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Rivolta dei detenuti nel carcere di Piacenza: agenti in tenuta antisommossa

I disordini sono iniziati martedì mattina in un’ala del penitenziario delle Novate. La sommossa è rientrata nel pomeriggio
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Rivolta dei detenuti all’interno del carcere di Piacenza. I disordini sono iniziati martedì mattina in un’ala del penitenziario delle Novate e gli agenti della polizia penitenziaria sono intervenuto per fronteggiando la rivolta in tenuta antisommossa.

Nel pomeriggio la situazione è tornata sotto controllo. Da quanto si apprende, la protesta sarebbe nata da un mancato rientro in cella di alcuni detenuti. Durante i momenti di tensione alcuni detenuti ristretti in una delle sezioni dell’istituto avevano incendiato i materassi, per cui si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Subito dopo un gruppo si era barricato. “Grazie all’azione del gruppo di intervento della polizia penitenziaria di Piacenza la sezione è stata aperta e i facinorosi sono stati portati fuori“, spiega il sindacato Sappe.

Alcuni detenuti, responsabili dei disordini, saranno trasferiti. Durante la rivolta sono intervenuti gruppi di agenti da altre province, a supporto del personale di Piacenza, dove erano stati richiamati anche quelli liberi dal servizio. Secondo quanto precisato dal garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale, Roberto Cavalieri, gli agenti erano stati autorizzati a vestire caschi e scudi.

“Chiediamo l’immediato allontanamento di tutti i detenuti che si sono resi responsabili dei disordini – affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Campobasso, segretario nazionale- e l’applicazione delle misure di rigore di cui all’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario. Il nostro plauso e ringraziamento va a tutti i colleghi intervenuti, i quali con grande professionalità hanno evitato conseguenze peggiori. L’azione è stata perfetta, tanto che non ci sono stati feriti tra i colleghi e gli stessi detenuti”, hanno sottolineato.

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