La cittadina italiana Ilaria Salis è rientrata in patria, ma nessuno è andato a riceverla. E già, non poteva essere accolta da qualche esponente di governo, il rimpatrio mica era stato anticipato da un bacino di Biden. No! Anzi, penso che Orban suo malgrado sia stato costretto a liberarla, salvo l’annuncio della magistratura ungherese, che chiederà la revoca dell’immunità della Salis, visto che nel frattempo è stata eletta al Parlamento europeo.

Lo so, l’elezione di Ilaria Salis per qualche nostrano è ancora indigesta, tuttavia segnalo la nota pubblicità che aiuta a far digerire anche i rospi. E poi non siamo in democrazia? Non ho sentito commenti di felicitazione da parte di una certa classe politica, cosa che è avvenuto con un altro connazionale che rientrava in patria, Chico Forti, pur essendo un assassino conclamato. E’ question of difference between men and women? Ah! Giusto Ilaria Salis è una donna!

Poi, nemmeno l’illustre padre putativo di Porta a Porta, almeno finora, ha sentito il bisogno di invitarla per consentirle di lumeggiare i fatti contestati – ammesso che lei abbia voglia di andarci.

Noto con dispiacere che in questa benedetta Italia taluni sono garantisti ad personam, dimenticandosi che la presunzione d’innocenza vale per tutti e non solo per gli amici degli amici. Lo Stato di diritto è la pietra miliare che regola la vita di noi cittadini. Sino ad oggi, la Salis è una imputata, come lo sono Toti, Sgarbi, la ministra Santanchè e tanti altri, e quindi la presunzione di innocenza vale solo per quest’ultimi e non per Ilaria Salis?

E non venite a raccontarmi la favola che è pregiudicata, perché noti pregiudicati hanno occupato e occupano gli scranni degli ambulacri del potere romano. Mi limito a dire che in questo Paese abbiamo allestito una fabbrica che produce ipocrisie a carattere industriale. e quando, ahimè, ascolto taluni personaggi blaterare sul concetto di libertà o sulla mistificazione della giustizia, ebbene, conati di vomito tentano di sopraffarmi.

In un paese civile, come pomposamente taluno afferma essere l’Italia, non dovrebbero esserci figli e figliastri. L’imparzialità dovrebbe essere il dogma per governare e invece assisto a comportamenti faziosi che privilegiano alcuni piuttosto che altri. Durante il mio percorso lavorativo, ho giurato innanzi alla Costituzione (amo il Tricolore e sono felicemente antifascista) la mia fedeltà allo Stato, anche a costo di perdere la vita. E ai miei occhi, tutte le persone erano uguali innanzi alla Legge e tutti innocenti sino a sentenza passata in giudicato.

Sta tutta qui la differenza: io rappresentavo lo Stato senza pregiudizi di sorta e soprattutto rispettavo tutti, dal mafioso al piccolo criminale. Invero, alcuni politici, un giorno sì e l’altro pure, dimenticano di essere imparziali: addirittura distorcono la verità persino sulla rissa in Parlamento, che gli italiani han ben visto.

Forse e dico forse è questione di “decimi”, riferito alla vista e non alle farneticazioni di un generale. Spesso mi chiedo se costoro han firmato il giuramento verso lo Stato con cognizione di causa o perché obbligati dalla Costituzione. Spero che la storia un giorno ci darà delle risposte. Intanto auguri di buon lavoro, Ilaria Salis.

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