Inchiesta corruzione a Vigevano, l’ex europarlamentare Ciocca (Lega) rischia il processo

Rischiano il processo il sindaco di Vigevano Andrea Ceffa e l’ex eurodeputato della Lega Angelo Ciocca. La procura di Pavia guidata da Fabio Napoleone ha concluso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio nei loro confronti e di altre 6 persone nell’ambito dell’inchiesta sui casi di presunta corruzione verificatisi nella cittadina lombarda, che hanno coinvolto esponenti della politica e dell’imprenditoria locale.
Le accuse mosse dalla pm Chiara Giuiusa, a vario titolo, sono di istigazione alla corruzione, corruzione e falsità ideologica. Tra gli indagati anche l’ex consigliera comunale Roberta Giacometti, tre dirigenti dell’Asm di Vigevano, l’imprenditore edile ed ex presidente provinciale di Ance Alberto Righini e la sua compagna. La vicenda riguarda due diversi filoni di indagine, tra loro connessi.
Ciocca è accusato di essersi adoperato per far cadere il sindaco del suo stesso partito nel 2022 cercando di reclutare consiglieri disposti a dimettersi. Secondo gli inquirenti l’ex europarlamentare – a cui è contestata l’istigazione alla corruzione – avrebbe “avvicinato” almeno un consigliere comunale – Emma Stephan, attraverso il suo compagno – con la proposta di ricevere la somma di 15mila euro per partecipare alla cosiddetta “congiura di Sant’Andrea”, ordita per fare dimettere Ceffa. Con l’ex europarlamentare del Carroccio – stando alla ricostruzione dei carabinieri – avrebbe agito anche Righini, sottoposto alla misura cautelare della interdizione temporanea dalla attività imprenditoriale.
“I due rifiutarono, ma segnalarono l’accaduto al sindaco”, sottolinea la procura. Le dimissioni di massa vennero sventate, ma “il sindaco, per assicurarsi il sostegno politico di un’altra consigliera comunale, Roberta Giacometti, le avrebbe procurato, tramite un prestanome, una consulenza presso Asm Vigevano, di cui la municipalizzata non aveva alcuna effettiva necessità, al solo fine di assicurare un illecito vantaggio economico alla donna”, è la ricostruzione della procura.
“Gli imputati – è la tesi degli inquirenti – pur di assicurare il sostegno politico della consigliera comunale al sindaco sarebbero stati disposti a falsificare la determinazione dirigenziale di affidamento dell’incarico, facendo falsamente risultare che il contratto di consulenza fosse affidato a una terza persona e non alla consigliera che, quanto tale, sarebbe stata incompatibile”. Per questa ipotesi di reato, il sindaco Ceffa si trova ancora agli arresti domiciliari, mentre per Giacometti e i tre ex dirigenti di Asm la misura è stata sostituita con l’interdizione temporanea dai pubblici uffici.
Articolo aggiornato alle 11.11 del 15/4/2025
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