Gli Stati Uniti continuano a spingere per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi del 7 ottobre. Secondo il Wall Street Journal, Washington dovrebbe presentare una bozza di proposta rinnovata e più dettagliata, che includerà dettagli sull’attuazione di un accordo di cessate il fuoco a Gaza e di scambio degli ostaggi. La nuova bozza dovrebbe descrivere nel dettaglio come avverrà lo scambio di ostaggi e specificare le condizioni in base alle quali le parti potranno tornare a combattere. La proposta specificherà anche per quanto tempo potrà durare la presenza israeliana nel corridoio Filadelfia, la lingua di terra tra Gaza e l’Egitto.
La bozza di accordo su cui finora hanno trattato i negoziatori soddisfa “la maggior parte” delle richieste di Hamas dal momento che Israele ha fatto “molte concessioni“. Secondo funzionari dell’Amministrazione Biden sentiti dal quotidiano finanziario, la maggior parte dei termini dell’accordo sono stati concordati dalle parti, ma Hamas è la meno disposta ad accettarlo. Le stesse fonti smentiscono la notizia arrivata ieri dalla Turchia sul possibile ritiro di Washington dai negoziati se entro due settimane non sarà arrivata una svolta.
I funzionari statunitensi avrebbero inoltre sostenuto che i prossimi passi delle trattative prevedono un approfondimento della cosiddetta “proposta-ponte” presentata il mese scorso. Nello specifico ci si aspetta che emergano maggiori dettagli su come si svolgeranno gli scambi tra ostaggi e prigionieri palestinesi e per quanto tempo le forze israeliane potranno rimanere lungo il Corridoio Filadelfia, al confine tra Gaza e l’Egitto, per impedire a Hamas di contrabbandare armi nell’enclave.
La realtà, secondo Haaretz, sarebbe più complessa. Secondo il quotidiano liberal, l’amministrazione Biden continua a insistere pubblicamente di essere impegnata nei negoziati “ma alti funzionari del governo stanno esprimendo disperazione e frustrazione per lo stato dei colloqui, soprattutto dopo che il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato la scorsa settimana una risoluzione che si oppone al ritiro dal Corridoio Filadelfia nel contesto di un accordo”. L’obiettivo dei messaggi pubblici dell’amministrazione, secondo uno dei funzionari, era di consentire ai colloqui di continuare, nella speranza che si potesse comunque verificare una svolta. Ora, secondo Haaretz, i funzionari di Washington ammettono che gli sforzi dell’amministrazione per mantenere in vita i colloqui di cessate il fuoco non hanno “alcun reale collegamento con la realtà“.
Secondo la tv pubblica Kan i negoziatori israeliani hanno dichiarato ai mediatori di sostenere ancora un ritiro completo delle Israel defense Forces dal Corridoio Filadelfia, tra l’Egitto e Gaza, nella seconda fase dell’accordo, nonostante le parole di lunedì del primo ministro Benyamin Netanyahu secondo cui Gerusalemme deve mantenere una presenza militare nell’Asse a tempo indeterminato. Poche ore prima della conferenza stampa del premier, il capo del Mossad David Barnea è volato d’urgenza a Doha per informare il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani della posizione di Gerusalemme.
L’ufficio di Netanyahu non ha smentito queste notizie, sostenendo invece che il gabinetto di sicurezza non ha ancora discusso la seconda fase dell’accordo. Gli Stati Uniti hanno dichiarato che Israele ha accettato l’ultima proposta, che richiede all’Idf di ritirarsi dalle aree densamente popolate lungo il corridoio Filadelfia durante la prima fase di sei settimane dell’accordo. Le dichiarazioni dei portavoce dell’amministrazione Biden hanno lasciato aperta la possibilità che le truppe israeliane rimangano in altre parti del corridoio che non sono adiacenti alle aree densamente popolate del tratto di confine tra Egitto e Gaza.
Intanto proprio oggi gli Stati Uniti hanno formalmente accusato il leader di Hamas, Yahya Sinwar, e altri esponenti dell’organizzazione al potere nella Striscia di complotto per fornire supporto materiale a un’organizzazione terroristica per uccidere cittadini americani e per l’uso di armi di distruzione di massa. Oltre a Sinwar, le accuse riguardano tre esponenti di Hamas: Ismail Haniyeh, l’ormai ex leader politico del gruppo assassinato alla fine dello scorso luglio a Teheran, Mohammed Deif, comandante militare che Israele afferma di aver ucciso in un’operazione nella Striscia di Gaza a metà luglio, e Marwan Issa, vice comandante del braccio armato di Hamas ucciso a marzo in un’operazione israeliana a Gaza.
Dei sei esponenti di Hamas sotto accusa negli Stati Uniti, altri due – oltre a Sinwar – sarebbero ancora in vita. Khaled Meshal viene descritto dai funzionari americani come capo dell’ufficio della diaspora di Hamas, alla guida delle attività del gruppo fuori dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania. L’altro, Ali Baraka, è a capo delle relazioni di Hamas all’estero.
Pressioni per un accordo arrivano anche dall’esercito. Le forze di difesa israeliane hanno avvertito il governo che qualsiasi espansione delle operazioni militari a Gaza mette a rischio la vita degli ostaggi. Lo riferisce Channel 13 citando un alto ufficiale militare il quale sostiene che un accordo sulla liberazione degli ostaggi consentirebbe all’Idf di operare più liberamente nella Striscia, anche in luoghi dove non ci sono mai state incursioni.
Mondo
Gaza, Wsj: “Nella bozza di accordo Israele ha fatto molte concessioni a Hamas”. Gli Usa accusano formalmente il gruppo: “Terroristi”
Gli Stati Uniti continuano a spingere per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi del 7 ottobre. Secondo il Wall Street Journal, Washington dovrebbe presentare una bozza di proposta rinnovata e più dettagliata, che includerà dettagli sull’attuazione di un accordo di cessate il fuoco a Gaza e di scambio degli ostaggi. La nuova bozza dovrebbe descrivere nel dettaglio come avverrà lo scambio di ostaggi e specificare le condizioni in base alle quali le parti potranno tornare a combattere. La proposta specificherà anche per quanto tempo potrà durare la presenza israeliana nel corridoio Filadelfia, la lingua di terra tra Gaza e l’Egitto.
La bozza di accordo su cui finora hanno trattato i negoziatori soddisfa “la maggior parte” delle richieste di Hamas dal momento che Israele ha fatto “molte concessioni“. Secondo funzionari dell’Amministrazione Biden sentiti dal quotidiano finanziario, la maggior parte dei termini dell’accordo sono stati concordati dalle parti, ma Hamas è la meno disposta ad accettarlo. Le stesse fonti smentiscono la notizia arrivata ieri dalla Turchia sul possibile ritiro di Washington dai negoziati se entro due settimane non sarà arrivata una svolta.
I funzionari statunitensi avrebbero inoltre sostenuto che i prossimi passi delle trattative prevedono un approfondimento della cosiddetta “proposta-ponte” presentata il mese scorso. Nello specifico ci si aspetta che emergano maggiori dettagli su come si svolgeranno gli scambi tra ostaggi e prigionieri palestinesi e per quanto tempo le forze israeliane potranno rimanere lungo il Corridoio Filadelfia, al confine tra Gaza e l’Egitto, per impedire a Hamas di contrabbandare armi nell’enclave.
La realtà, secondo Haaretz, sarebbe più complessa. Secondo il quotidiano liberal, l’amministrazione Biden continua a insistere pubblicamente di essere impegnata nei negoziati “ma alti funzionari del governo stanno esprimendo disperazione e frustrazione per lo stato dei colloqui, soprattutto dopo che il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato la scorsa settimana una risoluzione che si oppone al ritiro dal Corridoio Filadelfia nel contesto di un accordo”. L’obiettivo dei messaggi pubblici dell’amministrazione, secondo uno dei funzionari, era di consentire ai colloqui di continuare, nella speranza che si potesse comunque verificare una svolta. Ora, secondo Haaretz, i funzionari di Washington ammettono che gli sforzi dell’amministrazione per mantenere in vita i colloqui di cessate il fuoco non hanno “alcun reale collegamento con la realtà“.
Secondo la tv pubblica Kan i negoziatori israeliani hanno dichiarato ai mediatori di sostenere ancora un ritiro completo delle Israel defense Forces dal Corridoio Filadelfia, tra l’Egitto e Gaza, nella seconda fase dell’accordo, nonostante le parole di lunedì del primo ministro Benyamin Netanyahu secondo cui Gerusalemme deve mantenere una presenza militare nell’Asse a tempo indeterminato. Poche ore prima della conferenza stampa del premier, il capo del Mossad David Barnea è volato d’urgenza a Doha per informare il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani della posizione di Gerusalemme.
L’ufficio di Netanyahu non ha smentito queste notizie, sostenendo invece che il gabinetto di sicurezza non ha ancora discusso la seconda fase dell’accordo. Gli Stati Uniti hanno dichiarato che Israele ha accettato l’ultima proposta, che richiede all’Idf di ritirarsi dalle aree densamente popolate lungo il corridoio Filadelfia durante la prima fase di sei settimane dell’accordo. Le dichiarazioni dei portavoce dell’amministrazione Biden hanno lasciato aperta la possibilità che le truppe israeliane rimangano in altre parti del corridoio che non sono adiacenti alle aree densamente popolate del tratto di confine tra Egitto e Gaza.
Intanto proprio oggi gli Stati Uniti hanno formalmente accusato il leader di Hamas, Yahya Sinwar, e altri esponenti dell’organizzazione al potere nella Striscia di complotto per fornire supporto materiale a un’organizzazione terroristica per uccidere cittadini americani e per l’uso di armi di distruzione di massa. Oltre a Sinwar, le accuse riguardano tre esponenti di Hamas: Ismail Haniyeh, l’ormai ex leader politico del gruppo assassinato alla fine dello scorso luglio a Teheran, Mohammed Deif, comandante militare che Israele afferma di aver ucciso in un’operazione nella Striscia di Gaza a metà luglio, e Marwan Issa, vice comandante del braccio armato di Hamas ucciso a marzo in un’operazione israeliana a Gaza.
Dei sei esponenti di Hamas sotto accusa negli Stati Uniti, altri due – oltre a Sinwar – sarebbero ancora in vita. Khaled Meshal viene descritto dai funzionari americani come capo dell’ufficio della diaspora di Hamas, alla guida delle attività del gruppo fuori dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania. L’altro, Ali Baraka, è a capo delle relazioni di Hamas all’estero.
Pressioni per un accordo arrivano anche dall’esercito. Le forze di difesa israeliane hanno avvertito il governo che qualsiasi espansione delle operazioni militari a Gaza mette a rischio la vita degli ostaggi. Lo riferisce Channel 13 citando un alto ufficiale militare il quale sostiene che un accordo sulla liberazione degli ostaggi consentirebbe all’Idf di operare più liberamente nella Striscia, anche in luoghi dove non ci sono mai state incursioni.
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Brescia, 22 gen. (Adnkronos) - "Penso che l'Europa non possa rimanere indietro" sulla guida autonoma. L'esortazione è dell'ad di A2a Renato Mazzoncini, nel giorno in cui la multiutility, insieme a Politecnico di Milano e Most ha lanciato a Brescia la prima sperimentazione europea di car sharing a guida autonoma.
"Il tema geopolitico è chiaro: poche ore fa negli Stati Uniti hanno annunciato che mai un'auto cinese a guida autonoma circolerà sul territorio americano, perché temono che una tecnologia di questo genere possa essere pericolosa e penso che lo stesso tema lo abbia l'Europa, che quindi - ha evidenziato Mazzoncini - "deve decidere cosa fare: o ci sviluppiamo la nostra piattaforma oppure prima o poi dovremo aderire a quelle degli altri". Il suggerimento dell'ad, "vista l'importanza anche per la nostra industria e per la nostra ricerca" è di "lavorare su una nostra piattaforma. Negli Stati Uniti hanno deciso di partire da due play ground, Phoenix e San Francisco. Oggi noi lanciamo questo progetto da Brescia, domani in Europa potrebbero essercene altre. Da qualche parte bisogna partire".
E Brescia è un buon posto per farlo. "E' una città dove sapevamo che c'era terreno fertile per la sperimentazione, è sempre successo così. E' successo così con il teleriscaldamento nel 1973, nel 1999 con il grande termovalorizzatore e poi con la metropolitana automatica, la prima in Italia. Una città che recepisce bene e poi ha una dimensione che da laboratorio funziona bene", ha detto Mazzoncini, assicurando che "la sperimentazione rimane a Brescia, anche perché le strade vanno mappate e abbiamo bisogno di un livello di dettaglio molto maggiore". Al termine della sperimentazione, a fine novembre, bisognerà capire cosa fare. La scelta dipende anche dalla risposta che darà la politica. Su questo "siamo confidenti", ha detto l'ad.
Brescia, 22 gen. (Adnkronos) - Parte da Brescia il primo servizio di car sharing a guida autonoma d'Europa: un'automobile che raggiunge da sola il potenziale cliente, gli permette poi di guidare fino a destinazione e riparte in autonomia verso un parcheggio, una stazione di ricarica o un nuovo utente. E' questo il futuro della mobilità urbana immaginato da A2a e Politecnico di Milano, che oggi a Brescia hanno fatto percorrere il primo chilometro a una Fiat 500 elettrica a guida autonoma.
Il progetto, che è parte del programma di ricerca del Most (centro nazionale per la mobilità sostenibile), punta ad affrontare al tempo stesso il problema della congestione del traffico e la sfida della decarbonizzazione. La sperimentazione su strada pubblica è stata autorizzata dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e dal Comune di Brescia in base alle direttive del decreto ministeriale 'Smart Road'. Si tratta del primo test, da qui a fine novembre 2025 ne verranno effettuati altri uno/due al mese, su una vasta porzione del Comune di Brescia, che include il centro storico e i quartieri limitrofi. Ogni test sarà monitorato da un supervisore a bordo del veicolo - come previsto dal Dm70/2018 (Smart Road) - in grado di intervenire tempestivamente in caso di necessità, e da una control room dedicata, situata presso la sede A2a di via Lamarmora, che garantirà il monitoraggio delle operazioni in tempo reale. Una safety car inoltre accompagnerà i veicoli durante la circolazione per segnalare agli utenti della strada la sperimentazione di guida autonoma su strada pubblica in corso.
“Crediamo che il progetto presentato oggi a Brescia rappresenti un passo importante nella definizione della mobilità urbana del futuro", ha detto l’ad di A2a Renato Mazzoncini, sottolineando che "le potenzialità della guida autonoma combinate a quelle del car sharing, possono favorire l’efficientamento degli spostamenti, la fluidità del traffico, un trasporto più sicuro e sostenibile e un progresso nella decarbonizzazione delle città". Dal momento che "nei centri urbani italiani vive oltre il 70% della popolazione, percentuale destinata a superare l’80% nei prossimi anni. Per una Life Company come A2a è dunque importante studiare soluzioni innovative e sostenibili, per contribuire a raggiungere la neutralità climatica, una partita che si gioca e si vince proprio nelle città. La nostra adesione al partenariato Most, uno dei cinque centri nazionali per la ricerca nato con fondi Pnrr e dedicato alla mobilità sostenibile, è stata fondamentale per la nascita di questa iniziativa".
“Brescia si conferma terreno fertile per progetti pilota di rilevanza non solo nazionale. Lo siamo stati oltre cinquant'anni fa con il teleriscaldamento, poi con il termoutilizzatore e con la metropolitana leggera automatica. Oggi proseguiamo su questa strada con un’innovazione che pone Brescia come modello europeo per il futuro della mobilità urbana", ha dichiarato la sindaca Laura Castelletti. "Un’innovazione - ha aggiunto - che ha l’obiettivo di dar vita ad un servizio per i cittadini ampliando la gamma delle proposte per la mobilità sostenibile. Questo progetto è anche una leva straordinaria per la nostra candidatura a Green Capital europea: Brescia è una città che non smette di innovare e di investire in sostenibilità, è la nostra città europea.”
“Questa sperimentazione rappresenta un fondamentale passo in avanti verso nuovi modelli di mobilità sostenibile, raccogliendo e mettendo a frutto anni di esperienze fatte dal Politecnico di Milano nell’ambito delle competizioni su pista di auto autonome, della 1000 Miglia edizione 2023 e 2024 e anche nell'ambito della ricarica wireless dei veicoli elettrici”, ha evidenziato il professor Sergio Matteo Savaresi del Politecnico di Milano.
Per il presidente del Most Ferruccio Resta “questo progetto non è solo un esempio di eccellenza tecnologica, ma un’espressione delle potenzialità generate dall’integrazione di competenze multidisciplinari. Most rappresenta un modello di valore grazie a un approccio collaborativo che supera i confini tradizionali tra pubblico e privato nell’affrontare le sfide della mobilità. Questa capacità di mettere a sistema conoscenze eterogenee permette di accelerare il cambiamento, sviluppando soluzioni concrete che migliorino le città e la vita dei cittadini. È attraverso piattaforme come Most che l’Italia afferma il suo ruolo di laboratorio d’innovazione nella mobilità sostenibile a livello europeo”.
L’iniziativa è stata promossa all’interno del partenariato Most, grazie alla collaborazione tra il team di ricerca e sviluppo di A2a e il gruppo di lavoro Aida (Artificial Intelligence Driving Autonomous) del Dipartimento di elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano. Parallelamente, insieme a Dipartimento di energia – sezione elettrica del Politecnico di Milano, è in corso lo sviluppo di una soluzione che completi l’esperienza di autonomous driving attraverso un sistema di ricarica wireless (Wpt) per veicoli elettrici. Il prototipo, con una potenza pari a 7 kW, è progettato per aumentare l’efficienza del servizio, eliminando la necessità dell’intervento umano anche durante la fase di ricarica della batteria.
La soluzione integra un setup di hardware avanzato, composto da sensori di ultima generazione, attuatori, servizi di networking e unità di calcolo, con algoritmi di intelligenza artificiale progettati per imitare il comportamento di un conducente umano, garantendo elevati standard di precisione e sicurezza durante la guida. I veicoli possono operare a bassa velocità (fino a 30 km/h), consegnarsi agli utenti, parcheggiarsi autonomamente o dirigersi verso un altro cliente o una stazione di ricarica, riducendo significativamente i rischi e semplificando la gestione del servizio.
Brescia, 22 gen. (Adnkronos) - "Penso che l'Europa non possa rimanere indietro" sulla guida autonoma. L'esortazione è dell'ad di A2a Renato Mazzoncini, nel giorno in cui la multiutility, insieme a Politecnico di Milano e Most ha lanciato a Brescia la prima sperimentazione europea di car sharing a guida autonoma.
"Il tema geopolitico è chiaro: poche ore fa negli Stati Uniti hanno annunciato che mai un'auto cinese a guida autonoma circolerà sul territorio americano, perché temono che una tecnologia di questo genere possa essere pericolosa e penso che lo stesso tema lo abbia l'Europa, che quindi - ha evidenziato Mazzoncini - "deve decidere cosa fare: o ci sviluppiamo la nostra piattaforma oppure prima o poi dovremo aderire a quelle degli altri". Il suggerimento dell'ad, "vista l'importanza anche per la nostra industria e per la nostra ricerca" è di "lavorare su una nostra piattaforma. Negli Stati Uniti hanno deciso di partire da due play ground, Phoenix e San Francisco. Oggi noi lanciamo questo progetto da Brescia, domani in Europa potrebbero essercene altre. Da qualche parte bisogna partire".
E Brescia è un buon posto per farlo. "E' una città dove sapevamo che c'era terreno fertile per la sperimentazione, è sempre successo così. E' successo così con il teleriscaldamento nel 1973, nel 1999 con il grande termovalorizzatore e poi con la metropolitana automatica, la prima in Italia. Una città che recepisce bene e poi ha una dimensione che da laboratorio funziona bene", ha detto Mazzoncini, assicurando che "la sperimentazione rimane a Brescia, anche perché le strade vanno mappate e abbiamo bisogno di un livello di dettaglio molto maggiore". Al termine della sperimentazione, a fine novembre, bisognerà capire cosa fare. La scelta dipende anche dalla risposta che darà la politica. Su questo "siamo confidenti", ha detto l'ad.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - Le opposizioni unite chiamano la premier Giorgia Meloni in aula a chiarire come sia possibile che un libico, ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra, dopo essere stato arrestato a Torino, sia stato rilasciato e accompagnato in Libia con un volo di Stato. Leader e capigruppo di tutte le forze di opposizione hanno convocato una conferenza stampa alla Camera. Presenti i leader di Avs, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, i capigruppo di M5S, Riccardo Ricciardi, e quello di Azione, Matteo Richetti, il leader di Più Europa, Riccardo Magi, Maria Elena Boschi di Iv e la segretaria del Pd, Elly Schlein.
Ed è proprio Schlein a chiudere la carrellata di interventi, rivolgendosi direttamente alla premier: "Meloni la smetta di nascondersi dietro ai suoi ministri. Chiediamo massima trasparenza su una vicenda estremamente opaca. Meloni dichiarava guerra ai trafficanti in tutto il globo terracqueo, ne arrestano uno e lo riaccompagna a casa... Chiediamo che la presidente del Consiglio venga a riferire in aula. Non ci fermeremo finché non avremo chiarezza. Meloni smetta di nascondersi nel Palazzo, chiarisca in Parlamento davanti al Paese". Una chiarezza che, dicono all'unisono le opposizioni, va fatta in Parlamento e non nelle sedute secretate del Copasir e sulla quale, dicono, non sono consentite le "solite scuse".
"Che non ci si nasconda dietro un chiodo, un giudice comunista, qualcosa che possa far gridare a un complotto contro la Meloni, qui la responsabilità è la sua", incalza il pentastellato Ricciardi. "L'unico rimpatrio che è riuscito a fare il Governo di destra è quello di un criminale di guerra con in volo di Stato mentre i pendolari non si riescono a muovere in questo Paese".
Ed ancora Nicola Fratoianni: la vicenda del rilascio di Almasri è "qualcosa di inaudito e che non può passare sotto silenzio. C'è una complicità del nostro governo, del ministro Nordio e della premier Meloni con una persona su cui pende l'accusa di reati gravissimi. Ne va della dignità del nostro Paese che ancora una volta oggi viene calpestata". Il 'collega' Angelo Bonelli invoca le dimissioni di Nordio: "C'era una volta una presidente del Consiglio che aveva dichiarato guerra ai trafficanti di esseri umani per tutto il globo terracqueo. Ora li libera".
"Il Falcon può volare solo con l'autorizzazione di Palazzo Chigi, che ha autorizzato il decollo e riportato questo criminale in Libia. E' un fatto di una gravità inaudita. Il ministro Nordio non ci venga a raccontare sciocchezze su cavilli giudiziari, per quanto riguarda Nordio, con la copertura di palazzo Chigi, è responsabile di questa vicenda e si deve dimettere". E poi Maria Elena Boschi di Iv: "Questo è un governo che fa la voce forte con i deboli, che manda in carcere le donne incinta o con bimbi di pochi mesi e poi accompagna un torturatore, trafficanti di essere umani e autore di violenze sessuali, addirittura con un volo di Stato in Libia".
Per Matteo Richetti di Azione "il punto è politico e Meloni deve spiegare cosa è successo". La questione ora potrebbe avere uno strascico in aula alla Camera dove sta parlando proprio il ministro Nordio. "Su questa vicenda esigiamo una risposta. La chiederemo al ministro Nordio tra poco in aula", dice Riccardo Magi. "Siamo davanti a un qualcosa di scandaloso e inaccettabile sul quale le opposizioni esigono una risposta".
Brescia, 22 gen. (Adnkronos) - Parte da Brescia il primo servizio di car sharing a guida autonoma d'Europa: un'automobile che raggiunge da sola il potenziale cliente, gli permette poi di guidare fino a destinazione e riparte in autonomia verso un parcheggio, una stazione di ricarica o un nuovo utente. E' questo il futuro della mobilità urbana immaginato da A2a e Politecnico di Milano, che oggi a Brescia hanno fatto percorrere il primo chilometro a una Fiat 500 elettrica a guida autonoma.
Il progetto, che è parte del programma di ricerca del Most (centro nazionale per la mobilità sostenibile), punta ad affrontare al tempo stesso il problema della congestione del traffico e la sfida della decarbonizzazione. La sperimentazione su strada pubblica è stata autorizzata dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e dal Comune di Brescia in base alle direttive del decreto ministeriale 'Smart Road'. Si tratta del primo test, da qui a fine novembre 2025 ne verranno effettuati altri uno/due al mese, su una vasta porzione del Comune di Brescia, che include il centro storico e i quartieri limitrofi. Ogni test sarà monitorato da un supervisore a bordo del veicolo - come previsto dal Dm70/2018 (Smart Road) - in grado di intervenire tempestivamente in caso di necessità, e da una control room dedicata, situata presso la sede A2a di via Lamarmora, che garantirà il monitoraggio delle operazioni in tempo reale. Una safety car inoltre accompagnerà i veicoli durante la circolazione per segnalare agli utenti della strada la sperimentazione di guida autonoma su strada pubblica in corso.
“Crediamo che il progetto presentato oggi a Brescia rappresenti un passo importante nella definizione della mobilità urbana del futuro", ha detto l’ad di A2a Renato Mazzoncini, sottolineando che "le potenzialità della guida autonoma combinate a quelle del car sharing, possono favorire l’efficientamento degli spostamenti, la fluidità del traffico, un trasporto più sicuro e sostenibile e un progresso nella decarbonizzazione delle città". Dal momento che "nei centri urbani italiani vive oltre il 70% della popolazione, percentuale destinata a superare l’80% nei prossimi anni. Per una Life Company come A2a è dunque importante studiare soluzioni innovative e sostenibili, per contribuire a raggiungere la neutralità climatica, una partita che si gioca e si vince proprio nelle città. La nostra adesione al partenariato Most, uno dei cinque centri nazionali per la ricerca nato con fondi Pnrr e dedicato alla mobilità sostenibile, è stata fondamentale per la nascita di questa iniziativa".
“Brescia si conferma terreno fertile per progetti pilota di rilevanza non solo nazionale. Lo siamo stati oltre cinquant'anni fa con il teleriscaldamento, poi con il termoutilizzatore e con la metropolitana leggera automatica. Oggi proseguiamo su questa strada con un’innovazione che pone Brescia come modello europeo per il futuro della mobilità urbana", ha dichiarato la sindaca Laura Castelletti. "Un’innovazione - ha aggiunto - che ha l’obiettivo di dar vita ad un servizio per i cittadini ampliando la gamma delle proposte per la mobilità sostenibile. Questo progetto è anche una leva straordinaria per la nostra candidatura a Green Capital europea: Brescia è una città che non smette di innovare e di investire in sostenibilità, è la nostra città europea.”
“Questa sperimentazione rappresenta un fondamentale passo in avanti verso nuovi modelli di mobilità sostenibile, raccogliendo e mettendo a frutto anni di esperienze fatte dal Politecnico di Milano nell’ambito delle competizioni su pista di auto autonome, della 1000 Miglia edizione 2023 e 2024 e anche nell'ambito della ricarica wireless dei veicoli elettrici”, ha evidenziato il professor Sergio Matteo Savaresi del Politecnico di Milano.
Per il presidente del Most Ferruccio Resta “questo progetto non è solo un esempio di eccellenza tecnologica, ma un’espressione delle potenzialità generate dall’integrazione di competenze multidisciplinari. Most rappresenta un modello di valore grazie a un approccio collaborativo che supera i confini tradizionali tra pubblico e privato nell’affrontare le sfide della mobilità. Questa capacità di mettere a sistema conoscenze eterogenee permette di accelerare il cambiamento, sviluppando soluzioni concrete che migliorino le città e la vita dei cittadini. È attraverso piattaforme come Most che l’Italia afferma il suo ruolo di laboratorio d’innovazione nella mobilità sostenibile a livello europeo”.
L’iniziativa è stata promossa all’interno del partenariato Most, grazie alla collaborazione tra il team di ricerca e sviluppo di A2a e il gruppo di lavoro Aida (Artificial Intelligence Driving Autonomous) del Dipartimento di elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano. Parallelamente, insieme a Dipartimento di energia – sezione elettrica del Politecnico di Milano, è in corso lo sviluppo di una soluzione che completi l’esperienza di autonomous driving attraverso un sistema di ricarica wireless (Wpt) per veicoli elettrici. Il prototipo, con una potenza pari a 7 kW, è progettato per aumentare l’efficienza del servizio, eliminando la necessità dell’intervento umano anche durante la fase di ricarica della batteria.
La soluzione integra un setup di hardware avanzato, composto da sensori di ultima generazione, attuatori, servizi di networking e unità di calcolo, con algoritmi di intelligenza artificiale progettati per imitare il comportamento di un conducente umano, garantendo elevati standard di precisione e sicurezza durante la guida. I veicoli possono operare a bassa velocità (fino a 30 km/h), consegnarsi agli utenti, parcheggiarsi autonomamente o dirigersi verso un altro cliente o una stazione di ricarica, riducendo significativamente i rischi e semplificando la gestione del servizio.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Vedere il video con cui Almarsi viene accolto in Libia è uno schiaffo in faccia alle persone perbene. Il ministro Nordio non ci venga a raccontare sciocchezze su cavilli giudiziari, per quanto riguarda Nordio, con la copertura di palazzo Chigi, è responsabile di questa vicenda e si deve dimettere". Così Angelo Bonelli alla conferenza stampa delle opposizioni alla Camera.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Oggi registriamo è che l'unico rimpatrio fatto dal governo è quello di un criminale di guerra con un areo di Stato. Mentre i cittadini devono fronteggiare i ritardi dei treni, il governo usa i voli di Stato per riportare un criminale in Libia". Così Riccardo Ricciardi, capogruppo M5S, alla conferenza stampa delle opposizioni alla Camera. "Su questa vicenda la responsabilità totale è di Giorgia Meloni".