Come nel 2019, anzi meglio: è la vittoria più bella della carriera di Charles Leclerc. Monza è rossa, alla fine di una gara pazzesca. Il monegasco chiude davanti alle McLaren di Piastri e Norris, ribaltando l’esito di una qualifica che vedeva l’inglese e l’australiano davanti. Quarto Sainz davanti a Hamilton, sesto Verstappen su una Red Bull ora potenzialmente quarta forza della griglia. Gara da incubo per Russell, settimo, che al via sbaglia in frenata nella lotta su Norris e si ritrova dietro con la macchina danneggiata, compromettendo la gara. Poi è protagonista di un duello al limite con Pérez (ottavo), finito senza conseguenze ma con due tagli della chicane di curva 1. Hanno chiuso la top-10 Albon e Magnussen, che ha preso penalità e in caso di punti persi sulla Superlicenza supererebbe il limite di 12, così da essere costretto a saltare la prossima gara di Baku (15 settembre).
Il commento della gara
La possibilità di vedere una gara noiosa, con un dominio McLaren al via, per fortuna è subito scomparsa. Norris e Piastri sono partiti meglio del previsto (tutto il contrario di Zandvoort), ma l’australiano ha fatto vedere il suo talento più di tutti, passando inaspettatamente alla Roggia il compagno di squadra nonostante i proclami: “Sono disposto a giocare di squadra per Norris in caso di lotta titolo e se me lo chiedessero”. La dimostrazione chiara che Piastri, rispetto al compagno di box, è molto più deciso nelle scelte in gara. Situazione simile per Piastri era arrivata prima di curva 1 contro Russell, che scattava terzo ma finisce lungo dopo aver frenato tardi, danneggiando così l’auto. Dal duello tra i due piloti papaya ne approfitta così Leclerc, che si ritrova secondo e si mette all’inseguimento di Piastri. Al 13esimo giro, dopo un gap tra i primi due fisso sullo 0”8, però, l’australiano decide di dire “basta” e inizia a spingere con continui giri veloci, che lo fanno strappare fino a 2”6 secondi di vantaggio. Mentre Leclerc scivola e si ritrova in zona Drs con Norris.
Il sorpasso dell’inglese sul monegasco avviene però nel primo pit. Norris viene chiamato al 15esimo giro, Leclerc il seguente (entrambi con le dure). Charles si arrabbia con il team ma la scelta è giusta, considerando la degradazione ampia della media per la Ferrari. Così il ferrarista cerca subito con tempi bassi di avvicinarsi a Norris, che poi spinge e difende. Fino all’errore alla Roggia, che gli fa perder 1”2 e lo porta, con le dure danneggiate, a cambiare al 33esimo giro.
È il momento della diversificazione delle strategie: Leclerc e Sainz vanno con la sosta singola (lo spagnolo aveva inserito le dure al 20esimo giro), Piastri entra alla 39esima tornata per mettere le Hard e parte all’inseguimento. Due giri dopo l’australiano è davanti a Verstappen, cinque giri dopo a Sainz concretizzando il sorpasso alla Ascari, ma lo spagnolo è stato ottimo nel rallentarlo sfruttando anche un doppiato sul rettilineo. Sono 12 giri di paura, di cuore in gola, con giusto il pit di Verstappen per le medie nel mezzo, in una gara opacissima per l’olandese (solo sesto). A tre giri dalla fine la sensazione che Leclerc ce la facesse è diventata realtà, prima del tripudio al termine finale, con il ferrarista davanti di 2”6 alla bandiera a scacchi su Piastri. Sul podio anche Norris, troppo morbido al via su Piastri, compromettendo così la gara. L’inglese è stato più veloce dell’australiano una volta montate le dure, ma era troppo tardi. La discontinuità che ha dimostrato difficilmente potrà portargli il Mondiale Piloti. L’Inno di Macelli sul podio intanto può scattare, Monza questa domenica è della Ferrari.
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F1, i momenti chiave del Gp d’Italia: così la Ferrari e Charles Leclerc hanno trionfato a Monza
Come nel 2019, anzi meglio: è la vittoria più bella della carriera di Charles Leclerc. Monza è rossa, alla fine di una gara pazzesca. Il monegasco chiude davanti alle McLaren di Piastri e Norris, ribaltando l’esito di una qualifica che vedeva l’inglese e l’australiano davanti. Quarto Sainz davanti a Hamilton, sesto Verstappen su una Red Bull ora potenzialmente quarta forza della griglia. Gara da incubo per Russell, settimo, che al via sbaglia in frenata nella lotta su Norris e si ritrova dietro con la macchina danneggiata, compromettendo la gara. Poi è protagonista di un duello al limite con Pérez (ottavo), finito senza conseguenze ma con due tagli della chicane di curva 1. Hanno chiuso la top-10 Albon e Magnussen, che ha preso penalità e in caso di punti persi sulla Superlicenza supererebbe il limite di 12, così da essere costretto a saltare la prossima gara di Baku (15 settembre).
Il commento della gara
La possibilità di vedere una gara noiosa, con un dominio McLaren al via, per fortuna è subito scomparsa. Norris e Piastri sono partiti meglio del previsto (tutto il contrario di Zandvoort), ma l’australiano ha fatto vedere il suo talento più di tutti, passando inaspettatamente alla Roggia il compagno di squadra nonostante i proclami: “Sono disposto a giocare di squadra per Norris in caso di lotta titolo e se me lo chiedessero”. La dimostrazione chiara che Piastri, rispetto al compagno di box, è molto più deciso nelle scelte in gara. Situazione simile per Piastri era arrivata prima di curva 1 contro Russell, che scattava terzo ma finisce lungo dopo aver frenato tardi, danneggiando così l’auto. Dal duello tra i due piloti papaya ne approfitta così Leclerc, che si ritrova secondo e si mette all’inseguimento di Piastri. Al 13esimo giro, dopo un gap tra i primi due fisso sullo 0”8, però, l’australiano decide di dire “basta” e inizia a spingere con continui giri veloci, che lo fanno strappare fino a 2”6 secondi di vantaggio. Mentre Leclerc scivola e si ritrova in zona Drs con Norris.
Il sorpasso dell’inglese sul monegasco avviene però nel primo pit. Norris viene chiamato al 15esimo giro, Leclerc il seguente (entrambi con le dure). Charles si arrabbia con il team ma la scelta è giusta, considerando la degradazione ampia della media per la Ferrari. Così il ferrarista cerca subito con tempi bassi di avvicinarsi a Norris, che poi spinge e difende. Fino all’errore alla Roggia, che gli fa perder 1”2 e lo porta, con le dure danneggiate, a cambiare al 33esimo giro.
È il momento della diversificazione delle strategie: Leclerc e Sainz vanno con la sosta singola (lo spagnolo aveva inserito le dure al 20esimo giro), Piastri entra alla 39esima tornata per mettere le Hard e parte all’inseguimento. Due giri dopo l’australiano è davanti a Verstappen, cinque giri dopo a Sainz concretizzando il sorpasso alla Ascari, ma lo spagnolo è stato ottimo nel rallentarlo sfruttando anche un doppiato sul rettilineo. Sono 12 giri di paura, di cuore in gola, con giusto il pit di Verstappen per le medie nel mezzo, in una gara opacissima per l’olandese (solo sesto). A tre giri dalla fine la sensazione che Leclerc ce la facesse è diventata realtà, prima del tripudio al termine finale, con il ferrarista davanti di 2”6 alla bandiera a scacchi su Piastri. Sul podio anche Norris, troppo morbido al via su Piastri, compromettendo così la gara. L’inglese è stato più veloce dell’australiano una volta montate le dure, ma era troppo tardi. La discontinuità che ha dimostrato difficilmente potrà portargli il Mondiale Piloti. L’Inno di Macelli sul podio intanto può scattare, Monza questa domenica è della Ferrari.
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Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "Il Jobs Act è una legge che ha creato oltre un milione di posti di lavoro, più della metà a tempo indeterminato, e che ha introdotto tutele fondamentali come l’eliminazione delle dimissioni in bianco. La decisione della Corte Costituzionale che dà il via al referendum relativo al Jobs Act ci trova quindi pronti: spiegheremo ai cittadini quanto sarebbe sbagliato cancellare queste conquiste che creano posti di lavoro, sviluppo e tutele". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva.
"Quanto al referendum sull’autonomia, accettiamo il verdetto della Consulta che dopo la precedente pronuncia sulla legge Calderoli appariva pressoché scontata. Ogni modifica sull’autonomia differenziata passerà dal Parlamento, e lì ci faremo trovare pronti e determinati".
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "Le mie più sentite congratulazioni al presidente Trump per l’inizio del suo secondo mandato. Il popolo americano ha fatto una scelta chiara, che riflette l’impegno per la crescita economica, la sicurezza e la sovranità nazionale”. Lo scrive su X il Co-Presidente del gruppo dei conservatori al Parlamento europeo, Nicola Procaccini dí Fratelli d’Italia.
“Noi dell'Ecr condividiamo molte delle priorità delineate dal presidente Trump: contrastare l'immigrazione clandestina, garantire comunità più sicure, tagliare le tasse e la burocrazia e ripristinare la competitività economica. Queste non sono solo priorità americane, ma anche europee”.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La Sardegna, con il nostro ricorso accolto dalla Corte lo scorso novembre, ha difeso la sua specialità e contrastato una legge iniqua. Una legge che la Corte stessa, ascoltando le preoccupazioni delle Regioni promotrici, ha già demolito e svuotato perché ci toglieva risorse e ci condannava a restare indietro. Se il capogruppo della Lega Veneta ha dichiarato recentemente che il Veneto vale più della Sardegna, per farci capire cosa si intende per differenziata, noi invece continueremo a difendere con le unghie e con i denti le risorse e le opportunità che le spettano”. Così la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - “Sul referendum sulla cittadinanza daremo battaglia nel nome dell’estensione dei diritti e per superare una legislazione particolarmente arretrata. Si tratta di un referendum promosso da un vasto arco di soggetti, tra cui numerose associazioni dei nuovi cittadini, persone a cui per troppo tempo è stata tolta la voce. Lotteremo al loro fianco”. Così in una nota Pierfrancesco Majorino della segreteria del Partito Democratico, responsabile Immigrazione.
Washington, 20 gen (Adnkronos) - Non è stato un blitz come quello di Mar a lago, rivelatosi determinante per la liberazione di Cecilia Sala, ma una intera giornata quella che Giorgia Meloni ha dedicato, per la seconda volta in un mese, a Donald Trump. La premier non è voluta mancare all'inauguration day del presidente americano, sottolineando quanto sia importante "dare una testimonianza della volontà di continuare e rafforzare" la relazione Italia-Usa.
E questa "testimonianza" la premier l'ha data plasticamente già di primo mattino, quando insieme alla famiglia Trump, a quella del vice presidente Vance e pochi altri, ha preso parte alla messa di 'benedizione' del neo commander in chief alla chiesa episcopale di st John, proprio di fronte alla Casa Bianca. Poi il trasferimento alla Rotonda del Campidoglio, a Capitol hill, per il giuramento spostato al chiuso a causa dell'ondata di gelo che ha stretto Washington. Con lei, oltre ai diplomatici, la fida Patrizia Scurti in delegazione.
Meloni siede sotto lo sguardo della statua di Abramo Lincoln, nei posti riservati ai capi di Stato e di governo invitati da Trump. Una sparuta elite che comprende la presidente del Consiglio (unica leader Ue) e, tra i pochi altri, il presidente argentino Javier Milei, con cui Meloni chiacchiera a lungo inquadrati più volte dalle telecamere di Fox news, che non ha perso una battuta della giornata-evento.
(Adnkronos) - A pochi passi, i 'big tech Ceo' che Trump ha voluto come ospiti vip della cerimonia e che l'hanno sostenuto nel suo cammino di ritorno alla sala ovale: Tim Cook, Jeff Bezos, Sandor Picahi, Sam Altman, Mark Zuckenberg e ovviamente Elon Musk. Sui social, è il capo delegazione di FdI-Ecr all'Europarlamento Carlo Fidanza, a Washington con un piccola pattuglia di parlamentari italiani ospiti dei Repubblicani Usa, a dare il senso politico della 'foto di Capitol hill' della Meloni: "La nostra presidente è ormai riconosciuta da tutti come l’interlocutrice privilegiata di Trump in Europa".
Nella sua valutazione del Trump day, Meloni al mattino è più ecumenica: "Penso sia molto, molto importante per una nazione come l’Italia che ha rapporti estremamente solidi con gli Stati Uniti dare una testimonianza della volontà di continuare e se mai rafforzare quella relazione in un tempo nel quale le sfide sono globali e interconnesse", spiega prima di lasciare l'albergo.
Più tardi su X augura buon lavoro a Trump e assicura: "Sono certa che l’amicizia tra le nostre Nazioni e i valori che ci uniscono continueranno a rafforzare la collaborazione tra Italia e Usa", per poi sottolineare: "L’Italia sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità".
(Adnkronos) - Per il ministro dell'Ue Tommaso Foti, la missione di Meloni a Washington "conferma il ruolo cruciale che, nel prossimo futuro, la nostra Nazione intende giocare nelle relazioni transatlantiche, ponendosi come ponte strategico tra Europa e America".
In questo contesto, e anche per il rigido protocollo che governa l'insediamento del presidente americano, si stempera anche l'attesa per un faccia a faccia Meloni-Trump, prima auspicato e poi annunciato alla vigilia anche da Fidanza. "Non era previsto, non era il contesto e non ci sarà problema a farlo in futuro", è il senso del ragionamento dell'entourage della premier. Così, direttamente lasciando ad un certo punto le lunghe celebrazioni, Meloni può salutare e tornare subito in Italia.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La decisione della Consulta che ha sancito l’ inammissibilità del referendum abrogativo sull’autonomia conferma che la riforma scritta dal ministro Calderoli è, come sapevamo, coerente e corretta nel rispetto delle previsioni costituzionali. Per cui avanti con l’iter della riforma e con i negoziati con le regioni che hanno già richiesto le prime materie ‘non Lep’, come la Lombardia. Avanti tutta con l’autonomia!”. Lo dichiara il segretario regionale della Lega Lombarda Salvini Premier e presidente dei senatori della Lega Salvini Premier, senatore Massimiliano Romeo.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La Corte Costituzionale, dichiarando inammissibile il referendum sull’autonomia, perché ‘l’oggetto e la finalità del quesito sono poco chiari’, ha bocciato l’opposizione. D’altra parte, cosa ci si può aspettare da una sinistra incapace anche di scrivere i quesiti da sottoporre ai cittadini per una consultazione popolare? Per quanto ci riguarda, noi andiamo avanti con il percorso riformatore, nell’interesse dell’Italia”. Così la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli.