Star Wars Outlaws è il nuovo videogioco ambientato nell’universo di Star Wars che sta facendo parlare di sé. Sviluppato da Massive in collaborazione con numerosi studi Ubisoft, questo titolo promette di offrire un’esperienza unica, immergendo i giocatori in un’avventura open-world ambientata tra gli eventi di L’Impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi. Nei panni di Kay Vess, un’abile e audace fuorilegge, i giocatori esploreranno pianeti sconosciuti, intraprenderanno missioni pericolose e navigheranno tra le alleanze instabili dei sindacati criminali della galassia. Ma Star Wars Outlaws sarà in grado di soddisfare le aspettative dei fan, offrendo un’adeguata combinazione di esplorazione, narrazione e azione? In questa recensione, analizzeremo i punti di forza e le debolezze del gioco, esplorando le meccaniche, il comparto tecnico e l’approccio narrativo che definiscono questa nuova incursione nell’amata saga galattica.
Tanto tempo fa, in una Galassia lontana lontana..
Kay Vess, la nostra fuorilegge protagonista di questa rocambolesca storia, si ritrova a voler compiere il colpo della vita, quella missione “all in” che potrebbe salvarle la vita e il futuro. Insieme al suo fedelissimo compagno di furti e imprese Nix, Kay partirà per un viaggio senza ritorno da Canto Bight. Kay e Nix sono due personaggi davvero centrati e pensati minuziosamente per inserirsi nel contesto criminale in cui la storia è ambientata. Kay ricorda una versione più astuta di Han Solo, sempre in grado di tirarsi fuori dalle situazioni più rischiose grazie alle sue sfaccettate abilità di ladra esperta mentre Nix, il carinissimo piccolo compagno d’avventure riesce a mostrarsi davvero utile in quasi tutte le situazioni, soprattutto nelle fasi stealth più difficili da affrontare.
Insieme, Kay e Nix ci trasporteranno in questa nuova fetta dell’immenso universo creato da George Lucas, in un gameplay che sembra spingerci più ad una sorta di role play in determinate situazioni che riguardano la quotidianità nelle diverse città che esploreremo, tutte ricche di mini-giochi coinvolgenti, tesori nascosti e conversazioni da ascoltare per sbloccare nuove missioni.
In Outlaws c’è davvero tanto, forse troppo da fare: spazieremo tra le missioni legate ai diversi sindacati criminali dalle quali dipenderà la nostra reputazione con gli stessi, l’esplorazione libera, la scoperta di tesori, le missioni stealth così come gli scontri a fuoco e i viaggi a bordo della nostra Trailblazer attraverso la Galassia. In un primo momento la quantità di attività lascia destabilizzati nel decidere a quale dare priorità, ma man mano ci immergeremo in questo universo, tutto diventa parte della quotidianità della nostra fuorilegge protagonista.
Un action open world dedicato alla narrazione
In questo turbinìo di missioni ed attività abbiamo avuto modo di testare le potenzialità e i limiti di Outlaws, che cerca di racchiudere in sé tutta l’esperienza di Massive ed Ubisoft. La maggior parte delle missioni possono essere affrontate a nostro piacimento, alternando fasi stealth a fasi di scontro a fuoco intense, da gestire meticolosamente per mantenere l’adrenalina al massimo, fattore che ci consente di utilizzare l’abilità speciale di Kay. Ci troveremo però ad intraprendere anche missioni obbligatoriamente stealth che falliscono se veniamo scoperti, una dinamica un po’ troppo retrò che non dà spazio all’iniziativa.
Le fasi platform sono state genericamente semplificate rispetto alla saga di Assassin’s Creed, in ogni settore troveremo sempre indizi sul “dove e come” affrontare le numerose fasi di parkour distribuite nell’arco del gioco, ma non temete: se siete dei veterani della saga di Ezio è possibile attivare la modalità esploratore che va a nascondere gli aiuti ambientali e vi consentirà una sfida maggiore, sebbene lontana da ciò che Assassin’s Creed ci ha sempre fornito.
Sebbene si parli di “action open world”, Outlaws si erge su dei pilasti narrativi importanti e fondamentali. Una storia carica di personaggi vivi e vividi, diversi tra loro e ben caratterizzati che funge da motore rombante di un titolo davvero immenso, che riesce (come citato poc’anzi) a spingerci a vivere un po’ di role play nei panni di Kay nei momenti di quotidianità che si rivelano comunque pieni e ricchi, come le fasi di assaggio dei piatti locali dei diversi pianeti insieme a Nix: ci si aspetterebbe la classica animazione, ma Massive l’ha trasformata in un mini game carino, rilassante ed appagante, perfetto per trascorrere i momenti tra una missione e l’altra. Entri dunque in empatia con i protagonisti, tifi per loro, ti impegni nella riuscita della missione di una vita come se fosse tua. Il tutto ambientato in diverse istanze open world in pianeti diversi dall’ecosistema diversificato, ricchi di contenuti ed opportunità.
Un gameplay con qualche sbavatura, come il comparto tecnico.
Partiamo dal presupposto che abbiamo giocato Star Wars Outlaws su un PC che monta una GPU Nvidia GeForce RTX 4090 e un processore Intel(R) Core(TM) i9-14900KS. Il titolo con tutti i settaggi in Ultra, Ray Tracing attivato e upscaling è riuscito in diverse situazioni a saturare 24gb di memoria della GPU, causando stuttering nelle ambientazioni altamente ricche di dettagli. Una questione da non sottovalutare considerando la piattaforma sul quale è stato testato, fattore che andrà analizzato e corretto in futuro per una migliore fluidità.
A proposito di fluidità va sottolineato come gli sviluppatori siano riusciti a proporre senza intoppi le transizioni tra le fasi cinematiche e di gameplay, il che spinge in alto il livello di immersività.
Il gameplay di Star Wars Outlaws si propone davvero ricco sia nelle fasi stealth che nelle fasi action più intense, ma finisce col dare il sentore di poca rifinitura: le animazioni legate al corpo a corpo sono infatti scarne e non rendono bene l’effetto abbattimento (soprattutto contro nemici “corazzati” come gli Stormtrooper che dubitiamo vengano atterrati normalmente da un pugno in testa), mentre le fasi di shooting mancano nel fornire un’esperienza più realistica. Interessante resta comunque la varietà di arsenale disponibile e i diversi moduli attivabili sul nostro blaster, adatti in situazioni specifiche.
I minigiochi la fanno inoltre da padrone in Outlaws, soprattutto il Sabacc, una versione diversificata del Poker dove le carte più basse hanno maggior valore e disporremo di diversi gettoni buff o debuff per aiutare noi stessi, oppure mettere in difficoltà gli avversari. Il Sabacc insieme ai numerosi retro game arcade sparsi per le città ci hanno tenuti impegnati ed appassionati, dimenticandoci quasi quale fosse la nostra missione principale.
In Conclusione
Star Wars Outlaws è semplicemente “Ubisoft colpisce ancora” con tutti i pregi e difetti che questa frase racchiude. Si tratta infatti di un’opera ispirata e creata con amore nei confronti del vero universo di Star Wars, al di fuori dei Jedi e del concetto di forza. Siamo stati catapultati in diversi mondi vivi, diversi, pericolosi, ma animati in maniera quasi cinematografica. Le fasi a bordo della Trailblazer nello spazio aperto riescono inoltre a fornire l’idea di immensità, arricchite da missioni secondarie e scontri a fuoco con i pirati o l’Impero, giusto per non farci mancare nulla. Le sbavature legate ad un gameplay non sempre preciso, un’IA spesso disattenta e ai pochi bug riscontrati (siamo finiti più volte all’interno di muri e terreni senza poterne uscire) non hanno rovinato l’esperienza generale, che si è rivelata davvero piacevole.
Tecnologia
Star Wars Outlaws, la recensione di un open world effetto nostalgia
Star Wars Outlaws è il nuovo videogioco ambientato nell’universo di Star Wars che sta facendo parlare di sé. Sviluppato da Massive in collaborazione con numerosi studi Ubisoft, questo titolo promette di offrire un’esperienza unica, immergendo i giocatori in un’avventura open-world ambientata tra gli eventi di L’Impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi. Nei panni di Kay Vess, un’abile e audace fuorilegge, i giocatori esploreranno pianeti sconosciuti, intraprenderanno missioni pericolose e navigheranno tra le alleanze instabili dei sindacati criminali della galassia. Ma Star Wars Outlaws sarà in grado di soddisfare le aspettative dei fan, offrendo un’adeguata combinazione di esplorazione, narrazione e azione? In questa recensione, analizzeremo i punti di forza e le debolezze del gioco, esplorando le meccaniche, il comparto tecnico e l’approccio narrativo che definiscono questa nuova incursione nell’amata saga galattica.
Tanto tempo fa, in una Galassia lontana lontana..
Kay Vess, la nostra fuorilegge protagonista di questa rocambolesca storia, si ritrova a voler compiere il colpo della vita, quella missione “all in” che potrebbe salvarle la vita e il futuro. Insieme al suo fedelissimo compagno di furti e imprese Nix, Kay partirà per un viaggio senza ritorno da Canto Bight. Kay e Nix sono due personaggi davvero centrati e pensati minuziosamente per inserirsi nel contesto criminale in cui la storia è ambientata. Kay ricorda una versione più astuta di Han Solo, sempre in grado di tirarsi fuori dalle situazioni più rischiose grazie alle sue sfaccettate abilità di ladra esperta mentre Nix, il carinissimo piccolo compagno d’avventure riesce a mostrarsi davvero utile in quasi tutte le situazioni, soprattutto nelle fasi stealth più difficili da affrontare.
Insieme, Kay e Nix ci trasporteranno in questa nuova fetta dell’immenso universo creato da George Lucas, in un gameplay che sembra spingerci più ad una sorta di role play in determinate situazioni che riguardano la quotidianità nelle diverse città che esploreremo, tutte ricche di mini-giochi coinvolgenti, tesori nascosti e conversazioni da ascoltare per sbloccare nuove missioni.
In Outlaws c’è davvero tanto, forse troppo da fare: spazieremo tra le missioni legate ai diversi sindacati criminali dalle quali dipenderà la nostra reputazione con gli stessi, l’esplorazione libera, la scoperta di tesori, le missioni stealth così come gli scontri a fuoco e i viaggi a bordo della nostra Trailblazer attraverso la Galassia. In un primo momento la quantità di attività lascia destabilizzati nel decidere a quale dare priorità, ma man mano ci immergeremo in questo universo, tutto diventa parte della quotidianità della nostra fuorilegge protagonista.
Un action open world dedicato alla narrazione
In questo turbinìo di missioni ed attività abbiamo avuto modo di testare le potenzialità e i limiti di Outlaws, che cerca di racchiudere in sé tutta l’esperienza di Massive ed Ubisoft. La maggior parte delle missioni possono essere affrontate a nostro piacimento, alternando fasi stealth a fasi di scontro a fuoco intense, da gestire meticolosamente per mantenere l’adrenalina al massimo, fattore che ci consente di utilizzare l’abilità speciale di Kay. Ci troveremo però ad intraprendere anche missioni obbligatoriamente stealth che falliscono se veniamo scoperti, una dinamica un po’ troppo retrò che non dà spazio all’iniziativa.
Le fasi platform sono state genericamente semplificate rispetto alla saga di Assassin’s Creed, in ogni settore troveremo sempre indizi sul “dove e come” affrontare le numerose fasi di parkour distribuite nell’arco del gioco, ma non temete: se siete dei veterani della saga di Ezio è possibile attivare la modalità esploratore che va a nascondere gli aiuti ambientali e vi consentirà una sfida maggiore, sebbene lontana da ciò che Assassin’s Creed ci ha sempre fornito.
Sebbene si parli di “action open world”, Outlaws si erge su dei pilasti narrativi importanti e fondamentali. Una storia carica di personaggi vivi e vividi, diversi tra loro e ben caratterizzati che funge da motore rombante di un titolo davvero immenso, che riesce (come citato poc’anzi) a spingerci a vivere un po’ di role play nei panni di Kay nei momenti di quotidianità che si rivelano comunque pieni e ricchi, come le fasi di assaggio dei piatti locali dei diversi pianeti insieme a Nix: ci si aspetterebbe la classica animazione, ma Massive l’ha trasformata in un mini game carino, rilassante ed appagante, perfetto per trascorrere i momenti tra una missione e l’altra. Entri dunque in empatia con i protagonisti, tifi per loro, ti impegni nella riuscita della missione di una vita come se fosse tua. Il tutto ambientato in diverse istanze open world in pianeti diversi dall’ecosistema diversificato, ricchi di contenuti ed opportunità.
Un gameplay con qualche sbavatura, come il comparto tecnico.
Partiamo dal presupposto che abbiamo giocato Star Wars Outlaws su un PC che monta una GPU Nvidia GeForce RTX 4090 e un processore Intel(R) Core(TM) i9-14900KS. Il titolo con tutti i settaggi in Ultra, Ray Tracing attivato e upscaling è riuscito in diverse situazioni a saturare 24gb di memoria della GPU, causando stuttering nelle ambientazioni altamente ricche di dettagli. Una questione da non sottovalutare considerando la piattaforma sul quale è stato testato, fattore che andrà analizzato e corretto in futuro per una migliore fluidità.
A proposito di fluidità va sottolineato come gli sviluppatori siano riusciti a proporre senza intoppi le transizioni tra le fasi cinematiche e di gameplay, il che spinge in alto il livello di immersività.
Il gameplay di Star Wars Outlaws si propone davvero ricco sia nelle fasi stealth che nelle fasi action più intense, ma finisce col dare il sentore di poca rifinitura: le animazioni legate al corpo a corpo sono infatti scarne e non rendono bene l’effetto abbattimento (soprattutto contro nemici “corazzati” come gli Stormtrooper che dubitiamo vengano atterrati normalmente da un pugno in testa), mentre le fasi di shooting mancano nel fornire un’esperienza più realistica. Interessante resta comunque la varietà di arsenale disponibile e i diversi moduli attivabili sul nostro blaster, adatti in situazioni specifiche.
I minigiochi la fanno inoltre da padrone in Outlaws, soprattutto il Sabacc, una versione diversificata del Poker dove le carte più basse hanno maggior valore e disporremo di diversi gettoni buff o debuff per aiutare noi stessi, oppure mettere in difficoltà gli avversari. Il Sabacc insieme ai numerosi retro game arcade sparsi per le città ci hanno tenuti impegnati ed appassionati, dimenticandoci quasi quale fosse la nostra missione principale.
In Conclusione
Star Wars Outlaws è semplicemente “Ubisoft colpisce ancora” con tutti i pregi e difetti che questa frase racchiude. Si tratta infatti di un’opera ispirata e creata con amore nei confronti del vero universo di Star Wars, al di fuori dei Jedi e del concetto di forza. Siamo stati catapultati in diversi mondi vivi, diversi, pericolosi, ma animati in maniera quasi cinematografica. Le fasi a bordo della Trailblazer nello spazio aperto riescono inoltre a fornire l’idea di immensità, arricchite da missioni secondarie e scontri a fuoco con i pirati o l’Impero, giusto per non farci mancare nulla. Le sbavature legate ad un gameplay non sempre preciso, un’IA spesso disattenta e ai pochi bug riscontrati (siamo finiti più volte all’interno di muri e terreni senza poterne uscire) non hanno rovinato l’esperienza generale, che si è rivelata davvero piacevole.
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Brescia, 22 gen. (Adnkronos) - "Penso che l'Europa non possa rimanere indietro" sulla guida autonoma. L'esortazione è dell'ad di A2a Renato Mazzoncini, nel giorno in cui la multiutility, insieme a Politecnico di Milano e Most ha lanciato a Brescia la prima sperimentazione europea di car sharing a guida autonoma.
"Il tema geopolitico è chiaro: poche ore fa negli Stati Uniti hanno annunciato che mai un'auto cinese a guida autonoma circolerà sul territorio americano, perché temono che una tecnologia di questo genere possa essere pericolosa e penso che lo stesso tema lo abbia l'Europa, che quindi - ha evidenziato Mazzoncini - "deve decidere cosa fare: o ci sviluppiamo la nostra piattaforma oppure prima o poi dovremo aderire a quelle degli altri". Il suggerimento dell'ad, "vista l'importanza anche per la nostra industria e per la nostra ricerca" è di "lavorare su una nostra piattaforma. Negli Stati Uniti hanno deciso di partire da due play ground, Phoenix e San Francisco. Oggi noi lanciamo questo progetto da Brescia, domani in Europa potrebbero essercene altre. Da qualche parte bisogna partire".
E Brescia è un buon posto per farlo. "E' una città dove sapevamo che c'era terreno fertile per la sperimentazione, è sempre successo così. E' successo così con il teleriscaldamento nel 1973, nel 1999 con il grande termovalorizzatore e poi con la metropolitana automatica, la prima in Italia. Una città che recepisce bene e poi ha una dimensione che da laboratorio funziona bene", ha detto Mazzoncini, assicurando che "la sperimentazione rimane a Brescia, anche perché le strade vanno mappate e abbiamo bisogno di un livello di dettaglio molto maggiore". Al termine della sperimentazione, a fine novembre, bisognerà capire cosa fare. La scelta dipende anche dalla risposta che darà la politica. Su questo "siamo confidenti", ha detto l'ad.
Brescia, 22 gen. (Adnkronos) - Parte da Brescia il primo servizio di car sharing a guida autonoma d'Europa: un'automobile che raggiunge da sola il potenziale cliente, gli permette poi di guidare fino a destinazione e riparte in autonomia verso un parcheggio, una stazione di ricarica o un nuovo utente. E' questo il futuro della mobilità urbana immaginato da A2a e Politecnico di Milano, che oggi a Brescia hanno fatto percorrere il primo chilometro a una Fiat 500 elettrica a guida autonoma.
Il progetto, che è parte del programma di ricerca del Most (centro nazionale per la mobilità sostenibile), punta ad affrontare al tempo stesso il problema della congestione del traffico e la sfida della decarbonizzazione. La sperimentazione su strada pubblica è stata autorizzata dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e dal Comune di Brescia in base alle direttive del decreto ministeriale 'Smart Road'. Si tratta del primo test, da qui a fine novembre 2025 ne verranno effettuati altri uno/due al mese, su una vasta porzione del Comune di Brescia, che include il centro storico e i quartieri limitrofi. Ogni test sarà monitorato da un supervisore a bordo del veicolo - come previsto dal Dm70/2018 (Smart Road) - in grado di intervenire tempestivamente in caso di necessità, e da una control room dedicata, situata presso la sede A2a di via Lamarmora, che garantirà il monitoraggio delle operazioni in tempo reale. Una safety car inoltre accompagnerà i veicoli durante la circolazione per segnalare agli utenti della strada la sperimentazione di guida autonoma su strada pubblica in corso.
“Crediamo che il progetto presentato oggi a Brescia rappresenti un passo importante nella definizione della mobilità urbana del futuro", ha detto l’ad di A2a Renato Mazzoncini, sottolineando che "le potenzialità della guida autonoma combinate a quelle del car sharing, possono favorire l’efficientamento degli spostamenti, la fluidità del traffico, un trasporto più sicuro e sostenibile e un progresso nella decarbonizzazione delle città". Dal momento che "nei centri urbani italiani vive oltre il 70% della popolazione, percentuale destinata a superare l’80% nei prossimi anni. Per una Life Company come A2a è dunque importante studiare soluzioni innovative e sostenibili, per contribuire a raggiungere la neutralità climatica, una partita che si gioca e si vince proprio nelle città. La nostra adesione al partenariato Most, uno dei cinque centri nazionali per la ricerca nato con fondi Pnrr e dedicato alla mobilità sostenibile, è stata fondamentale per la nascita di questa iniziativa".
“Brescia si conferma terreno fertile per progetti pilota di rilevanza non solo nazionale. Lo siamo stati oltre cinquant'anni fa con il teleriscaldamento, poi con il termoutilizzatore e con la metropolitana leggera automatica. Oggi proseguiamo su questa strada con un’innovazione che pone Brescia come modello europeo per il futuro della mobilità urbana", ha dichiarato la sindaca Laura Castelletti. "Un’innovazione - ha aggiunto - che ha l’obiettivo di dar vita ad un servizio per i cittadini ampliando la gamma delle proposte per la mobilità sostenibile. Questo progetto è anche una leva straordinaria per la nostra candidatura a Green Capital europea: Brescia è una città che non smette di innovare e di investire in sostenibilità, è la nostra città europea.”
“Questa sperimentazione rappresenta un fondamentale passo in avanti verso nuovi modelli di mobilità sostenibile, raccogliendo e mettendo a frutto anni di esperienze fatte dal Politecnico di Milano nell’ambito delle competizioni su pista di auto autonome, della 1000 Miglia edizione 2023 e 2024 e anche nell'ambito della ricarica wireless dei veicoli elettrici”, ha evidenziato il professor Sergio Matteo Savaresi del Politecnico di Milano.
Per il presidente del Most Ferruccio Resta “questo progetto non è solo un esempio di eccellenza tecnologica, ma un’espressione delle potenzialità generate dall’integrazione di competenze multidisciplinari. Most rappresenta un modello di valore grazie a un approccio collaborativo che supera i confini tradizionali tra pubblico e privato nell’affrontare le sfide della mobilità. Questa capacità di mettere a sistema conoscenze eterogenee permette di accelerare il cambiamento, sviluppando soluzioni concrete che migliorino le città e la vita dei cittadini. È attraverso piattaforme come Most che l’Italia afferma il suo ruolo di laboratorio d’innovazione nella mobilità sostenibile a livello europeo”.
L’iniziativa è stata promossa all’interno del partenariato Most, grazie alla collaborazione tra il team di ricerca e sviluppo di A2a e il gruppo di lavoro Aida (Artificial Intelligence Driving Autonomous) del Dipartimento di elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano. Parallelamente, insieme a Dipartimento di energia – sezione elettrica del Politecnico di Milano, è in corso lo sviluppo di una soluzione che completi l’esperienza di autonomous driving attraverso un sistema di ricarica wireless (Wpt) per veicoli elettrici. Il prototipo, con una potenza pari a 7 kW, è progettato per aumentare l’efficienza del servizio, eliminando la necessità dell’intervento umano anche durante la fase di ricarica della batteria.
La soluzione integra un setup di hardware avanzato, composto da sensori di ultima generazione, attuatori, servizi di networking e unità di calcolo, con algoritmi di intelligenza artificiale progettati per imitare il comportamento di un conducente umano, garantendo elevati standard di precisione e sicurezza durante la guida. I veicoli possono operare a bassa velocità (fino a 30 km/h), consegnarsi agli utenti, parcheggiarsi autonomamente o dirigersi verso un altro cliente o una stazione di ricarica, riducendo significativamente i rischi e semplificando la gestione del servizio.
Brescia, 22 gen. (Adnkronos) - "Penso che l'Europa non possa rimanere indietro" sulla guida autonoma. L'esortazione è dell'ad di A2a Renato Mazzoncini, nel giorno in cui la multiutility, insieme a Politecnico di Milano e Most ha lanciato a Brescia la prima sperimentazione europea di car sharing a guida autonoma.
"Il tema geopolitico è chiaro: poche ore fa negli Stati Uniti hanno annunciato che mai un'auto cinese a guida autonoma circolerà sul territorio americano, perché temono che una tecnologia di questo genere possa essere pericolosa e penso che lo stesso tema lo abbia l'Europa, che quindi - ha evidenziato Mazzoncini - "deve decidere cosa fare: o ci sviluppiamo la nostra piattaforma oppure prima o poi dovremo aderire a quelle degli altri". Il suggerimento dell'ad, "vista l'importanza anche per la nostra industria e per la nostra ricerca" è di "lavorare su una nostra piattaforma. Negli Stati Uniti hanno deciso di partire da due play ground, Phoenix e San Francisco. Oggi noi lanciamo questo progetto da Brescia, domani in Europa potrebbero essercene altre. Da qualche parte bisogna partire".
E Brescia è un buon posto per farlo. "E' una città dove sapevamo che c'era terreno fertile per la sperimentazione, è sempre successo così. E' successo così con il teleriscaldamento nel 1973, nel 1999 con il grande termovalorizzatore e poi con la metropolitana automatica, la prima in Italia. Una città che recepisce bene e poi ha una dimensione che da laboratorio funziona bene", ha detto Mazzoncini, assicurando che "la sperimentazione rimane a Brescia, anche perché le strade vanno mappate e abbiamo bisogno di un livello di dettaglio molto maggiore". Al termine della sperimentazione, a fine novembre, bisognerà capire cosa fare. La scelta dipende anche dalla risposta che darà la politica. Su questo "siamo confidenti", ha detto l'ad.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - Le opposizioni unite chiamano la premier Giorgia Meloni in aula a chiarire come sia possibile che un libico, ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra, dopo essere stato arrestato a Torino, sia stato rilasciato e accompagnato in Libia con un volo di Stato. Leader e capigruppo di tutte le forze di opposizione hanno convocato una conferenza stampa alla Camera. Presenti i leader di Avs, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, i capigruppo di M5S, Riccardo Ricciardi, e quello di Azione, Matteo Richetti, il leader di Più Europa, Riccardo Magi, Maria Elena Boschi di Iv e la segretaria del Pd, Elly Schlein.
Ed è proprio Schlein a chiudere la carrellata di interventi, rivolgendosi direttamente alla premier: "Meloni la smetta di nascondersi dietro ai suoi ministri. Chiediamo massima trasparenza su una vicenda estremamente opaca. Meloni dichiarava guerra ai trafficanti in tutto il globo terracqueo, ne arrestano uno e lo riaccompagna a casa... Chiediamo che la presidente del Consiglio venga a riferire in aula. Non ci fermeremo finché non avremo chiarezza. Meloni smetta di nascondersi nel Palazzo, chiarisca in Parlamento davanti al Paese". Una chiarezza che, dicono all'unisono le opposizioni, va fatta in Parlamento e non nelle sedute secretate del Copasir e sulla quale, dicono, non sono consentite le "solite scuse".
"Che non ci si nasconda dietro un chiodo, un giudice comunista, qualcosa che possa far gridare a un complotto contro la Meloni, qui la responsabilità è la sua", incalza il pentastellato Ricciardi. "L'unico rimpatrio che è riuscito a fare il Governo di destra è quello di un criminale di guerra con in volo di Stato mentre i pendolari non si riescono a muovere in questo Paese".
Ed ancora Nicola Fratoianni: la vicenda del rilascio di Almasri è "qualcosa di inaudito e che non può passare sotto silenzio. C'è una complicità del nostro governo, del ministro Nordio e della premier Meloni con una persona su cui pende l'accusa di reati gravissimi. Ne va della dignità del nostro Paese che ancora una volta oggi viene calpestata". Il 'collega' Angelo Bonelli invoca le dimissioni di Nordio: "C'era una volta una presidente del Consiglio che aveva dichiarato guerra ai trafficanti di esseri umani per tutto il globo terracqueo. Ora li libera".
"Il Falcon può volare solo con l'autorizzazione di Palazzo Chigi, che ha autorizzato il decollo e riportato questo criminale in Libia. E' un fatto di una gravità inaudita. Il ministro Nordio non ci venga a raccontare sciocchezze su cavilli giudiziari, per quanto riguarda Nordio, con la copertura di palazzo Chigi, è responsabile di questa vicenda e si deve dimettere". E poi Maria Elena Boschi di Iv: "Questo è un governo che fa la voce forte con i deboli, che manda in carcere le donne incinta o con bimbi di pochi mesi e poi accompagna un torturatore, trafficanti di essere umani e autore di violenze sessuali, addirittura con un volo di Stato in Libia".
Per Matteo Richetti di Azione "il punto è politico e Meloni deve spiegare cosa è successo". La questione ora potrebbe avere uno strascico in aula alla Camera dove sta parlando proprio il ministro Nordio. "Su questa vicenda esigiamo una risposta. La chiederemo al ministro Nordio tra poco in aula", dice Riccardo Magi. "Siamo davanti a un qualcosa di scandaloso e inaccettabile sul quale le opposizioni esigono una risposta".
Brescia, 22 gen. (Adnkronos) - Parte da Brescia il primo servizio di car sharing a guida autonoma d'Europa: un'automobile che raggiunge da sola il potenziale cliente, gli permette poi di guidare fino a destinazione e riparte in autonomia verso un parcheggio, una stazione di ricarica o un nuovo utente. E' questo il futuro della mobilità urbana immaginato da A2a e Politecnico di Milano, che oggi a Brescia hanno fatto percorrere il primo chilometro a una Fiat 500 elettrica a guida autonoma.
Il progetto, che è parte del programma di ricerca del Most (centro nazionale per la mobilità sostenibile), punta ad affrontare al tempo stesso il problema della congestione del traffico e la sfida della decarbonizzazione. La sperimentazione su strada pubblica è stata autorizzata dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e dal Comune di Brescia in base alle direttive del decreto ministeriale 'Smart Road'. Si tratta del primo test, da qui a fine novembre 2025 ne verranno effettuati altri uno/due al mese, su una vasta porzione del Comune di Brescia, che include il centro storico e i quartieri limitrofi. Ogni test sarà monitorato da un supervisore a bordo del veicolo - come previsto dal Dm70/2018 (Smart Road) - in grado di intervenire tempestivamente in caso di necessità, e da una control room dedicata, situata presso la sede A2a di via Lamarmora, che garantirà il monitoraggio delle operazioni in tempo reale. Una safety car inoltre accompagnerà i veicoli durante la circolazione per segnalare agli utenti della strada la sperimentazione di guida autonoma su strada pubblica in corso.
“Crediamo che il progetto presentato oggi a Brescia rappresenti un passo importante nella definizione della mobilità urbana del futuro", ha detto l’ad di A2a Renato Mazzoncini, sottolineando che "le potenzialità della guida autonoma combinate a quelle del car sharing, possono favorire l’efficientamento degli spostamenti, la fluidità del traffico, un trasporto più sicuro e sostenibile e un progresso nella decarbonizzazione delle città". Dal momento che "nei centri urbani italiani vive oltre il 70% della popolazione, percentuale destinata a superare l’80% nei prossimi anni. Per una Life Company come A2a è dunque importante studiare soluzioni innovative e sostenibili, per contribuire a raggiungere la neutralità climatica, una partita che si gioca e si vince proprio nelle città. La nostra adesione al partenariato Most, uno dei cinque centri nazionali per la ricerca nato con fondi Pnrr e dedicato alla mobilità sostenibile, è stata fondamentale per la nascita di questa iniziativa".
“Brescia si conferma terreno fertile per progetti pilota di rilevanza non solo nazionale. Lo siamo stati oltre cinquant'anni fa con il teleriscaldamento, poi con il termoutilizzatore e con la metropolitana leggera automatica. Oggi proseguiamo su questa strada con un’innovazione che pone Brescia come modello europeo per il futuro della mobilità urbana", ha dichiarato la sindaca Laura Castelletti. "Un’innovazione - ha aggiunto - che ha l’obiettivo di dar vita ad un servizio per i cittadini ampliando la gamma delle proposte per la mobilità sostenibile. Questo progetto è anche una leva straordinaria per la nostra candidatura a Green Capital europea: Brescia è una città che non smette di innovare e di investire in sostenibilità, è la nostra città europea.”
“Questa sperimentazione rappresenta un fondamentale passo in avanti verso nuovi modelli di mobilità sostenibile, raccogliendo e mettendo a frutto anni di esperienze fatte dal Politecnico di Milano nell’ambito delle competizioni su pista di auto autonome, della 1000 Miglia edizione 2023 e 2024 e anche nell'ambito della ricarica wireless dei veicoli elettrici”, ha evidenziato il professor Sergio Matteo Savaresi del Politecnico di Milano.
Per il presidente del Most Ferruccio Resta “questo progetto non è solo un esempio di eccellenza tecnologica, ma un’espressione delle potenzialità generate dall’integrazione di competenze multidisciplinari. Most rappresenta un modello di valore grazie a un approccio collaborativo che supera i confini tradizionali tra pubblico e privato nell’affrontare le sfide della mobilità. Questa capacità di mettere a sistema conoscenze eterogenee permette di accelerare il cambiamento, sviluppando soluzioni concrete che migliorino le città e la vita dei cittadini. È attraverso piattaforme come Most che l’Italia afferma il suo ruolo di laboratorio d’innovazione nella mobilità sostenibile a livello europeo”.
L’iniziativa è stata promossa all’interno del partenariato Most, grazie alla collaborazione tra il team di ricerca e sviluppo di A2a e il gruppo di lavoro Aida (Artificial Intelligence Driving Autonomous) del Dipartimento di elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano. Parallelamente, insieme a Dipartimento di energia – sezione elettrica del Politecnico di Milano, è in corso lo sviluppo di una soluzione che completi l’esperienza di autonomous driving attraverso un sistema di ricarica wireless (Wpt) per veicoli elettrici. Il prototipo, con una potenza pari a 7 kW, è progettato per aumentare l’efficienza del servizio, eliminando la necessità dell’intervento umano anche durante la fase di ricarica della batteria.
La soluzione integra un setup di hardware avanzato, composto da sensori di ultima generazione, attuatori, servizi di networking e unità di calcolo, con algoritmi di intelligenza artificiale progettati per imitare il comportamento di un conducente umano, garantendo elevati standard di precisione e sicurezza durante la guida. I veicoli possono operare a bassa velocità (fino a 30 km/h), consegnarsi agli utenti, parcheggiarsi autonomamente o dirigersi verso un altro cliente o una stazione di ricarica, riducendo significativamente i rischi e semplificando la gestione del servizio.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Vedere il video con cui Almarsi viene accolto in Libia è uno schiaffo in faccia alle persone perbene. Il ministro Nordio non ci venga a raccontare sciocchezze su cavilli giudiziari, per quanto riguarda Nordio, con la copertura di palazzo Chigi, è responsabile di questa vicenda e si deve dimettere". Così Angelo Bonelli alla conferenza stampa delle opposizioni alla Camera.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Oggi registriamo è che l'unico rimpatrio fatto dal governo è quello di un criminale di guerra con un areo di Stato. Mentre i cittadini devono fronteggiare i ritardi dei treni, il governo usa i voli di Stato per riportare un criminale in Libia". Così Riccardo Ricciardi, capogruppo M5S, alla conferenza stampa delle opposizioni alla Camera. "Su questa vicenda la responsabilità totale è di Giorgia Meloni".