Rosanna Natoli è stata sospesa dal Consiglio superiore della magistratura. Lo ha deciso il plenum dell’organo di autogoverno dopo lo scandalo che a metà luglio ha travolto la consigliera laica di Fratelli d’Italia, vicinissima a Ignazio La Russa: da componente della Sezione disciplinare, ha incontrato Maria Fascetto Sivillo, giudice catanese sotto processo proprio di fronte a quel collegio, dandole suggerimenti sulla strategia difensiva, rivelandole gli “umori” della camera di consiglio e affermando di essersi interessata al suo caso perché “amica degli amici” (l’audio). La proposta di sospensione è stata avanzata dal Comitato di presidenza nella prima seduta dopo la pausa estiva, in seguito all’iniziativa della Procura di Roma che ha iscritto Natoli nel registro degli indagati per abuso d’ufficio e rivelazione di segreto: in base alla legge sul Csm, infatti, i consiglieri “possono essere sospesi dalla carica se sottoposti a procedimento penale per delitto non colposo”. La delibera è stata approvata a scrutinio segreto con 22 voti a favore, uno solo in più rispetto al quorum dei due terzi dell’organo (21 consiglieri) richiesto dalla norma. I contrari sono stati sei (gli altri laici di centrodestra e il consigliere indipendente Andrea Mirenda), due le schede bianche. Nonostante la sospensione dalla funzione e dallo stipendio (è previsto solo un modesto assegno alimentare) l’esponente meloniana resta formalmente membro del Consiglio: finora, infatti, ha rifiutato di dimettersi, nonostante il pressing arrivato direttamente dal capo dello Stato Sergio Mattarella, presidente di diritto dell’organo.
“Coperta di fango perché amica di La Russa” – Contro tutti i pronostici, l’avvocata siciliana si è presentata a palazzo Bachelet nel giorno del giudizio. E ha illustrato una memoria depositata alla vigilia della seduta, lanciandosi in un lungo e accorato j’accuse contro la Procura e contro la stampa, colpevole di aver sottolineato il suo legame con il presidente del Senato. “Sono stata coperta di fango, ma non mi ha scalfito, perché sono troppo onesta. Fino a quando i giornalisti che scriveranno che una donna ha un incarico istituzionale perché è amica di un uomo, e non per altri meriti, ma di quale tetto di cristallo parlate? È inconcepibile che la stampa mi abbia presentata come la consigliera di La Russa, senza arte né parte, priva di competenza tecnico-giuridica e quindi non degna di sedere in questo posto. Ritengo di esserlo come le tante persone che vi si sono sedute prima di me”.
“Precedente pericoloso, può capitare anche a voi” – “La mia sospensione”, ha detto rivolgendosi al plenum, “avalla un pericoloso precedente. Basta che una Procura iscriva uno di voi nel registro degli indagati, anche per reati inesistenti, abrogati o in via di abrogazione, per farvi sospendere dalla carica. Sono queste l’autonomia e l’indipendenza?”, ha attaccato. Poi ha sostenuto l’inconsistenza delle accuse penali nei suoi confronti: “La violazione del segreto della camera di consiglio non esiste, non devo essere io a spiegarvelo. E all’abuso d’ufficio, nel momento in cui sono stata iscritta, mancava solo la firma del presidente della Repubblica per essere abrogato”.
“Processo sommario, registrazione dubbia” – La consigliera di FdI denuncia di essere stata sottoposta a un “processo sommario” portato avanti “sulla base di una chiavetta Usb depositata dall’incolpata (Fascetto, ndr) e su una trascrizione non giurata, che lo stesso consulente dice essere incompleta. Un atto di parte e non asseverato, depositato a distanza di otto mesi dalla registrazione”, risalente a metà novembre. “Se fossi stata intercettata certamente mai avrei dubitato della genuinità della prova, ma qui siamo in un altro campo, dove è facile barare. Soprattutto se c’è stata un’organizzazione preparatoria dell’incontro”, sottolinea l’avvocata. La sua strategia difensiva, sembra quindi di capire, consiste nel sostenere che il nastro sia stato alterato: “Si sta dando credito, imprimatur giuridico a un atto che non ha alcuna valenza dal punto di vista probatorio. Ho incontrato Fascetto, non lo nego. Ma su quello che è stato detto risponderò alla Procura quando e se sequestrerà il suo telefono e accerterà la genuinità della registrazione”.
“Non sono un’immorale, mai piegata la mia funzione” – “Non accetto processi sommari, non li ho mai accettati per i miei assistiti. Non chiedo di restare al Csm, sono a posto con la mia coscienza, con la mia famiglia, con le persone che mi conoscono e sanno che non sono un’immorale. Se qualcuno non mi avesse giudicata come tale, avrei dato le dimissioni. Ma poiché mi ha eletto il Parlamento in seduta comune, e non solo una parte politica, ho il dovere di rispondere a chi mi ha eletto”, ha affermato. “Conosco le regole, e non sono quelle che voi volete applicare. Avrei potuto difendermi attaccando il Csm, attaccando le correnti, ma non è quello che ho voluto fare. Mi sono difesa con il diritto e con il codice. Non ho mai piegato la mia funzione o commesso atti contro la legge. Ho sempre tutelato le istituzioni consiliari anche dalla dottoressa Fascetto, che aveva l’unico interesse di dimostrare che all’interno di questo Csm c’è una deriva correntizia”, ha affermato. Annunciando che in caso di sospensione sarebbe tornata “a fare la nonna”: “Ho un nipote e me ne sta arrivando un altro a dicembre”.
L’attacco ai pm di Roma – Un lungo passaggio del discorso è dedicato a un attacco ai pm che la indagano, accusati di non aver rispettato i tre giorni di preavviso per convocarla per l’interrogatorio a fine luglio (a cui non si è presentata): “Stigmatizzo fortemente il comportamento della Procura di Roma. Non sono stati rispettati i termini a comparire, ho avuto la notifica il 29 luglio e sono stata convocata per il 31. Mi dovevano concedere tre giorni per assestare la mia mente, visto il comportamento che avevo subito. Ma ancora più grave è che ad oggi non sia stata fissata un’altra data per l’interrogatorio. Vorrei capire perché, vista l’urgenza. Dovrei essere maligna? È grazie a questo avviso di garanzia che oggi si deve giudicare se io sono morale o immorale per poter partecipare a questo plenum”, attacca.
“Valutare azione disciplinare” – Poi contesta la competenza della Procura capitolina a indagare, fondata sulla contestazione di abuso d’ufficio (caduta dopo l’abrogazione) per non essersi astenuta nei processi a carico di Fascetto dopo l’incontro. “I fatti sono avvenuti a Paternò, è competente Catania. I pm di Roma hanno usato un reato abrogato e che, mi sia consentito dire, non sussiste proprio per radicare una insussistente competenza territoriale“, dice Natoli. Invocando addirittura un’azione disciplinare contro i magistrati: “Si deve capire se chi mi indaga ha rispettato le norme o è andato oltre quello che era il suo potere. Visto che c’è in plenum il procuratore generale della Cassazione”, membro di diritto dell’organo e titolare dell’azione disciplinare, “auspico che lui o il ministro della Giustizia valutino il comportamento della Procura di Roma”.
Area: “Condotte incompatibili con disciplina e onore” – “Oggi il Consiglio, sospendendo la consigliera Natoli, ha ristabilito le condizioni per operare con serenità e credibilità“, scrivono in una nota i consiglieri del gruppo progressista di Area. “Riteniamo”, affermano, “che quanto emerso in ordine ai comportamenti tenuti dalla consigliera non sia compatibile con l’assolvimento con disciplina e onore, come imposto dall’aricolo 54 della Costituzione, della funzione di componente del Csm”. Si tratta, sostengono, di “condotte inconciliabili con l’essenza della funzione giurisdizionale, che macchiano la credibilità non già dell’amministrazione della giurisdizione – come le degenerazioni correntizie, pur gravissime, venute alla luce con il caso Palamara – bensì la credibilità della giurisdizione stessa. Come avrebbe potuto continuare a partecipare all’amministrazione della giustizia – cioè, governare la magistratura, operando valutazioni di professionalità, selezionando dirigenti, pronunciandosi su ipotesi di trasferimento di ufficio – chi ha mostrato una incomprensione così radicale del nucleo ontologico della funzione giudiziaria, lo jus dicere?”.
Un “buco” nella legge? – La vicenda, peraltro, mette in luce un “buco” nella disciplina della sospensione e della decadenza dei consiglieri che privilegia enormemente i laici rispetto ai togati. A sottolinearlo è Roberto Fontana, pm a Milano e consigliere indipendente di area progressista: “Se di questa vicenda fosse stato protagonista un consigliere magistrato, a prescindere dalla rilevanza penale della condotta in questione, la Procura generale della Cassazione avrebbe aperto un procedimento disciplinare che pressoché certamente sarebbe sfociato in una sanzione superiore all’ammonimento con conseguente decadenza di diritto dal Consiglio. Per i consiglieri laici, invece, scatta la decadenza solo se si arriva ad una sentenza penale di condanna“. Per colpa di questa discrepanza, spiega, “condotte anche molto gravi da parte di consiglieri laici rimangono senza sanzione in tutti i casi in cui non integrano un reato”. Soprattutto dopo l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, che, nota il magistrato, “ha ampliato a dismisura l’area d’irrilevanza di condotte gravemente lesive dell’istituzione. È un problema di cui occorre farsi carico al di là della vicenda specifica”, avverte.
Giustizia & Impunità
Rosanna Natoli sospesa dal Csm: il plenum vota contro la consigliera di FdI. Che attacca: “Coperta di fango perché amica di La Russa”
Rosanna Natoli è stata sospesa dal Consiglio superiore della magistratura. Lo ha deciso il plenum dell’organo di autogoverno dopo lo scandalo che a metà luglio ha travolto la consigliera laica di Fratelli d’Italia, vicinissima a Ignazio La Russa: da componente della Sezione disciplinare, ha incontrato Maria Fascetto Sivillo, giudice catanese sotto processo proprio di fronte a quel collegio, dandole suggerimenti sulla strategia difensiva, rivelandole gli “umori” della camera di consiglio e affermando di essersi interessata al suo caso perché “amica degli amici” (l’audio). La proposta di sospensione è stata avanzata dal Comitato di presidenza nella prima seduta dopo la pausa estiva, in seguito all’iniziativa della Procura di Roma che ha iscritto Natoli nel registro degli indagati per abuso d’ufficio e rivelazione di segreto: in base alla legge sul Csm, infatti, i consiglieri “possono essere sospesi dalla carica se sottoposti a procedimento penale per delitto non colposo”. La delibera è stata approvata a scrutinio segreto con 22 voti a favore, uno solo in più rispetto al quorum dei due terzi dell’organo (21 consiglieri) richiesto dalla norma. I contrari sono stati sei (gli altri laici di centrodestra e il consigliere indipendente Andrea Mirenda), due le schede bianche. Nonostante la sospensione dalla funzione e dallo stipendio (è previsto solo un modesto assegno alimentare) l’esponente meloniana resta formalmente membro del Consiglio: finora, infatti, ha rifiutato di dimettersi, nonostante il pressing arrivato direttamente dal capo dello Stato Sergio Mattarella, presidente di diritto dell’organo.
“Coperta di fango perché amica di La Russa” – Contro tutti i pronostici, l’avvocata siciliana si è presentata a palazzo Bachelet nel giorno del giudizio. E ha illustrato una memoria depositata alla vigilia della seduta, lanciandosi in un lungo e accorato j’accuse contro la Procura e contro la stampa, colpevole di aver sottolineato il suo legame con il presidente del Senato. “Sono stata coperta di fango, ma non mi ha scalfito, perché sono troppo onesta. Fino a quando i giornalisti che scriveranno che una donna ha un incarico istituzionale perché è amica di un uomo, e non per altri meriti, ma di quale tetto di cristallo parlate? È inconcepibile che la stampa mi abbia presentata come la consigliera di La Russa, senza arte né parte, priva di competenza tecnico-giuridica e quindi non degna di sedere in questo posto. Ritengo di esserlo come le tante persone che vi si sono sedute prima di me”.
“Precedente pericoloso, può capitare anche a voi” – “La mia sospensione”, ha detto rivolgendosi al plenum, “avalla un pericoloso precedente. Basta che una Procura iscriva uno di voi nel registro degli indagati, anche per reati inesistenti, abrogati o in via di abrogazione, per farvi sospendere dalla carica. Sono queste l’autonomia e l’indipendenza?”, ha attaccato. Poi ha sostenuto l’inconsistenza delle accuse penali nei suoi confronti: “La violazione del segreto della camera di consiglio non esiste, non devo essere io a spiegarvelo. E all’abuso d’ufficio, nel momento in cui sono stata iscritta, mancava solo la firma del presidente della Repubblica per essere abrogato”.
“Processo sommario, registrazione dubbia” – La consigliera di FdI denuncia di essere stata sottoposta a un “processo sommario” portato avanti “sulla base di una chiavetta Usb depositata dall’incolpata (Fascetto, ndr) e su una trascrizione non giurata, che lo stesso consulente dice essere incompleta. Un atto di parte e non asseverato, depositato a distanza di otto mesi dalla registrazione”, risalente a metà novembre. “Se fossi stata intercettata certamente mai avrei dubitato della genuinità della prova, ma qui siamo in un altro campo, dove è facile barare. Soprattutto se c’è stata un’organizzazione preparatoria dell’incontro”, sottolinea l’avvocata. La sua strategia difensiva, sembra quindi di capire, consiste nel sostenere che il nastro sia stato alterato: “Si sta dando credito, imprimatur giuridico a un atto che non ha alcuna valenza dal punto di vista probatorio. Ho incontrato Fascetto, non lo nego. Ma su quello che è stato detto risponderò alla Procura quando e se sequestrerà il suo telefono e accerterà la genuinità della registrazione”.
“Non sono un’immorale, mai piegata la mia funzione” – “Non accetto processi sommari, non li ho mai accettati per i miei assistiti. Non chiedo di restare al Csm, sono a posto con la mia coscienza, con la mia famiglia, con le persone che mi conoscono e sanno che non sono un’immorale. Se qualcuno non mi avesse giudicata come tale, avrei dato le dimissioni. Ma poiché mi ha eletto il Parlamento in seduta comune, e non solo una parte politica, ho il dovere di rispondere a chi mi ha eletto”, ha affermato. “Conosco le regole, e non sono quelle che voi volete applicare. Avrei potuto difendermi attaccando il Csm, attaccando le correnti, ma non è quello che ho voluto fare. Mi sono difesa con il diritto e con il codice. Non ho mai piegato la mia funzione o commesso atti contro la legge. Ho sempre tutelato le istituzioni consiliari anche dalla dottoressa Fascetto, che aveva l’unico interesse di dimostrare che all’interno di questo Csm c’è una deriva correntizia”, ha affermato. Annunciando che in caso di sospensione sarebbe tornata “a fare la nonna”: “Ho un nipote e me ne sta arrivando un altro a dicembre”.
L’attacco ai pm di Roma – Un lungo passaggio del discorso è dedicato a un attacco ai pm che la indagano, accusati di non aver rispettato i tre giorni di preavviso per convocarla per l’interrogatorio a fine luglio (a cui non si è presentata): “Stigmatizzo fortemente il comportamento della Procura di Roma. Non sono stati rispettati i termini a comparire, ho avuto la notifica il 29 luglio e sono stata convocata per il 31. Mi dovevano concedere tre giorni per assestare la mia mente, visto il comportamento che avevo subito. Ma ancora più grave è che ad oggi non sia stata fissata un’altra data per l’interrogatorio. Vorrei capire perché, vista l’urgenza. Dovrei essere maligna? È grazie a questo avviso di garanzia che oggi si deve giudicare se io sono morale o immorale per poter partecipare a questo plenum”, attacca.
“Valutare azione disciplinare” – Poi contesta la competenza della Procura capitolina a indagare, fondata sulla contestazione di abuso d’ufficio (caduta dopo l’abrogazione) per non essersi astenuta nei processi a carico di Fascetto dopo l’incontro. “I fatti sono avvenuti a Paternò, è competente Catania. I pm di Roma hanno usato un reato abrogato e che, mi sia consentito dire, non sussiste proprio per radicare una insussistente competenza territoriale“, dice Natoli. Invocando addirittura un’azione disciplinare contro i magistrati: “Si deve capire se chi mi indaga ha rispettato le norme o è andato oltre quello che era il suo potere. Visto che c’è in plenum il procuratore generale della Cassazione”, membro di diritto dell’organo e titolare dell’azione disciplinare, “auspico che lui o il ministro della Giustizia valutino il comportamento della Procura di Roma”.
Area: “Condotte incompatibili con disciplina e onore” – “Oggi il Consiglio, sospendendo la consigliera Natoli, ha ristabilito le condizioni per operare con serenità e credibilità“, scrivono in una nota i consiglieri del gruppo progressista di Area. “Riteniamo”, affermano, “che quanto emerso in ordine ai comportamenti tenuti dalla consigliera non sia compatibile con l’assolvimento con disciplina e onore, come imposto dall’aricolo 54 della Costituzione, della funzione di componente del Csm”. Si tratta, sostengono, di “condotte inconciliabili con l’essenza della funzione giurisdizionale, che macchiano la credibilità non già dell’amministrazione della giurisdizione – come le degenerazioni correntizie, pur gravissime, venute alla luce con il caso Palamara – bensì la credibilità della giurisdizione stessa. Come avrebbe potuto continuare a partecipare all’amministrazione della giustizia – cioè, governare la magistratura, operando valutazioni di professionalità, selezionando dirigenti, pronunciandosi su ipotesi di trasferimento di ufficio – chi ha mostrato una incomprensione così radicale del nucleo ontologico della funzione giudiziaria, lo jus dicere?”.
Un “buco” nella legge? – La vicenda, peraltro, mette in luce un “buco” nella disciplina della sospensione e della decadenza dei consiglieri che privilegia enormemente i laici rispetto ai togati. A sottolinearlo è Roberto Fontana, pm a Milano e consigliere indipendente di area progressista: “Se di questa vicenda fosse stato protagonista un consigliere magistrato, a prescindere dalla rilevanza penale della condotta in questione, la Procura generale della Cassazione avrebbe aperto un procedimento disciplinare che pressoché certamente sarebbe sfociato in una sanzione superiore all’ammonimento con conseguente decadenza di diritto dal Consiglio. Per i consiglieri laici, invece, scatta la decadenza solo se si arriva ad una sentenza penale di condanna“. Per colpa di questa discrepanza, spiega, “condotte anche molto gravi da parte di consiglieri laici rimangono senza sanzione in tutti i casi in cui non integrano un reato”. Soprattutto dopo l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, che, nota il magistrato, “ha ampliato a dismisura l’area d’irrilevanza di condotte gravemente lesive dell’istituzione. È un problema di cui occorre farsi carico al di là della vicenda specifica”, avverte.
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Civitavecchia, 20 gen. - (Adnkronos) - Procedono spediti i lavori di realizzazione del prolungamento dell'antemurale Cristoforo Colombo che vedrà la diga foranea del Porto di Civitavecchia estendersi per ulteriori 400 metri in direzione nord ovest.
Sono in corso i lavori di realizzazione dello scanno di imbasamento (dove poggeranno i cassoni in calcestruzzo) con lo sversamento in mare del nucleo della scogliera costituita da massi di pezzatura ricompresa tra i 5 e i 1000 Kg. A breve verrà avviata la prefabbricazione dei cassoni in cls costituenti il corpo centrale della diga foranea di dimensioni 40x28x25 m.
"Tengo a sottolineare - dichiara il presidente dell'AdSP Pino Musolino - che stiamo rispettando tutti i tempi programmati per realizzare opere che doteranno il porto di Civitavecchia di infrastrutture adeguate e compatibili per il rilancio del settore portuale, con un occhio sempre attento alla transizione ecologica, alla sostenibilità e all'impatto ambientale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Qual è il suo sogno quando era piccolo?". "Questa è una domanda interessante, perché i sogni cambiano nel corso della vita, con l'età. Quando ero piccolo mi sarebbe piaciuto fare il medico, poi ho cambiato idea. Quando si è a scuola, crescendo, si studia un po' tutto. C'è un momento in cui bisogna scegliere cosa fare. Alla fine ho scelto il diritto, la legge". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella rispondendo ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "Non ho mai sognato di fare il calciatore perché non ero per niente bravo", ha aggiunto sorridendo.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "C'è molto di buono in questo paese, e questo mi conforta sempre". Così il Presidente della repubblica Sergio Mattarella ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "La fatica viene cancellate dal vedere cose buone che si vedono in Italia", ha detto.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Le piacerebbe fare un altro lavoro?". Questa è stata a prima domanda rivolta dagli alunni della scuola de Amicis di Palermo al Capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita a sorpresa questa mattina nel plesso. "Io sono vecchio - ha risposto - il mio lavoro non è quello che faccio adesso, il mio lavoro abituale era quello di insegnare Diritto costituzionale all'Università, ma ormai non lo faccio più da tempo. Questo impegno che svolgo ora non è un lavoro, è un impegno per la nostra comunità nazionale. E' faticoso, però è interessante perché consente di stare in contatto con la nostra società, con tutti i cittadini di ogni origine, ed è una cosa di estremo interesse".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "La musica, così come le iniziative sui libri, la cultura, sono il veicolo della vita, della convivenza, dell'apertura, della crescita personale e collettiva. E' quello che state facendo in questa scuola. Per me è davvero un motivo di soddisfazione essere qui e farvi i complimenti". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando i bambini della scuola De Amicis. Nel novembre scorso i bimbi della quinta C furono insultati mentre si esibivano davanti alla Feltrinelli, vestiti con abiti tradizionali africani. "Io ogni anno vado in una scuola per l'apertura dell'anno scolastico, ma non è frequente che vada in altre occasioni. Sono lietissimo di essere qui questa mattina- dice Mattarella- E ringraziarvi per quello che fate. Ringrazio i vostri insegnanti per quello che vi trasmettono e per come vi guidano nell'accrescimento culturale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Voi siete una scuola che con la cultura, la musica, la lettura, e altre iniziative di crescita culturale, esprime i valori veri della convivenza nel nostro paese e nel mondo, che sempre è più unito, connesso, sempre più senza confini. Ed è una ricchezza crescere insieme, scambiarsi opinioni e abitudini, idee, ascoltare gli altri. fa crescere e voi lo state facendo, per questo complimenti". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella si è rivolto ai bambini della scuola De Amicis di Palermo. Nel novembre scorso i bimbi della quinta c, molti dei quali di origini africane, furono insultati per strada mentre si esibivano in uno spettacolo vestiti con abiti tradizionali. "Cercate di trovare la vostra strada secondo le vostre inclinazioni, auguri a tutti voi e complimenti", ha aggiunto. "Sono lietissimo di incontrarvi in questo auditorium che ci accoglie, ragazzi. Ringrazio la dirigente scolastica e i collaboratori, gli insegnanti e li ringrazio per quanto fanno. Voglio fare i complimenti a voi, siete bravissimi. Avete eseguito magistralmente questi due pezzi", ha detto ancora il Capo dello Stato parlando ai ragazzi che si sono esibiti in un breve concerto. "Non è facile con tanti strumenti ad arco, a fiato, a percussione. Complimenti ai vostri insegnanti e a voi".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - “Vivere insieme, dialogare fa crescere. Rivolgo un sentito grazie ai vostri insegnanti. Insegnare è un’impresa difficile ma esaltante”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rivolgendosi agli alunni della scuola De Amicis-Da Vinci di Palermo dove si è recato a sorpresa questa mattina. I bambini, lo scorso novembre, furono insultati con epiteti razzisti davanti alla Feltrinelli di Palermo, dove si erano esibiti in uno spettacolo tradizionale. Molti dei bimbi della 5 c, visitata oggi da Mattarella, sono di origini africane. Oggi, tutt’altro che imbarazzati dalla presenza dell’ospite illustre, perché la visita è stata tenuta segreta dalla dirigente scolastica Giovanna Genco, i bambini hanno rivolto al Presidente alcune domande, consegnandogli dei doni. Sulla lavagna di classe spiccava un grande tricolore.
I bambini hanno poi scortato il presidente nell’aula magna dove l’orchestra dei ragazzi delle classi della secondaria ha suonato due brani di Giuseppe Verdi, il coro delle Zingarelle dalla Traviata e il 'Va, pensiero' dal Nabucco.