Una storia d’amore turbolenta, a tratti anche violenta, con annessa “finta gravidanza” e vessazioni: è questo il quadro presentato nella dettagliata ricostruzione del rapporto tra Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia, nella denuncia depositata dall’ex ministro della Cultura contro la sua ex amante e “non-consulente”. Il legale di Sangiuliano – l’avvocato Silverio Sica – aveva già da tempo annunciato l’esposto parlando di “pressioni illecite da parte della dottoressa Boccia” che potrebbero prefigurare “il reato di tentata estorsione“. Saranno adesso i pm di Roma a indagare e a valutare eventuali reati da contestare.
Il giallo del graffio – Intanto però, come anticipato da La Verità, dalla denuncia emergono alcuni dettagli. Tra questi viene anche chiarito quello che era stato ribattezzato il “giallo del graffio“. Dalla seconda metà di luglo, infatti, l’allora ministro della Cultura comincia ad apparire con un vistoso cerotto sulla fronte, a proteggere una estesa ferita verticale sulla testa. Il settimanale Gente aveva ricostruito che la ferita compare il 17 luglio, mentre il ministro si trovava a Sanremo per presentare il suo libro, accompagnato proprio da Boccia. Nelle foto del pomeriggio precedente, però, quel graffio non c’è: così l’attenzione si concentra sulla notte tra il 16 e il 17.
Le unghie, le foto e le chat – Nella denuncia di Sangiuliano viene spiegato – scrive La Verità – che Boccia, al culmine di un litigio, avrebbe ferito l’allora ministro con le proprie unghie, provocandogli la vistosa ferita sulla fronte. Agli atti sarebbero state anche allegate le foto che lo stesso Sangiuliano si è scattato davanti allo specchio del bagno, in jeans e polo, per immortalare le conseguenze del litigio. A conferma di ciò sarebbero state anche allegate le chat tra i due: in una circostanza l’allora ministro ricorda all’imprenditrice di Pompei quanto accaduto quella notte: “Sfregiato. Se non fossi stata tu avrei picchiato durissimo”, e lei pare ammettere: “Mi hai letteralmente mandato fuori di testa […] mi hai portato a un punto imbarazzante”. Nella sua ricostruzione Sangiuliano farebbe riferimento alle pretese, da parte della donna, di prove d’amore e di sudditanza sempre maggiori, compresa la richiesta di controllare il suo telefono e la sottrazione della fede nuziale. Nonostante il graffio, la relazione comunque continua. La Verità parla anche di Boccia che avrebbe proposto a Sangiuliano la firma di “un patto di riservatezza“.
La presunta gravidanza – Al rifiuto del ministro della Cultura si apre la pagina della presunta gravidanza. Dopo alcune allusioni della donna, il 2 agosto Sangiuliano scrive: “Sono arrivato al punto di non farmi problemi se tu fossi incinta di me, anzi sarei stato felicissimo”. Mentre una settimana dopo lei afferma: “Sarai libero di viverti questa esperienza come vorrai nel rispetto di tuo figlio“. La storia poi termina, scoppia lo scandalo che culmina con le dimissioni di Sangiuliano. Adesso, molto probabilmente, Boccia sarà sentita dai magistrati per dare la sua versione e replicare alle accuse. Intanto l’ex ministro dovrà affrontare anche i procedimenti a suo carico: è indagato dalla procura di Roma per peculato e rivelazione e diffusione di segreto d’ufficio. Il fascicolo è al Tribunale dei ministri, considerando la carica ricoperta fino a pochi giorni fa dall’indagato. Sugli eventuali profili di danni erariali, invece, sono in corso le verifiche della procura regionale della Corte dei Conti per il Lazio che ha aperto un fascicolo sulla vicenda Boccia-Sangiuliano.
L’intervento del Garante – In relazione alla vicenda, il Garante della privacy è intervenuto per richiamare media e siti web e al più rigoroso rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali e, in particolare, al criterio dell’essenzialità dell’informazione. È indispensabile – sottolinea il garante – garantire la dignità di tutte le persone coinvolte, procedendo a una valutazione più approfondita circa l’oggettiva essenzialità di dettagli e informazioni relativi ad aspetti intimi, omettendone la pubblicazione quando non rispondono a un’esigenza realmente informativa su vicende di interesse pubblico.
Politica
La ferita sulla fronte di Sangiuliano? “Sfregiato con le unghie da Boccia durante un litigio”: la denuncia dell’ex ministro
Una storia d’amore turbolenta, a tratti anche violenta, con annessa “finta gravidanza” e vessazioni: è questo il quadro presentato nella dettagliata ricostruzione del rapporto tra Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia, nella denuncia depositata dall’ex ministro della Cultura contro la sua ex amante e “non-consulente”. Il legale di Sangiuliano – l’avvocato Silverio Sica – aveva già da tempo annunciato l’esposto parlando di “pressioni illecite da parte della dottoressa Boccia” che potrebbero prefigurare “il reato di tentata estorsione“. Saranno adesso i pm di Roma a indagare e a valutare eventuali reati da contestare.
Il giallo del graffio – Intanto però, come anticipato da La Verità, dalla denuncia emergono alcuni dettagli. Tra questi viene anche chiarito quello che era stato ribattezzato il “giallo del graffio“. Dalla seconda metà di luglo, infatti, l’allora ministro della Cultura comincia ad apparire con un vistoso cerotto sulla fronte, a proteggere una estesa ferita verticale sulla testa. Il settimanale Gente aveva ricostruito che la ferita compare il 17 luglio, mentre il ministro si trovava a Sanremo per presentare il suo libro, accompagnato proprio da Boccia. Nelle foto del pomeriggio precedente, però, quel graffio non c’è: così l’attenzione si concentra sulla notte tra il 16 e il 17.
Le unghie, le foto e le chat – Nella denuncia di Sangiuliano viene spiegato – scrive La Verità – che Boccia, al culmine di un litigio, avrebbe ferito l’allora ministro con le proprie unghie, provocandogli la vistosa ferita sulla fronte. Agli atti sarebbero state anche allegate le foto che lo stesso Sangiuliano si è scattato davanti allo specchio del bagno, in jeans e polo, per immortalare le conseguenze del litigio. A conferma di ciò sarebbero state anche allegate le chat tra i due: in una circostanza l’allora ministro ricorda all’imprenditrice di Pompei quanto accaduto quella notte: “Sfregiato. Se non fossi stata tu avrei picchiato durissimo”, e lei pare ammettere: “Mi hai letteralmente mandato fuori di testa […] mi hai portato a un punto imbarazzante”. Nella sua ricostruzione Sangiuliano farebbe riferimento alle pretese, da parte della donna, di prove d’amore e di sudditanza sempre maggiori, compresa la richiesta di controllare il suo telefono e la sottrazione della fede nuziale. Nonostante il graffio, la relazione comunque continua. La Verità parla anche di Boccia che avrebbe proposto a Sangiuliano la firma di “un patto di riservatezza“.
La presunta gravidanza – Al rifiuto del ministro della Cultura si apre la pagina della presunta gravidanza. Dopo alcune allusioni della donna, il 2 agosto Sangiuliano scrive: “Sono arrivato al punto di non farmi problemi se tu fossi incinta di me, anzi sarei stato felicissimo”. Mentre una settimana dopo lei afferma: “Sarai libero di viverti questa esperienza come vorrai nel rispetto di tuo figlio“. La storia poi termina, scoppia lo scandalo che culmina con le dimissioni di Sangiuliano. Adesso, molto probabilmente, Boccia sarà sentita dai magistrati per dare la sua versione e replicare alle accuse. Intanto l’ex ministro dovrà affrontare anche i procedimenti a suo carico: è indagato dalla procura di Roma per peculato e rivelazione e diffusione di segreto d’ufficio. Il fascicolo è al Tribunale dei ministri, considerando la carica ricoperta fino a pochi giorni fa dall’indagato. Sugli eventuali profili di danni erariali, invece, sono in corso le verifiche della procura regionale della Corte dei Conti per il Lazio che ha aperto un fascicolo sulla vicenda Boccia-Sangiuliano.
L’intervento del Garante – In relazione alla vicenda, il Garante della privacy è intervenuto per richiamare media e siti web e al più rigoroso rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali e, in particolare, al criterio dell’essenzialità dell’informazione. È indispensabile – sottolinea il garante – garantire la dignità di tutte le persone coinvolte, procedendo a una valutazione più approfondita circa l’oggettiva essenzialità di dettagli e informazioni relativi ad aspetti intimi, omettendone la pubblicazione quando non rispondono a un’esigenza realmente informativa su vicende di interesse pubblico.
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L’Italia arresta e poi scarcera il comandante libico accusato di torture dalla Corte dell’Aja. Tutti i dubbi sul ruolo del ministero di Nordio
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Von der Leyen a Davos invoca l’unità europea e si appella a Trump: ‘Negoziamo, rompere non conviene’. Zelensky: ‘Ue si dia una mossa, alzi la voce con gli Usa’
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Ucraina, M5s e Avs: “Stop all’invio di armi, no agli attacchi in Russia”. Ma Pd: “Rispettare impegni presi”
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Perchè il capo della polizia giudiziaria libica Almasri arrestato sabato a Torino, per la Corte Penale Internazionale colpevole di crimini di guerra e contro la dignità umana, è stato scarcerato e rimandato in Libia? È una pagina inquietante, il governo deve spiegazioni". Così su X Pierfrancesco Majorino, responsabile Politiche migratorie nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Meloni non doveva fare la guerra in tutto il globo terracqueo ai trafficanti di esseri umani e arrestarli? Oggi invece ha liberato il trafficante e torturatore libico Almasri Habish e lo ha rimandato in Libia, nonostante un mandato di arresto della Corte penale internazionale. Che vergogna Giorgia Meloni". Lo dichiara il coportavoce nazionale di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Rimaniamo in attesa della conferma ufficiale e della motivazione che ha portato alla scarcerazione del trafficante di esseri umani libico arrestato nei giorni scorsi a Torino". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs.
"Naturalmente se questo personaggio potrà lasciare tranquillamente l’Italia invece di essere consegnato alla Corte Penale Internazionale per essere giudicato sarà chiaro a tutti - alla CPI, all’Interpol, alla comunità internazionale e ai cittadini del nostro Paese - che l’attuale governo italiano, Meloni, Nordio, Piantedosi proteggono i trafficanti di esseri umani e i torturatori libici".
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "È gravissimo che il comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, arrestato domenica scorsa a Torino, sia stato rilasciato e rinviato in Libia, nonostante ci sia un mandato d’arresto della Corte penale internazionale. Presentiamo una interrogazione urgente al ministro Nordio affinché venga a riferire in aula già nelle prossime ore”. Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "La vicenda della scarcerazione del generale Almasri è gravissima. Domani mattina chiederemo conto al Ministro Nordio in aula di questa scelta che a noi sembra assurda. Cosa c’è sotto?". Così Matteo Renzi sui social.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - “Per il ministro Salvini, dal primo di gennaio i ritardi ferroviari sono tutta colpa dell'eversione e del sabotaggio. Peccato che i dati dell’ultimo trimestre, senza catene sulla linea, senza sabotaggi, senza esposti, dicano che il 72 % dei treni ad alta velocità è arrivato in ritardo, che il Frecciargento Bari - Roma non è mai arrivato in orario e che il Frecciarossa Reggio Calabria - Milano ha avuto un ritardo medio di 46 minuti, con picchi di 468 minuti". Lo ha dichiarato Matteo Richetti, capogruppo di Azione alla Camera, rispondendo all’informativa del ministro Salvini sul trasporto ferroviario.
"I rimborsi complessivi dovuti a Trenitalia per ritardi dei treni sono superiori a 100 milioni di euro l'anno: circa 8 milioni e mezzo di euro al mese. Davanti a questa situazione emergenziale, ancora una volta il Ministro evita di discutere in aula la sua strategia dei trasporti. Avremmo voluto sapere dal Ministro se conferma la scelta di aumentare l’offerta dell’alta velocità, atteso il fatto che questo aumento contrae la possibilità di manutenzione ordinaria e quindi la prevenzione dei guasti".
"Soprattutto perché, se su quella stessa rete si pensa di mettere un terzo operatore, l'usura sarà ulteriormente esasperata. È su questo che avevamo chiesto un'informativa del Ministro: sui ritardi, sui guasti, sui disagi, sulle strategie per le politiche del trasporto pubblico in Italia, non sugli esposti sacrosanti. Ancora un’occasione perduta”.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Giorgia Meloni voleva inseguire i trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, ne era stato arrestato uno libico in Italia e invece di dare seguito alle richieste della Corte penale internazionale che lo accusa di crimini di guerra e contro la dignità umana, lo hanno rimandato impunito in Libia. Il governo chiarisca immediatamente perché Almasri è stato scarcerato e lasciato andare". Così la segretaria del Pd Elly Schlein