È praticamente arrivato il momento di dire addio alla calotta bianca della Marmolada: entro il 2040 il ghiacciaio più grande delle Dolomiti sparirà e lascerà spazio alla nuda roccia. Il verdetto arriva dalla Carovana dei ghiacciai, campagna di Legambiente, Cipra e la partnership scientifica del Comitato glaciologico italiano. La Marmolada soffre le conseguenze del cambiamento climatico come tutta la catena alpina: Legambiente ha già segnalato che “la morte dei ghiacciai si avvicina sempre di più” e l’ultima vittima è il Flua sul Monte Rosa, ormai estinto. A breve lo stesso destino toccherà anche al ghiacciaio della Marmolada. Un altro studio, dell’Università di Padova, segnala infatti un’accelerazione del processo di fusione. Dall’anno scorso il ghiacciaio della Marmolada è sceso sotto la soglia simbolica dei 100 ettari, meno di un chilometro quadrato. Una superficie più che dimezzata rispetto a 25 anni fa quando misurava 205 ettari.

Gli studi di Padova – I risultati sono stati resi noti nel corso della sesta edizione di ‘Climbing for climate’, un evento promosso dalla rete delle università per lo sviluppo sostenibile, dal Cai e dagli atenei di Brescia, Padova, Ca’ Foscari e Iuav di Venezia e di Verona. “I rilievi puntuali di abbassamento della superficie glaciale – spiega il report – indicano che la vita residua del ghiacciaio è stimata tra i 13 e i 22 anni“. E prosegue: “Entro il 2040 l’ascesa alla cima sarà caratterizzata quasi esclusivamente dalla sola presenza di roccia nuda“. Per monitorare questo processo, diversi enti stanno collaborando per creare “una banca dati digitale della Marmolada” che “fornirà alla comunità scientifica uno strumento senza precedenti per analizzare il ritiro glaciale e sviluppare modelli avanzati per la valutazione della pericolosità”.

Il “verdetto” di Legambiente – È il medesimo il responso dello studio promosso da Legambiente e Cipra con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico italiano. Il ghiacciaio della Marmolada va verso la sparizione in modo “irreversibile”. Il report ha calcolato che il ghiacciaio perde ormai dai 7 ai 10 centimetri di spessore al giorno, negli ultimi 5 anni ha visto sparire 70 ettari della sua superficie e, dall’inizio delle misurazioni scientifiche, nel 1888, è arretrato di 1.200 metri, con un innalzamento di quota della fronte a 3.500 metri di altitudine. Questa tragica accelerazione – hanno spiegato gli autori della Campagna nella conferenza finale a Padova – accomuna la Marmolada agli altri due grandi ghiacciai delle Alpi, l’Adamello e quello dei Forni. È da tempo che il ghiacciaio vive questa crisi: 136 anni fa, infatti, si estendeva per circa 500 ettari, ed era grande come 700 campi da calcio. Dal 1888, invece, ha registrato una perdita areale superiore all’80% ed una volumetrica superiore al 94%. Oggi, nel 2024, lo spessore massimo è di 34 metri.

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