Aya Ashour, 23enne palestinese, da mesi racconta ai lettori del Fatto Quotidiano la vita nella Striscia di Gaza. Con i suoi diari, scritti mentre la sua vita cambiava, sfollata da un posto all’altro è “testimone del genocidio”, come si definisce lei stessa in un video inviato al Fatto in occasione della Festa del quotidiano. “Ho trovato supporto nelle parole di chi ha letto i miei diari e di chi mi ha contattata – racconta – quindi grazie. Lo spazio dei diari è stato per me uno spazio sicuro per parlare di ciò che stava succedendo a Gaza. Specialmente come donna”. Aya, però, come tutta la popolazione di Gaza, è in pericolo.
Anche per questo Tomaso Montanari ha lanciato pochi giorni fa un appello al ministro degli Esteri, Antonio Tajani per farla venire in Italia. L’università per stranieri di Siena, infatti, l’ha invitata come “visiting scholar”, ma la chiusura di Rafah lo impedisce. (LEGGI L’ARTICOLO)
Festa del Fatto Quotidiano
Il racconto di Aya Ashour da Gaza: “Io sfollata molte volte, qui sono testimone del genocidio”. E ringrazia i lettori del Fatto Quotidiano
Aya Ashour, 23enne palestinese, da mesi racconta ai lettori del Fatto Quotidiano la vita nella Striscia di Gaza. Con i suoi diari, scritti mentre la sua vita cambiava, sfollata da un posto all’altro è “testimone del genocidio”, come si definisce lei stessa in un video inviato al Fatto in occasione della Festa del quotidiano. “Ho trovato supporto nelle parole di chi ha letto i miei diari e di chi mi ha contattata – racconta – quindi grazie. Lo spazio dei diari è stato per me uno spazio sicuro per parlare di ciò che stava succedendo a Gaza. Specialmente come donna”. Aya, però, come tutta la popolazione di Gaza, è in pericolo.
Anche per questo Tomaso Montanari ha lanciato pochi giorni fa un appello al ministro degli Esteri, Antonio Tajani per farla venire in Italia. L’università per stranieri di Siena, infatti, l’ha invitata come “visiting scholar”, ma la chiusura di Rafah lo impedisce. (LEGGI L’ARTICOLO)
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