanno chiamato subito i soccorsi. Come riporta Il Corriere del Veneto, a gestire il caso è stato il Centro antiveleni di Verona. È stata la dottoressa Lucia Drezza a dare indicazioni precise e tempestive.

“Abbiamo saputo di questo caso – ha spiegato il dottor Giorgio Ricci, responsabile del centro – dal Suem di Vicenza che a sua volta era stato allertato dai parenti dell’ottantenne”. Ma il paziente non voleva andare in ospedale. “Il paziente ha rifiutato di andare al Pronto soccorso dell’ospedale berico perché voleva evitare di fare la coda. Ha anche minimizzato i sintomi provocati dall’aver ingerito l’ammoniaca. ‘Non sto male, se peggioro ci andrò dopo’ ci ha detto in dialetto”.

Così, la dottoressa Drezza ha fornito istruzioni a distanza: “La collega gli ha suggerito allora di curarsi con i protettori dello stomaco e della mucosa gastrica come il pantoprazole. Gli ha anche detto di restare a digiuno da liquidi e solidi per oltre quattro ore e poi provare a mangiare per verificare che non ci fossero difficoltà a deglutire”.

La dose di ammoniaca ingerita era fortunatamente bassa. “L’ammoniaca è contenuta per un massimo al 10 per cento e se si pensa anche alla quantità limitata di maionese utilizzata in un tramezzino, si può dedurre che si è arrivati al massimo a mezzo grammo di veleno“. Non ha più richiamato. “Pensiamo che si sia ristabilito nel giro di poco tempo“.

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