Il titolo è abbastanza eloquente: “Vogliono indagare Arianna Meloni“. Il direttore de il Giornale, Alessandro Sallusti, dedica la prima pagina alla sua tesi puntando il dito su quello che definisce “l’asse giornali-sinistre-procure” per “mettere nel mirino” la sorella della premier presentata come “indaffarata a fare e disfare le più delicate nomine di Stato“. Ma la vicenda non finisce qui. Come se il fatto stesso di averlo ipotizzato lo rendesse vero, l’intera classe parlamentare e dirigente di Fratelli d’Italia scende in campo: Giovanni Donzelli evoca “una cospirazione di giornalisti, politici di sinistra e magistrati compiacenti”, per Lucio Malan “è inquietante” il “possibile sbocco giudiziario della campagna sistematicamente condotta contro Arianna Meloni”, mentre Tommaso Foti incalza con un “Non passerete“. Il dato di fatto è che però Sallusti e Fdi stanno parlando del nulla: di “sbocchi giudiziari” al momento nemmeno l’ombra. Tirato in ballo da Sallusti – come leader di un partito che fa parte della presunta “operazione” – interviene anche Matteo Renzi che replica sarcastico: “Vi immaginate? Io che organizzo complotti assieme ai giudici (io!) perché arrivi un avviso di garanzia a una delle sorelle della premier!”.
Meloni: “Schema già visto contro Berlusconi” – E nel tardo pomeriggio arriva anche il commento proprio della premier: “Purtroppo reputo molto verosimile quanto scritto oggi da Alessandro Sallusti su il Giornale. D’altronde è uno schema visto e rivisto soprattutto contro Silvio Berlusconi“, commenta Giorgia Meloni contattata telefonicamente dall’Ansa. Per la presidente del Consiglio si tratta di “un sistema di potere che usa ogni metodo e ogni sotterfugio pur di sconfiggere un nemico politico che vince nelle urne la competizione democratica. Hanno setacciato la vita mia e di ogni persona a me vicina – ha aggiunto – senza trovare nulla per attaccarci”.
L’editoriale di Sallusti – “Non c’è giorno che su un gruppo di giornali non si parli di Meloni Arianna”, scrive Sallusti secondo il quale tutto sarebbe finalizzato a “preparare il terreno per portare la magistratura a indagare” sulla sorella della presidente del Consiglio. Ma il direttore de il Giornale ipotizza, addirittura, il reato che potrebbe esserle contestato: traffico di influenze, “un reato – aggiunge – che ben si presta ad accuse in mancanza di meglio o di prove, stante la sua aleatorietà”. Il giornalista denuncia che “c’è un lavoro di cesello, ogni giorno un tassello – confezionato a volte come retroscena, altre come indiscrezione, altre ancora come fonti che chiedono l’anonimato – viene offerto all’opinione pubblica per raccontare una Arianna Meloni indaffarata a fare e disfare le più delicate nomine di Stato, a piazzare amici e amiche a destra e a manca”. E il direttore del quotidiano di proprietà degli Angelucci evoca così un “metodo Palamara” “in grado di deviare il corso della democrazia“.
Le reazioni di Fdi – Immediata arriva la valanga di dichiarazioni degli esponenti del partito di Giorgia Meloni. “Quanto scrive oggi Alessandro Sallusti su Il Giornale, a proposito del possibile sbocco giudiziario della campagna sistematicamente condotta contro Arianna Meloni, è inquietante ma purtroppo coerente e simile a campagne viste nel passato”, commenta il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan. “Solidarietà piena ad Arianna Meloni e un messaggio ai mestatori professionali: ‘Non passerete'”, scrive in una nota il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, che commenta così “l’attenzione morbosa e ingiustificata che alcuni giornali e una parte dell’opposizione riservano ad Arianna Meloni”. “Dietro a tutto questo potrebbe esserci il tentativo di inquinare la democrazia, condizionare, indebolire e ricattare il governo Meloni tramite questo colpo basso e surreale proprio ad Arianna”, incalza il deputato e responsabile organizzazione di Fdi, Giovanni Donzelli evocando “una cospirazione di giornalisti, politici di sinistra e magistrati compiacenti per creare un evento politico. Attenzione, non per accertare un ipotetico reato“, ha aggiunto. “È a dir poco raccapricciante, anche perché verosimile, lo scenario evocato oggi dal direttore Sallusti”, dichiara il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro: “Nulla di nuovo sotto il sole: la sinistra – aggiunge – cerca sempre di scatenare scorciatoie giudiziarie che ribaltino l’esito infelice delle urne e in ogni caso è nata con l’imprinting della calunnia, della diffamazione, delle illazioni”. E queste sono solo alcune delle dichiarazioni di esponenti di Fdi.
La replica di Matteo Renzi – “Delle due l’una. O le sorelle Meloni sanno qualcosa che noi non sappiamo e allora questa uscita serve ad aprire una polemica preventiva che capiremo nei prossimi mesi oppure il ferragosto pugliese di Giorgia non è andato benissimo e qualche panzerotto è andato di traverso: dentro Fratelli d’Italia c’è troppo nervosismo“, replica il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, citato nell’articolo de il Giornale. “Sallusti, ipotizza un complotto e ovviamente da stamani quelli di Fdi rilanciano la notizia, a cominciare dal coordinatore Donzelli: segno evidente che è una strategia comunicativa preparata a tavolino“, aggiunge Renzi. “Le sorelle Meloni vedono i fantasmi? In questa domenica di agosto ci tocca rispondere alle aggressioni di Fratelli d’Italia e alle ansie da complotto della famiglia della premier”, sottolinea l’ex presidente del Consiglio.
Nel suo tweet Renzi ricostruisce la vicenda: “Quattro giorni fa il Fatto Quotidiano pubblica un articolo in cui ipotizza la partecipazione di Arianna Meloni a una riunione sulle nomine Rai. Nomine che spettano al governo, di cui Arianna non fa parte. Una nostra deputata, Boschi, chiede di conoscere in commissione di Vigilanza se questa cosa sia vera o meno. Il giorno dopo, Repubblica pubblica un articolo in cui ipotizza la nomina in Fs di una manager vicina a Arianna Meloni. Nomine che spettano al governo, di cui Arianna non fa parte. Una nostra senatrice, Paita, chiede di conoscere in Parlamento se questa cosa sia vera o meno”. Tutto regolare, sottolinea l’ex premier: “le parlamentari di Italia viva fanno semplicemente il loro lavoro: fanno l’opposizione. L’opposizione presenta interrogazioni parlamentari, il Governo risponde: in democrazia funziona così”. A suo avviso, però, “il partito di Giorgia Meloni inizia a insultare Italia viva. Definisce me ‘boss di provincia’ e ‘capobranco’ e accusa le parlamentari di far parte di ‘una muta di cani’. Questo linguaggio di odio, violento e squadrista è il modo con il quale il partito di maggioranza replica a delle legittime domande di un partito d’opposizione”, conclude Renzi.
Politica
‘Vogliono indagare Arianna Meloni’. Sallusti lancia il sasso e Fdi grida alla cospirazione. La premier: ‘Stesso schema usato con Berlusconi’
Il titolo è abbastanza eloquente: “Vogliono indagare Arianna Meloni“. Il direttore de il Giornale, Alessandro Sallusti, dedica la prima pagina alla sua tesi puntando il dito su quello che definisce “l’asse giornali-sinistre-procure” per “mettere nel mirino” la sorella della premier presentata come “indaffarata a fare e disfare le più delicate nomine di Stato“. Ma la vicenda non finisce qui. Come se il fatto stesso di averlo ipotizzato lo rendesse vero, l’intera classe parlamentare e dirigente di Fratelli d’Italia scende in campo: Giovanni Donzelli evoca “una cospirazione di giornalisti, politici di sinistra e magistrati compiacenti”, per Lucio Malan “è inquietante” il “possibile sbocco giudiziario della campagna sistematicamente condotta contro Arianna Meloni”, mentre Tommaso Foti incalza con un “Non passerete“. Il dato di fatto è che però Sallusti e Fdi stanno parlando del nulla: di “sbocchi giudiziari” al momento nemmeno l’ombra. Tirato in ballo da Sallusti – come leader di un partito che fa parte della presunta “operazione” – interviene anche Matteo Renzi che replica sarcastico: “Vi immaginate? Io che organizzo complotti assieme ai giudici (io!) perché arrivi un avviso di garanzia a una delle sorelle della premier!”.
Meloni: “Schema già visto contro Berlusconi” – E nel tardo pomeriggio arriva anche il commento proprio della premier: “Purtroppo reputo molto verosimile quanto scritto oggi da Alessandro Sallusti su il Giornale. D’altronde è uno schema visto e rivisto soprattutto contro Silvio Berlusconi“, commenta Giorgia Meloni contattata telefonicamente dall’Ansa. Per la presidente del Consiglio si tratta di “un sistema di potere che usa ogni metodo e ogni sotterfugio pur di sconfiggere un nemico politico che vince nelle urne la competizione democratica. Hanno setacciato la vita mia e di ogni persona a me vicina – ha aggiunto – senza trovare nulla per attaccarci”.
L’editoriale di Sallusti – “Non c’è giorno che su un gruppo di giornali non si parli di Meloni Arianna”, scrive Sallusti secondo il quale tutto sarebbe finalizzato a “preparare il terreno per portare la magistratura a indagare” sulla sorella della presidente del Consiglio. Ma il direttore de il Giornale ipotizza, addirittura, il reato che potrebbe esserle contestato: traffico di influenze, “un reato – aggiunge – che ben si presta ad accuse in mancanza di meglio o di prove, stante la sua aleatorietà”. Il giornalista denuncia che “c’è un lavoro di cesello, ogni giorno un tassello – confezionato a volte come retroscena, altre come indiscrezione, altre ancora come fonti che chiedono l’anonimato – viene offerto all’opinione pubblica per raccontare una Arianna Meloni indaffarata a fare e disfare le più delicate nomine di Stato, a piazzare amici e amiche a destra e a manca”. E il direttore del quotidiano di proprietà degli Angelucci evoca così un “metodo Palamara” “in grado di deviare il corso della democrazia“.
Le reazioni di Fdi – Immediata arriva la valanga di dichiarazioni degli esponenti del partito di Giorgia Meloni. “Quanto scrive oggi Alessandro Sallusti su Il Giornale, a proposito del possibile sbocco giudiziario della campagna sistematicamente condotta contro Arianna Meloni, è inquietante ma purtroppo coerente e simile a campagne viste nel passato”, commenta il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan. “Solidarietà piena ad Arianna Meloni e un messaggio ai mestatori professionali: ‘Non passerete'”, scrive in una nota il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, che commenta così “l’attenzione morbosa e ingiustificata che alcuni giornali e una parte dell’opposizione riservano ad Arianna Meloni”. “Dietro a tutto questo potrebbe esserci il tentativo di inquinare la democrazia, condizionare, indebolire e ricattare il governo Meloni tramite questo colpo basso e surreale proprio ad Arianna”, incalza il deputato e responsabile organizzazione di Fdi, Giovanni Donzelli evocando “una cospirazione di giornalisti, politici di sinistra e magistrati compiacenti per creare un evento politico. Attenzione, non per accertare un ipotetico reato“, ha aggiunto. “È a dir poco raccapricciante, anche perché verosimile, lo scenario evocato oggi dal direttore Sallusti”, dichiara il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro: “Nulla di nuovo sotto il sole: la sinistra – aggiunge – cerca sempre di scatenare scorciatoie giudiziarie che ribaltino l’esito infelice delle urne e in ogni caso è nata con l’imprinting della calunnia, della diffamazione, delle illazioni”. E queste sono solo alcune delle dichiarazioni di esponenti di Fdi.
La replica di Matteo Renzi – “Delle due l’una. O le sorelle Meloni sanno qualcosa che noi non sappiamo e allora questa uscita serve ad aprire una polemica preventiva che capiremo nei prossimi mesi oppure il ferragosto pugliese di Giorgia non è andato benissimo e qualche panzerotto è andato di traverso: dentro Fratelli d’Italia c’è troppo nervosismo“, replica il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, citato nell’articolo de il Giornale. “Sallusti, ipotizza un complotto e ovviamente da stamani quelli di Fdi rilanciano la notizia, a cominciare dal coordinatore Donzelli: segno evidente che è una strategia comunicativa preparata a tavolino“, aggiunge Renzi. “Le sorelle Meloni vedono i fantasmi? In questa domenica di agosto ci tocca rispondere alle aggressioni di Fratelli d’Italia e alle ansie da complotto della famiglia della premier”, sottolinea l’ex presidente del Consiglio.
Nel suo tweet Renzi ricostruisce la vicenda: “Quattro giorni fa il Fatto Quotidiano pubblica un articolo in cui ipotizza la partecipazione di Arianna Meloni a una riunione sulle nomine Rai. Nomine che spettano al governo, di cui Arianna non fa parte. Una nostra deputata, Boschi, chiede di conoscere in commissione di Vigilanza se questa cosa sia vera o meno. Il giorno dopo, Repubblica pubblica un articolo in cui ipotizza la nomina in Fs di una manager vicina a Arianna Meloni. Nomine che spettano al governo, di cui Arianna non fa parte. Una nostra senatrice, Paita, chiede di conoscere in Parlamento se questa cosa sia vera o meno”. Tutto regolare, sottolinea l’ex premier: “le parlamentari di Italia viva fanno semplicemente il loro lavoro: fanno l’opposizione. L’opposizione presenta interrogazioni parlamentari, il Governo risponde: in democrazia funziona così”. A suo avviso, però, “il partito di Giorgia Meloni inizia a insultare Italia viva. Definisce me ‘boss di provincia’ e ‘capobranco’ e accusa le parlamentari di far parte di ‘una muta di cani’. Questo linguaggio di odio, violento e squadrista è il modo con il quale il partito di maggioranza replica a delle legittime domande di un partito d’opposizione”, conclude Renzi.
Lady Etruria
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“Cospirazione di giornalisti, politici di sinistra e magistrati compiacenti”: Donzelli (FdI) evoca il complotto contro Arianna Meloni
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Vertice in masseria in Puglia tra Meloni e Salvini (con l’aggiunta di Fontana): “Il 30 agosto incontro con Tajani”
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Giustizia & Impunità
L’Italia arresta e poi scarcera il comandante libico accusato di torture dalla Corte dell’Aja. Tutti i dubbi sul ruolo del ministero di Nordio
Zonaeuro
Von der Leyen a Davos invoca l’unità europea e si appella a Trump: ‘Negoziamo, rompere non conviene’. Zelensky: ‘Ue si dia una mossa, alzi la voce con gli Usa’
Politica
Ucraina, M5s e Avs: “Stop all’invio di armi, no agli attacchi in Russia”. Ma Pd: “Rispettare impegni presi”
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Perchè il capo della polizia giudiziaria libica Almasri arrestato sabato a Torino, per la Corte Penale Internazionale colpevole di crimini di guerra e contro la dignità umana, è stato scarcerato e rimandato in Libia? È una pagina inquietante, il governo deve spiegazioni". Così su X Pierfrancesco Majorino, responsabile Politiche migratorie nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Meloni non doveva fare la guerra in tutto il globo terracqueo ai trafficanti di esseri umani e arrestarli? Oggi invece ha liberato il trafficante e torturatore libico Almasri Habish e lo ha rimandato in Libia, nonostante un mandato di arresto della Corte penale internazionale. Che vergogna Giorgia Meloni". Lo dichiara il coportavoce nazionale di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Rimaniamo in attesa della conferma ufficiale e della motivazione che ha portato alla scarcerazione del trafficante di esseri umani libico arrestato nei giorni scorsi a Torino". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs.
"Naturalmente se questo personaggio potrà lasciare tranquillamente l’Italia invece di essere consegnato alla Corte Penale Internazionale per essere giudicato sarà chiaro a tutti - alla CPI, all’Interpol, alla comunità internazionale e ai cittadini del nostro Paese - che l’attuale governo italiano, Meloni, Nordio, Piantedosi proteggono i trafficanti di esseri umani e i torturatori libici".
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "È gravissimo che il comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, arrestato domenica scorsa a Torino, sia stato rilasciato e rinviato in Libia, nonostante ci sia un mandato d’arresto della Corte penale internazionale. Presentiamo una interrogazione urgente al ministro Nordio affinché venga a riferire in aula già nelle prossime ore”. Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "La vicenda della scarcerazione del generale Almasri è gravissima. Domani mattina chiederemo conto al Ministro Nordio in aula di questa scelta che a noi sembra assurda. Cosa c’è sotto?". Così Matteo Renzi sui social.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - “Per il ministro Salvini, dal primo di gennaio i ritardi ferroviari sono tutta colpa dell'eversione e del sabotaggio. Peccato che i dati dell’ultimo trimestre, senza catene sulla linea, senza sabotaggi, senza esposti, dicano che il 72 % dei treni ad alta velocità è arrivato in ritardo, che il Frecciargento Bari - Roma non è mai arrivato in orario e che il Frecciarossa Reggio Calabria - Milano ha avuto un ritardo medio di 46 minuti, con picchi di 468 minuti". Lo ha dichiarato Matteo Richetti, capogruppo di Azione alla Camera, rispondendo all’informativa del ministro Salvini sul trasporto ferroviario.
"I rimborsi complessivi dovuti a Trenitalia per ritardi dei treni sono superiori a 100 milioni di euro l'anno: circa 8 milioni e mezzo di euro al mese. Davanti a questa situazione emergenziale, ancora una volta il Ministro evita di discutere in aula la sua strategia dei trasporti. Avremmo voluto sapere dal Ministro se conferma la scelta di aumentare l’offerta dell’alta velocità, atteso il fatto che questo aumento contrae la possibilità di manutenzione ordinaria e quindi la prevenzione dei guasti".
"Soprattutto perché, se su quella stessa rete si pensa di mettere un terzo operatore, l'usura sarà ulteriormente esasperata. È su questo che avevamo chiesto un'informativa del Ministro: sui ritardi, sui guasti, sui disagi, sulle strategie per le politiche del trasporto pubblico in Italia, non sugli esposti sacrosanti. Ancora un’occasione perduta”.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Giorgia Meloni voleva inseguire i trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, ne era stato arrestato uno libico in Italia e invece di dare seguito alle richieste della Corte penale internazionale che lo accusa di crimini di guerra e contro la dignità umana, lo hanno rimandato impunito in Libia. Il governo chiarisca immediatamente perché Almasri è stato scarcerato e lasciato andare". Così la segretaria del Pd Elly Schlein