Lascia, a sorpresa, anche il numero uno del colosso statunitense dei semiconduttori Intel. Pat Gelsinger, ha annunciato il passo indietro dopo quasi quattro anni nel ruolo di amministratore delegato. Non è riuscito a centrare gli obiettivi annunciati e sotto la sua guida il titolo del gruppo ha dimezzato il suo valore. Intel ha faticato a tenere il passo con rivali come Nvidia e Advanced Micro Devices, in particolare nella produzione di chip per l’intelligenza artificiale.
La società ha comunicato di aver nominato il responsabile finanziario David Zinsner e la vicepresidente esecutiva Michelle Johnston Holthaus come co-ceo ad interim. Frank Yeary invece è stato nominato presidente esecutivo ad interim. Il cda ha istituito un comitato per cercare un successore permanente.
Nel febbraio 2021, assumendo la guida dell’azienda, Gelsinger si impegnò a rilanciare l’azienda, che era rimasta indietro nella corsa alla realizzazione di chip più veloci con transistor più piccoli. Il suo piano prevedeva sforzi aggressivi per colmare quel divario tecnologico, espandere la rete di fabbriche di Intel e sviluppare un’attività per la produzione di chip per altre aziende, diventando in questo settore il numero due al mondo entro il 2030. Tuttavia il manager ha incontrato varie difficoltà.
L’ondata di acquisti di pc durante la pandemia si è ridotta con il ritorno alle pratiche lavorative abituali e Intel è rimasta indietro nella frontiera dell’intelligenza artificiale. Sebbene produca i chip per l’Ia chiamati Gaudi, la diffusione più lenta del previsto ha impedito di raggiungere l’obiettivo di 500milioni di dollari di ricavi nel 2024.
Per finanziare l’espansione produttiva, Intel sta facendo affidamento sui miliardi di dollari in sovvenzioni governative provenienti dal Chips Act del 2022, una legge promossa da Joe Biden per rilanciare i chip made in Usa contro la concorrenza asiatica. Ma l’ultima tranche è stata ridotta (7,8 miliardi contro gli 8,5 annunciati a marzo) proprio per revisione dei piani da parte della compagnia. All’inizio dell’anno, Intel ha annunciato il licenziamento di circa 15mila dipendenti, la sospensione dei dividendi per il quarto trimestre e un piano per ridurre i costi di 10 miliardi di dollari l’anno prossimo.
Proprio oggi gli Stati Uniti hanno annunciato nuove restrizioni nell’accesso della Cina a componenti essenziali per chip e intelligenza artificiale realizzati negli Usa, al fine di provare a contenere le ambizioni tecnologiche di Pechino. Il Dipartimento del Commercio ha quindi imposto nuove restrizioni alla vendita di chip ad alta larghezza di banda.
Economia & Lobby
Intel, il numero uno Pat Gelsinger getta la spugna. Lascia dopo aver mancato gli obiettivi promessi
Lascia, a sorpresa, anche il numero uno del colosso statunitense dei semiconduttori Intel. Pat Gelsinger, ha annunciato il passo indietro dopo quasi quattro anni nel ruolo di amministratore delegato. Non è riuscito a centrare gli obiettivi annunciati e sotto la sua guida il titolo del gruppo ha dimezzato il suo valore. Intel ha faticato a tenere il passo con rivali come Nvidia e Advanced Micro Devices, in particolare nella produzione di chip per l’intelligenza artificiale.
La società ha comunicato di aver nominato il responsabile finanziario David Zinsner e la vicepresidente esecutiva Michelle Johnston Holthaus come co-ceo ad interim. Frank Yeary invece è stato nominato presidente esecutivo ad interim. Il cda ha istituito un comitato per cercare un successore permanente.
Nel febbraio 2021, assumendo la guida dell’azienda, Gelsinger si impegnò a rilanciare l’azienda, che era rimasta indietro nella corsa alla realizzazione di chip più veloci con transistor più piccoli. Il suo piano prevedeva sforzi aggressivi per colmare quel divario tecnologico, espandere la rete di fabbriche di Intel e sviluppare un’attività per la produzione di chip per altre aziende, diventando in questo settore il numero due al mondo entro il 2030. Tuttavia il manager ha incontrato varie difficoltà.
L’ondata di acquisti di pc durante la pandemia si è ridotta con il ritorno alle pratiche lavorative abituali e Intel è rimasta indietro nella frontiera dell’intelligenza artificiale. Sebbene produca i chip per l’Ia chiamati Gaudi, la diffusione più lenta del previsto ha impedito di raggiungere l’obiettivo di 500milioni di dollari di ricavi nel 2024.
Per finanziare l’espansione produttiva, Intel sta facendo affidamento sui miliardi di dollari in sovvenzioni governative provenienti dal Chips Act del 2022, una legge promossa da Joe Biden per rilanciare i chip made in Usa contro la concorrenza asiatica. Ma l’ultima tranche è stata ridotta (7,8 miliardi contro gli 8,5 annunciati a marzo) proprio per revisione dei piani da parte della compagnia. All’inizio dell’anno, Intel ha annunciato il licenziamento di circa 15mila dipendenti, la sospensione dei dividendi per il quarto trimestre e un piano per ridurre i costi di 10 miliardi di dollari l’anno prossimo.
Proprio oggi gli Stati Uniti hanno annunciato nuove restrizioni nell’accesso della Cina a componenti essenziali per chip e intelligenza artificiale realizzati negli Usa, al fine di provare a contenere le ambizioni tecnologiche di Pechino. Il Dipartimento del Commercio ha quindi imposto nuove restrizioni alla vendita di chip ad alta larghezza di banda.
Articolo Precedente
Stellantis, l’ad Tavares si è dimesso. Fiom: “Ma i lavoratori restano: subito piano industriale”. M5s, Avs, Azione e Fdi: “Elkann in Parlamento”
Articolo Successivo
Dimissioni Tavares, la lettera di Elkann ai dipendenti Stellantis: “Con lui differenza di vedute. Serviva un progetto a lungo termine”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Cronaca
Roma, cade un albero per il vento in un parco: morta una 45enne, grave un’altra donna. I residenti: “Mancati i controlli chiesti più volte”
Diritti
Codice della strada, diffida al governo di migliaia di pazienti in cura con la cannabis: “Convocate il tavolo per le deroghe o siamo pronti alla class action”
Fatti quotidiani
A Natale regala il Fatto Quotidiano! Abbonamento in offerta a prezzo speciale – L’appello dei direttori
Roma, 23 dic. (Adnkronos) - I presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, hanno firmato oggi l'atto di nomina del Garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità. Presidente è l’avvocato Maurizio Borgo, mentre il professor Francesco Vaia e il dottor Antonio Pelagatti ne sono i componenti. Con queste nomine -spiega un comunicato- che hanno decorrenza dal primo gennaio 2025, i presidenti delle Camere assicurano l'istituzione del Garante, come previsto dalla nuova legge.
Roma, 23 dic. (Adnkronos) - "È importante che i nostri popoli siano sempre più vicini, soprattutto in momenti complicati come sono stati quelli degli ultimi anni. Auspichiamo una soluzione dei conflitti, magari partendo proprio dal conflitto russo ucraino, che tiene l'Europa col fiato sospeso". Lo ha affermato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, incontrando, questa mattina al Parlamento lettone, la presidente Daiga Mieriņa. Successivamente ha visitato il contingente italiano della base Nato di Ādaži, accolto dal comandante Massimiliano Greco.
"La situazione -ha detto ancora Fontana- impone una riflessione sull'importanza di avere strutture di difesa forti e compatte. La sicurezza militare è il presupposto della libertà. Penso che i Paesi europei debbano muoversi nella direzione di una sempre maggiore collaborazione. Nel fianco orientale dell'Europa, Paesi come la Lettonia sono strategici. Altra priorità è il Mediterraneo. L'auspicio è che l'Unione europea tenga in adeguata considerazione questi quadranti strategici, che vedono l'Italia in una posizione e in un ruolo fondamentale".
Roma, 23 dic. (Adnkronos) - “Quello che è avvenuto in questa manovra ha dell’incredibile. Questa destra non fa nessun investimento sulla sanità pubblica, con la dotazione di risorse per il Fondo sanitario nazionale, in rapporto al Pil, che scenderà al punto più basso degli ultimi anni, al 6,05 %, allontanandoci sempre di più dagli altri Paesi europei. Ma nonostante questo raschiano il barile per spartirsi in maggioranza pochi spiccioli per mance territoriali. Se i senatori che sostengono il Governo avessero un minimo di dignità si ribellerebbero e modificherebbero il testo di questa manovra senza anima e senza prospettive". Lo afferma il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia.
"Per parte nostra, per provare a cancellare qualche ‘vergogna’, abbiamo depositato un emendamento -spiega- che cancella il comma 898 della manovra, pieno di mancette, e destina quei 100 milioni all’aumento del Fondo per le non autosufficienze in modo da garantire l’estensione e l'accesso al progetto ‘Vita indipendente’ su tutto il territorio nazionale, prevedendo un incremento del fondo di 31.967.000 euro per l’anno 2025, di 38.700.000 euro per l’anno 2026 e di 31.380.000 euro per l’anno 2027. Ci auguriamo che la maggioranza voglia accogliere questo nostro emendamento”.
Roma, 23 dic. (Adnkronos) - L’odierna erogazione della sesta rata del Pnrr impone un bilancio. Il Governo Meloni ha ridiscusso il Pnrr che, contrariamente a quanto affermava una sinistra abituata a chinare la schiena, non era evidentemente scritto sulle tavole della pietra. Il Governo Meloni continua, contro ogni profezia di sciagura della sinistra, a incassare le rate del Pnrr secondo le previste tempistiche, anzi anticipandole. L’Italia è ora una Nazione con una forte guida politica, autorevole per concretezza e capacità di mantenere gli impegni assunti, ma anche di far prevalere l’interesse nazionale". Lo afferma Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia e sottosegretario alla Giustizia.
"Il Governo Meloni -aggiunge- ha così archiviato definitivamente il tempo dell’Italia con il 'cappello in mano in Europa' a cui aveva tristemente abituato la sinistra".
Roma, 23 dic. (Adnkronos) - “Giorgia Meloni continua a litigare con la matematica. Le vorrei far presente che l’Italia ha ricevuto più rate e più soldi rispetto agli altri Paesi europei semplicemente perché è quello che ha chiesto di più, non perché siamo i più bravi a spendere”. Lo scrive su X Davide Faraone, capogruppo di Italia viva alla Camera, a proposito delle rate del Pnrr. “Anzi, sulla spesa la situazione dell’Italia -aggiunge- è molto preoccupante visto che 2 progetti su 3 sono a rischio ritardo, le opere completate sono un misero 18%, i cantieri aperti solo poco più del 35% e la spesa complessiva rimane bassa: 59 miliardi sui 122 incassati fin qui”.
Roma, 23 dic. (Adnkronos) - "Altro che avanti con soluzioni innovative: avanti con propaganda che non risolve nulla e con la bugia che il problema dell'accordo albanese fossero i giudici politicizzati". Lo affermano i capigruppo del Movimento 5 Stelle delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, Alfonso Colucci e Alessandra Maiorino.
"A novembre, mentre in Italia sbarcavano 8 mila migranti, in Albania -ricordano- ne sarebbero stati ospitati 19 se il loro fermo fosse stato convalidato dai giudici. Ma ipotizzando anche un numero maggiore di trasferimenti, non di decine ma di centinaia al mese e quindi qualche migliaio l'anno, saranno sempre pochissimi rispetto alla media mensile di 5-6 mila migranti sbarcati sulle nostre coste quest'anno. Una percentuale così bassa da non scoraggiare le partenze, senza considerare la concreta possibilità che i migranti vengano istruiti a dichiararsi provenienti da Paesi non compresi nella lista di quelli sicuri per evitare il trasferimento in Albania. Di certo questa 'soluzione innovativa' ha solo una cosa: le centinaia di milioni dei contribuenti usati per pagare questo spot della Meloni".
Roma, 23 dic (Adnkronos) - "Da bambini ci hanno insegnato che sbagliando si impara. Qui mi sembra che non si tenga conto nemmeno dei più basilari elementi". Lo dice il segretario di Demos Paolo Ciani commentando le conclusioni del vertice sui centri per i migranti in Albania a palazzo Chigi. Ciani, che è anche vice capogruppo Pd-Ibp alla Camera, ha anche visitato nei mesi scorsi i centri di Shengjin e Gjader.
"Si tratta di un monumento all'ideologia, totalmente inutile, fatto pagare con le tasse degli italiani. Altri centri come questi sono stati già costruiti, come quello di Pozzallo, e sono vuoti -spiega il parlamentare all'Adnkronos-. Perchè perseverare nell'esaltazione di questo monumento all'ideologia quando abbiamo visto che, al di là del pensiero rispetto alle migrazioni, si tratta di uno strumento inefficace e difficilmente utilizzabile? Pensiamo solo alla scelta dei migranti da portarci, che viene effettuata in alto mare".
Ciani prosegue: "Si dimentica sempre con troppa fretta che le richieste di asilo sono sempre richieste individuali e come tali vanno valutate. Mi ha colpito, a questo proposito, che anche per la Siria si sia subito detto 'basta asilo'. Avendo poi visitato il centro in Albania, il fatto che tra le pochissime persone che ci hanno portato diverse siano state riportate indietro è la dimostrazione dell'inefficacia del sistema, quando in Italia intanto sono arrivate molte più persone".