Salvini tira Meloni per la giacchetta: “Con Trump non insegua le posizioni Ue”. Tajani lo gela: “Va a sostenerle”
La tregua armata dentro il governo sulla postura dell’Italia nei confronti dei rapporti con Usa e Unione Europea vive un altro scossone. A provocarlo è l’incontro che si terrà in settimana tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Donald Trump. A ritrovarsi sui fronti opposti della barricata, tanto per cambiare, sono i suoi vice Matteo Salvini e Antonio Tajani. Reduci dallo scontro per la telefonata del primo a JD Vance affrontando anche temi di politica estera, i due ministri tornano a proporre linee diametralmente opposte in vista del faccia a faccia della Casa Bianca.
A dividerli è la posizione da assumere nei confronti di Washington e della guerra commerciale innescata da Trump. Le avvisaglie degli scorsi giorni, alla vigilia del viaggio negli Usa della premier, si trasformano in un papocchio. Secondo Salvini, la presidente del Consiglio “dovrà avere la linea del buon senso, quello che il governo italiano ha sempre tenuto, non inseguendo gli ultrà di Parigi o Bruxelles che parlano di bazooka, contro dazi e guerre commerciali”. L’Italia, ha sostenuto il ministro del Trasporto, ha “una posizione di dialogo e di confronto tra Europa e Usa e non si può aprire la guerra commerciale dei dazi a livello mondiale”. Quindi – spiega – “dobbiamo ridurre l’impatto sulle nostre aziende”.
Tajani? Ha un’idea completamente diversa. Per il ministro dell’Esteri quella della premier dal presidente americano è “una missione che va a sostenere le posizioni europee” perché “siamo convinti che l’Europa debba presentarsi unita” e “l’Italia non si sostituisce all’Europa, ma può dare un contributo”, ha spiegato intervenendo a Re Start su Rai Tre. Sul tavolo dei colloqui con Trump “ci sarà anche il dossier commerciale, oltre quello di politica estera”, ha precisato Tajani.
Del resto, è stata la stessa Commissione Ue a specificare che la presidente Ursula von der Leyen e Meloni sono in “contatti regolari” anche a proposito della missione a Washington: “Come la presidente ha detto in alcune interviste, qualsiasi contatto con gli Usa è il benvenuto”, ha spiegato una portavoce della Commissione ricordando tuttavia che “la competenza sui negoziati per accordi commerciali è dell’Ue, come previsto nei trattati” nei quali si parla di “competenza esclusiva”.
Sullo sfondo dello scontro c’è anche un altro argomento che Meloni affronterà con Trump: la spesa del 2% del pil per la difesa. La premier – come anticipato da Il Fatto Quotidiano – porterà alla Casa Bianca l’impegno a raggiungere quel tetto. Un argomento che il leader della Lega mal digerisce. La proposta dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri a maggio per dare il via libera allo scostamento di bilancio, da approvare in Parlamento a maggioranza assoluta.
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