Dal Csm un segnale al Piemonte: le inchieste su mafie e politica non sono finite
Da venerdì un fantasma si aggira per il Piemonte: il rapporto tra mafia, politica, imprenditoria. Per scacciarlo non serviranno aglio e scongiuri, ma decisioni chiare e tempestive da parte di tutti i soggetti in scena, istituzionali e non.
Per uno strano gioco del destino il Piemonte, dopo avere avuto gli Uffici di Procuratore Generale e di Procuratore della Repubblica di Torino retti (in maniera eccellente) da facenti funzioni, ha salutato nel giro di settantadue ore il nuovo Procuratore generale (al maschile come ha detto di preferire) la dott.ssa Lucia Musti ed il nuovo Procuratore della Repubblica di Torino il dott. Giovanni Bombardieri. La dott.ssa Musti arriva da Bologna dove ha lavorato per decenni contribuendo in maniera determinante, tra l’altro, al buon esito del processo Aemilia, che ha colpito drasticamente la ‘ndrangheta in Emilia Romagna anche nei suoi collegamenti con il mondo dell’imprenditoria legale e delle professioni. Il dott. Bombardieri arriva da Reggio Calabria dove ha contribuito a portare avanti alcuni tra i più importanti processi celebrati in Italia contro la ‘ndrangheta, colta anche nei suoi rapporti strategici con altre mafie italiane, la politica e l’imprenditoria.
Insomma, il CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) pare aver voluto dare un chiaro segnale al Piemonte: il lavoro iniziato con Minotauro nel 2011 e che ha prodotto decine di altri procedimenti, non è finito. Intendiamo finirlo.
A sottolineare la centralità di questa missione senz’altro molto impegnativa, anche la partecipazione all’insediamento del nuovo Procuratore di Torino niente meno che del Procuratore nazionale anti mafia ed anti terrorismo Giovanni Melillo, arrivato apposta da Roma e che nel suo indirizzo di saluto non ha mancato di evidenziare la ferma volontà di intensificare l’attività di coordinamento, anche sul piano internazionale.
In verità agli osservatori attenti non è sfuggita una serie di segnali (almeno negli ultimi due anni) che fa pensare ad un progressivo, puntuale, accumulo di materiale pronto a tradursi in un “balzo in avanti” nella lotta a mafia e corruzione: il muro di omertà della ‘ndrangheta crepato dalla decisione di alcuni mafiosi di “saltare il fosso” e di collaborare, alcuni procedimenti che sembrano sospesi come nuvole cariche di pioggia, la presenza in diverse ordinanze di custodia cautelare di profili apparentemente di secondo piano che però paiono fare da anelli di congiunzione tra una inchiesta e l’altra, gli intrecci appena accennati tra “mondo di sotto”, i mafiosi alla ricerca di denaro e “mondo di sopra”, imprenditori a caccia di profitti e politici affamati di voti.
Chissà, forse per il “balzo in avanti” si attendeva proprio la fine delle reggenze, non foss’altro che per garbo istituzionale: l’azione penale è obbligatoria (per ora!), ma il suo esercizio in concreto dipende da molti fattori e tra questi anche quello di una piena legittimazione di quegli Uffici che devono assumersi la responsabilità di firmare atti scomodi e che è bene condividano una certa linea interpretativa di fatti e norme.
Ma questa congiuntura non deve in alcun modo suggerire atteggiamenti “attendistici” in chi abbia a cuore la legalità democratica, fonte di uguaglianza e quindi di giustizia. Non si tratta di stare a guardare, facendo scommesse su come possa andare a finire. Si tratta piuttosto di domandarsi, ciascuno per il proprio ruolo, cosa ognuno possa fare per contribuire a trasformare questa congiuntura in un “balzo in avanti” per tutta la società piemontese nella direzione della migliore qualità della vita.
Mi piace pensare che in questo senso possano essere interpretate le prime parole pronunciate dal nuovo Procuratore di Torino (e distrettuale!) Giovanni Bombardieri che significativamente ha iniziato il suo intervento dai testimoni di giustizia, da coloro cioè che avendo subito o avendo visto, decidono di non voltarsi dall’altra parte e di non cercare accomodamenti ma di denunciare. Per Bombardieri queste persone non devono mai più essere lasciate sole né dallo Stato, né dagli altri cittadini: parole a cui non posso che associarmi per la conoscenza che ho proprio della dolente e talvolta disperata solitudine nella quale vivono alcuni testimoni di giustizia in Piemonte.
Mi è sembrato che le parole di Bombardieri contenessero un appello a diventare tutti testimoni, che poi è il modo migliore per non lasciare a nessuno un fardello troppo grande. Ognuno testimone come può, nel proprio campo. Un appello, direi, rivolto anche alla politica che non deve tardare a fare chiarezza perché se è vero che comportamenti inopportuni e moralmente censurabili non diventano di per sé mafiosi è altresì vero che la collusione tra mafia e politica è sempre preparata da condotte inizialmente “soltanto” inopportune e moralmente censurabili. La campana dell’ultimo giro è suonata.
Tokyo, 20 gen. (Adnkronos) - Sono sole, spesso in difficoltà economiche. Tanto che sarebbero disposte a pagare per restare in carcere. Perché qui ricevono pasti regolari, assistenza sanitaria gratuita, la compagnia di cui sono prive all'esterno. Succede nel più grande carcere femminile del Giappone, quello di Tochigi, a nord di Tokyo in Giappone. Lo racconta la Cnn, a cui è stato concesso, evento molto raro, di entrare nel centro di detenzione. Le cui celle sono piene di anziane, magari dietro alle sbarre per reati minori quali il furto di cibo al supermercato. Le guardie raccontano che il problema più acuto è quello della solitudine.
Tanto che, ha detto Takayoshi Shiranaga, agente della prigione femminile di Tochigi, "ci sono persino persone che dicono che pagherebbero 20mila o 30mila yen (130-190 dollari, ndr) al mese se potessero vivere qui per sempre". E "ci sono persone che vengono qui perché fa freddo o perché hanno fame", ha aggiunto Shiranaga. Inoltre chi si ammala ''può ricevere cure mediche gratuite mentre è in prigione, ma una volta fuori devono pagarle di tasca propria, quindi alcune vogliono restare qui il più a lungo possibile''. In tutto il Giappone, il numero di detenuti di età pari o superiore a 65 anni è quasi quadruplicato dal 2003 al 2022. "Ora dobbiamo cambiare loro i pannolini, aiutarli a fare il bagno, a mangiare", ha detto Shiranaga. "A questo punto, sembra più una casa di cura che una prigione piena di criminali condannati", ha aggiunto.
Tra le pareti rosa chiaro e i corridoi stranamente sereni della prigione Tochigi, la Cnn ha incontrato Akiyo, nome di fantasia di una detenuta di 81 anni. "Ci sono persone molto buone in questa prigione - ha detto - Forse questa vita è la più stabile per me". Una detenuta di 51 anni, nome di fantasia Yoko, è stata incarcerata per accuse legate alla droga cinque volte negli ultimi 25 anni. Ogni volta che torna, la popolazione carceraria sembra invecchiare, ha detto alla Cnn. Alcune persone ''commettono reati di proposito per venire arrestate e finire di nuovo in prigione, una volta che finiscono i soldi", ha affermato.
Il furto è di gran lunga il crimine più comune commesso dai detenuti anziani in Giappone, soprattutto tra le donne. Nel 2022 più dell'80% delle detenute anziane in tutto il Paese erano in carcere per furto, secondo i dati del governo di Tokyo. Alcuni lo fanno per sopravvivere. Il 20% delle persone con più di 65 anni in Giappone vive in povertà, secondo l'Ocse, rispetto a una media del 14,2% nei 38 paesi membri dell'organizzazione. Altri lo fanno perché hanno così poco al di fuori.
Le autorità giapponesi sono a conoscenza del problema, tanto che il ministero del Welfare ha affermato nel 2021 che i detenuti anziani che hanno ricevuto supporto dopo aver lasciato il carcere avevano molte meno probabilità di recidive rispetto a quelli che non l'avevano ricevuto. Da allora, il ministero ha intensificato gli sforzi di intervento precoce e i centri di supporto alla comunità per aiutare meglio gli anziani vulnerabili.
Il ministero della Giustizia ha inoltre avviato programmi per le detenute, per aiutarle a vivere in modo indipendente. Ovvero come riprendersi dalla dipendenza da sostanze stupefacenti e come gestire le relazioni familiari. Il governo di Tokyo sta anche valutando proposte per rendere i sussidi per l'alloggio accessibili a un numero maggiore di anziani. Sono 10 i comuni in tutto il Giappone che stanno testando iniziative per sostenere gli anziani senza parenti stretti. Il tutto mentre in Giappone la popolazione anziana sta aumentando così rapidamente che entro il 2040 il Paese avrà bisogno di 2,72 milioni di operatori socio-assistenziali. Il governo sta cercando di incoraggiare più persone a entrare nel settore e di 'importare' lavoratori stranieri.
Civitavecchia, 20 gen. - (Adnkronos) - Procedono spediti i lavori di realizzazione del prolungamento dell'antemurale Cristoforo Colombo che vedrà la diga foranea del Porto di Civitavecchia estendersi per ulteriori 400 metri in direzione nord ovest.
Sono in corso i lavori di realizzazione dello scanno di imbasamento (dove poggeranno i cassoni in calcestruzzo) con lo sversamento in mare del nucleo della scogliera costituita da massi di pezzatura ricompresa tra i 5 e i 1000 Kg. A breve verrà avviata la prefabbricazione dei cassoni in cls costituenti il corpo centrale della diga foranea di dimensioni 40x28x25 m.
"Tengo a sottolineare - dichiara il presidente dell'AdSP Pino Musolino - che stiamo rispettando tutti i tempi programmati per realizzare opere che doteranno il porto di Civitavecchia di infrastrutture adeguate e compatibili per il rilancio del settore portuale, con un occhio sempre attento alla transizione ecologica, alla sostenibilità e all'impatto ambientale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Qual è il suo sogno quando era piccolo?". "Questa è una domanda interessante, perché i sogni cambiano nel corso della vita, con l'età. Quando ero piccolo mi sarebbe piaciuto fare il medico, poi ho cambiato idea. Quando si è a scuola, crescendo, si studia un po' tutto. C'è un momento in cui bisogna scegliere cosa fare. Alla fine ho scelto il diritto, la legge". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella rispondendo ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "Non ho mai sognato di fare il calciatore perché non ero per niente bravo", ha aggiunto sorridendo.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "C'è molto di buono in questo paese, e questo mi conforta sempre". Così il Presidente della repubblica Sergio Mattarella ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "La fatica viene cancellate dal vedere cose buone che si vedono in Italia", ha detto.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Le piacerebbe fare un altro lavoro?". Questa è stata a prima domanda rivolta dagli alunni della scuola de Amicis di Palermo al Capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita a sorpresa questa mattina nel plesso. "Io sono vecchio - ha risposto - il mio lavoro non è quello che faccio adesso, il mio lavoro abituale era quello di insegnare Diritto costituzionale all'Università, ma ormai non lo faccio più da tempo. Questo impegno che svolgo ora non è un lavoro, è un impegno per la nostra comunità nazionale. E' faticoso, però è interessante perché consente di stare in contatto con la nostra società, con tutti i cittadini di ogni origine, ed è una cosa di estremo interesse".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "La musica, così come le iniziative sui libri, la cultura, sono il veicolo della vita, della convivenza, dell'apertura, della crescita personale e collettiva. E' quello che state facendo in questa scuola. Per me è davvero un motivo di soddisfazione essere qui e farvi i complimenti". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando i bambini della scuola De Amicis. Nel novembre scorso i bimbi della quinta C furono insultati mentre si esibivano davanti alla Feltrinelli, vestiti con abiti tradizionali africani. "Io ogni anno vado in una scuola per l'apertura dell'anno scolastico, ma non è frequente che vada in altre occasioni. Sono lietissimo di essere qui questa mattina- dice Mattarella- E ringraziarvi per quello che fate. Ringrazio i vostri insegnanti per quello che vi trasmettono e per come vi guidano nell'accrescimento culturale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Voi siete una scuola che con la cultura, la musica, la lettura, e altre iniziative di crescita culturale, esprime i valori veri della convivenza nel nostro paese e nel mondo, che sempre è più unito, connesso, sempre più senza confini. Ed è una ricchezza crescere insieme, scambiarsi opinioni e abitudini, idee, ascoltare gli altri. fa crescere e voi lo state facendo, per questo complimenti". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella si è rivolto ai bambini della scuola De Amicis di Palermo. Nel novembre scorso i bimbi della quinta c, molti dei quali di origini africane, furono insultati per strada mentre si esibivano in uno spettacolo vestiti con abiti tradizionali. "Cercate di trovare la vostra strada secondo le vostre inclinazioni, auguri a tutti voi e complimenti", ha aggiunto. "Sono lietissimo di incontrarvi in questo auditorium che ci accoglie, ragazzi. Ringrazio la dirigente scolastica e i collaboratori, gli insegnanti e li ringrazio per quanto fanno. Voglio fare i complimenti a voi, siete bravissimi. Avete eseguito magistralmente questi due pezzi", ha detto ancora il Capo dello Stato parlando ai ragazzi che si sono esibiti in un breve concerto. "Non è facile con tanti strumenti ad arco, a fiato, a percussione. Complimenti ai vostri insegnanti e a voi".
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Davide Mattiello
Presidente Art. 21 Piemonte ed ex deputato pd
Giustizia & Impunità - 17 Settembre 2024
Dal Csm un segnale al Piemonte: le inchieste su mafie e politica non sono finite
Da venerdì un fantasma si aggira per il Piemonte: il rapporto tra mafia, politica, imprenditoria. Per scacciarlo non serviranno aglio e scongiuri, ma decisioni chiare e tempestive da parte di tutti i soggetti in scena, istituzionali e non.
Per uno strano gioco del destino il Piemonte, dopo avere avuto gli Uffici di Procuratore Generale e di Procuratore della Repubblica di Torino retti (in maniera eccellente) da facenti funzioni, ha salutato nel giro di settantadue ore il nuovo Procuratore generale (al maschile come ha detto di preferire) la dott.ssa Lucia Musti ed il nuovo Procuratore della Repubblica di Torino il dott. Giovanni Bombardieri. La dott.ssa Musti arriva da Bologna dove ha lavorato per decenni contribuendo in maniera determinante, tra l’altro, al buon esito del processo Aemilia, che ha colpito drasticamente la ‘ndrangheta in Emilia Romagna anche nei suoi collegamenti con il mondo dell’imprenditoria legale e delle professioni. Il dott. Bombardieri arriva da Reggio Calabria dove ha contribuito a portare avanti alcuni tra i più importanti processi celebrati in Italia contro la ‘ndrangheta, colta anche nei suoi rapporti strategici con altre mafie italiane, la politica e l’imprenditoria.
Insomma, il CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) pare aver voluto dare un chiaro segnale al Piemonte: il lavoro iniziato con Minotauro nel 2011 e che ha prodotto decine di altri procedimenti, non è finito. Intendiamo finirlo.
A sottolineare la centralità di questa missione senz’altro molto impegnativa, anche la partecipazione all’insediamento del nuovo Procuratore di Torino niente meno che del Procuratore nazionale anti mafia ed anti terrorismo Giovanni Melillo, arrivato apposta da Roma e che nel suo indirizzo di saluto non ha mancato di evidenziare la ferma volontà di intensificare l’attività di coordinamento, anche sul piano internazionale.
In verità agli osservatori attenti non è sfuggita una serie di segnali (almeno negli ultimi due anni) che fa pensare ad un progressivo, puntuale, accumulo di materiale pronto a tradursi in un “balzo in avanti” nella lotta a mafia e corruzione: il muro di omertà della ‘ndrangheta crepato dalla decisione di alcuni mafiosi di “saltare il fosso” e di collaborare, alcuni procedimenti che sembrano sospesi come nuvole cariche di pioggia, la presenza in diverse ordinanze di custodia cautelare di profili apparentemente di secondo piano che però paiono fare da anelli di congiunzione tra una inchiesta e l’altra, gli intrecci appena accennati tra “mondo di sotto”, i mafiosi alla ricerca di denaro e “mondo di sopra”, imprenditori a caccia di profitti e politici affamati di voti.
Chissà, forse per il “balzo in avanti” si attendeva proprio la fine delle reggenze, non foss’altro che per garbo istituzionale: l’azione penale è obbligatoria (per ora!), ma il suo esercizio in concreto dipende da molti fattori e tra questi anche quello di una piena legittimazione di quegli Uffici che devono assumersi la responsabilità di firmare atti scomodi e che è bene condividano una certa linea interpretativa di fatti e norme.
Ma questa congiuntura non deve in alcun modo suggerire atteggiamenti “attendistici” in chi abbia a cuore la legalità democratica, fonte di uguaglianza e quindi di giustizia. Non si tratta di stare a guardare, facendo scommesse su come possa andare a finire. Si tratta piuttosto di domandarsi, ciascuno per il proprio ruolo, cosa ognuno possa fare per contribuire a trasformare questa congiuntura in un “balzo in avanti” per tutta la società piemontese nella direzione della migliore qualità della vita.
Mi piace pensare che in questo senso possano essere interpretate le prime parole pronunciate dal nuovo Procuratore di Torino (e distrettuale!) Giovanni Bombardieri che significativamente ha iniziato il suo intervento dai testimoni di giustizia, da coloro cioè che avendo subito o avendo visto, decidono di non voltarsi dall’altra parte e di non cercare accomodamenti ma di denunciare. Per Bombardieri queste persone non devono mai più essere lasciate sole né dallo Stato, né dagli altri cittadini: parole a cui non posso che associarmi per la conoscenza che ho proprio della dolente e talvolta disperata solitudine nella quale vivono alcuni testimoni di giustizia in Piemonte.
Mi è sembrato che le parole di Bombardieri contenessero un appello a diventare tutti testimoni, che poi è il modo migliore per non lasciare a nessuno un fardello troppo grande. Ognuno testimone come può, nel proprio campo. Un appello, direi, rivolto anche alla politica che non deve tardare a fare chiarezza perché se è vero che comportamenti inopportuni e moralmente censurabili non diventano di per sé mafiosi è altresì vero che la collusione tra mafia e politica è sempre preparata da condotte inizialmente “soltanto” inopportune e moralmente censurabili. La campana dell’ultimo giro è suonata.
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Tanto che, ha detto Takayoshi Shiranaga, agente della prigione femminile di Tochigi, "ci sono persino persone che dicono che pagherebbero 20mila o 30mila yen (130-190 dollari, ndr) al mese se potessero vivere qui per sempre". E "ci sono persone che vengono qui perché fa freddo o perché hanno fame", ha aggiunto Shiranaga. Inoltre chi si ammala ''può ricevere cure mediche gratuite mentre è in prigione, ma una volta fuori devono pagarle di tasca propria, quindi alcune vogliono restare qui il più a lungo possibile''. In tutto il Giappone, il numero di detenuti di età pari o superiore a 65 anni è quasi quadruplicato dal 2003 al 2022. "Ora dobbiamo cambiare loro i pannolini, aiutarli a fare il bagno, a mangiare", ha detto Shiranaga. "A questo punto, sembra più una casa di cura che una prigione piena di criminali condannati", ha aggiunto.
Tra le pareti rosa chiaro e i corridoi stranamente sereni della prigione Tochigi, la Cnn ha incontrato Akiyo, nome di fantasia di una detenuta di 81 anni. "Ci sono persone molto buone in questa prigione - ha detto - Forse questa vita è la più stabile per me". Una detenuta di 51 anni, nome di fantasia Yoko, è stata incarcerata per accuse legate alla droga cinque volte negli ultimi 25 anni. Ogni volta che torna, la popolazione carceraria sembra invecchiare, ha detto alla Cnn. Alcune persone ''commettono reati di proposito per venire arrestate e finire di nuovo in prigione, una volta che finiscono i soldi", ha affermato.
Il furto è di gran lunga il crimine più comune commesso dai detenuti anziani in Giappone, soprattutto tra le donne. Nel 2022 più dell'80% delle detenute anziane in tutto il Paese erano in carcere per furto, secondo i dati del governo di Tokyo. Alcuni lo fanno per sopravvivere. Il 20% delle persone con più di 65 anni in Giappone vive in povertà, secondo l'Ocse, rispetto a una media del 14,2% nei 38 paesi membri dell'organizzazione. Altri lo fanno perché hanno così poco al di fuori.
Le autorità giapponesi sono a conoscenza del problema, tanto che il ministero del Welfare ha affermato nel 2021 che i detenuti anziani che hanno ricevuto supporto dopo aver lasciato il carcere avevano molte meno probabilità di recidive rispetto a quelli che non l'avevano ricevuto. Da allora, il ministero ha intensificato gli sforzi di intervento precoce e i centri di supporto alla comunità per aiutare meglio gli anziani vulnerabili.
Il ministero della Giustizia ha inoltre avviato programmi per le detenute, per aiutarle a vivere in modo indipendente. Ovvero come riprendersi dalla dipendenza da sostanze stupefacenti e come gestire le relazioni familiari. Il governo di Tokyo sta anche valutando proposte per rendere i sussidi per l'alloggio accessibili a un numero maggiore di anziani. Sono 10 i comuni in tutto il Giappone che stanno testando iniziative per sostenere gli anziani senza parenti stretti. Il tutto mentre in Giappone la popolazione anziana sta aumentando così rapidamente che entro il 2040 il Paese avrà bisogno di 2,72 milioni di operatori socio-assistenziali. Il governo sta cercando di incoraggiare più persone a entrare nel settore e di 'importare' lavoratori stranieri.
Civitavecchia, 20 gen. - (Adnkronos) - Procedono spediti i lavori di realizzazione del prolungamento dell'antemurale Cristoforo Colombo che vedrà la diga foranea del Porto di Civitavecchia estendersi per ulteriori 400 metri in direzione nord ovest.
Sono in corso i lavori di realizzazione dello scanno di imbasamento (dove poggeranno i cassoni in calcestruzzo) con lo sversamento in mare del nucleo della scogliera costituita da massi di pezzatura ricompresa tra i 5 e i 1000 Kg. A breve verrà avviata la prefabbricazione dei cassoni in cls costituenti il corpo centrale della diga foranea di dimensioni 40x28x25 m.
"Tengo a sottolineare - dichiara il presidente dell'AdSP Pino Musolino - che stiamo rispettando tutti i tempi programmati per realizzare opere che doteranno il porto di Civitavecchia di infrastrutture adeguate e compatibili per il rilancio del settore portuale, con un occhio sempre attento alla transizione ecologica, alla sostenibilità e all'impatto ambientale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Qual è il suo sogno quando era piccolo?". "Questa è una domanda interessante, perché i sogni cambiano nel corso della vita, con l'età. Quando ero piccolo mi sarebbe piaciuto fare il medico, poi ho cambiato idea. Quando si è a scuola, crescendo, si studia un po' tutto. C'è un momento in cui bisogna scegliere cosa fare. Alla fine ho scelto il diritto, la legge". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella rispondendo ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "Non ho mai sognato di fare il calciatore perché non ero per niente bravo", ha aggiunto sorridendo.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "C'è molto di buono in questo paese, e questo mi conforta sempre". Così il Presidente della repubblica Sergio Mattarella ai bambini della scuola de Amicis di Palermo. "La fatica viene cancellate dal vedere cose buone che si vedono in Italia", ha detto.
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Le piacerebbe fare un altro lavoro?". Questa è stata a prima domanda rivolta dagli alunni della scuola de Amicis di Palermo al Capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita a sorpresa questa mattina nel plesso. "Io sono vecchio - ha risposto - il mio lavoro non è quello che faccio adesso, il mio lavoro abituale era quello di insegnare Diritto costituzionale all'Università, ma ormai non lo faccio più da tempo. Questo impegno che svolgo ora non è un lavoro, è un impegno per la nostra comunità nazionale. E' faticoso, però è interessante perché consente di stare in contatto con la nostra società, con tutti i cittadini di ogni origine, ed è una cosa di estremo interesse".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "La musica, così come le iniziative sui libri, la cultura, sono il veicolo della vita, della convivenza, dell'apertura, della crescita personale e collettiva. E' quello che state facendo in questa scuola. Per me è davvero un motivo di soddisfazione essere qui e farvi i complimenti". Così il Capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando i bambini della scuola De Amicis. Nel novembre scorso i bimbi della quinta C furono insultati mentre si esibivano davanti alla Feltrinelli, vestiti con abiti tradizionali africani. "Io ogni anno vado in una scuola per l'apertura dell'anno scolastico, ma non è frequente che vada in altre occasioni. Sono lietissimo di essere qui questa mattina- dice Mattarella- E ringraziarvi per quello che fate. Ringrazio i vostri insegnanti per quello che vi trasmettono e per come vi guidano nell'accrescimento culturale".
Palermo, 20 gen. (Adnkronos) - "Voi siete una scuola che con la cultura, la musica, la lettura, e altre iniziative di crescita culturale, esprime i valori veri della convivenza nel nostro paese e nel mondo, che sempre è più unito, connesso, sempre più senza confini. Ed è una ricchezza crescere insieme, scambiarsi opinioni e abitudini, idee, ascoltare gli altri. fa crescere e voi lo state facendo, per questo complimenti". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella si è rivolto ai bambini della scuola De Amicis di Palermo. Nel novembre scorso i bimbi della quinta c, molti dei quali di origini africane, furono insultati per strada mentre si esibivano in uno spettacolo vestiti con abiti tradizionali. "Cercate di trovare la vostra strada secondo le vostre inclinazioni, auguri a tutti voi e complimenti", ha aggiunto. "Sono lietissimo di incontrarvi in questo auditorium che ci accoglie, ragazzi. Ringrazio la dirigente scolastica e i collaboratori, gli insegnanti e li ringrazio per quanto fanno. Voglio fare i complimenti a voi, siete bravissimi. Avete eseguito magistralmente questi due pezzi", ha detto ancora il Capo dello Stato parlando ai ragazzi che si sono esibiti in un breve concerto. "Non è facile con tanti strumenti ad arco, a fiato, a percussione. Complimenti ai vostri insegnanti e a voi".