Roma, 26 mar. (Adnkronos) - E' ora di strutturare l'alternativa. In Transatlantico stamattina veniva sintetizzato così il lungo confronto in cortile alla Camera tra Elly Schlein con Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni e Riccardo Magi. La giornata però finisce con una fotografia diversa. La prospettiva di nuove divisioni nel campo delle opposizioni. Ancora sul tema del riarmo. Azione, M5S e Avs hanno annunciato che chiederanno la calendarizzazione di rispettive mozioni sulla questione. Contrapposte tra loro. A sostegno delle spese militari quella di Carlo Calenda, contrarie quelle di 5 Stelle e Bonelli-Fratoianni.
Il tema su cui il Pd aveva trovato una faticosa composizione, evitando un nuovo strappo in Parlamento dopo quello in Europa, ritorna. Quando, non si sa ancora. Sarà la conferenza dei capigruppo a deciderlo. Intanto però la cosa rimbalza in Transatlantico. Che farà il Pd? "Abbiamo votato compatti la risoluzione, quella è la posizione del Pd", risponde Peppe Provenzano, responsabile Esteri dem. La risoluzione è quella sulle comunicazioni di Giorgia Meloni prima del Consiglio Ue, frutto appunto di una lunga mediazione all'interno del Pd. "Noi abbiamo la nostra posizione e voteremo quella", aggiunge Provenzano. E sulle altre mozioni? "Faremo delle valutazioni, come sempre. E' la normale dinamica parlamentare".
Potrebbe essere un nuovo passaggio delicato per i dem. Si potrebbe riaprire una dialettica su come comportarsi sulle mozioni presentate dalle altre forze di opposizione. Un testo magari particolarmente critico sul tema della difesa potrebbe spingere l'ala riformista a un voto contrario. Tanto che nel Pd ci si interroga sulla mossa M5S. "E' un modo per lanciare la loro manifestazione del 5 aprile o per mettere in difficoltà noi?". Dai 5 Stelle si spazzano via tutti i dubbi: "La nostra mozione contro il Rearm Europe - è il commento di alcune fonti parlamentari pentastellate - è una sfida al governo: vogliamo che l'esecutivo si assuma le sue responsabilità e che il Parlamento si esprima con un voto sul piano di riarmo".
Parole che fanno da eco a quelle pronunciate da Giuseppe Conte e i due capigruppo a Camera e Senato nel momento della presentazione della mozione a favor di telecamera: "Vogliamo fortemente questa mozione perché il Parlamento deve votare su questo piano di riarmo - dice il presidente dei pentastellati -. Non possono portarci a un'economia di guerra senza neppure il voto dei cittadini, e noi vogliamo un dibattito pubblico e che i tanti cittadini contrari abbiano voce. E' per questo che ci ritroveremo il 5 aprile qui a Roma a dire no a questo piano di riarmo".
A tal proposito, alla manifestazione del Movimento 5 stelle se Avs ha già fatto sapere che ci sarà, per ora tutto tace dal versante Pd. "Se ci va Schlein? Non ne abbiamo parlato", la risposta dei parlamentari. E anche l'ala 'pacifista' dem, da Arturo Scotto a Paolo Ciani che hanno votato più volte in difformità dal gruppo sul sostegno militare a Kiev, fanno sapere che difficilmente potranno essere presenti per precedenti impegni.
Nello specifico delle mozioni presentate, quella di Azione si articola in 4 punti: conferma degli aiuti a Kiev, rispetto dell'impegno del 2% del Pil in spese militari, lavorare con i 'volenterosi' per dare all'Ucraina quei materiali bellici che gli servono per resistere e "essere pienamente dentro il processo di costruzione di una politica di difesa comune e quindi attendere a un esercito comune'', spiega Calenda. Aggiunge il capogruppo Matteo Richetti: "È ora che l'Italia esprima una posizione chiara. Il Parlamento deve smettere di giocare con le parole come avvenuto in occasione delle comunicazioni della presidente Meloni, quando Forza Italia, Fratelli d'Italia e mezzo Pd hanno votato contro ciò che avevano sostenuto nel Parlamento europeo".
La mozione presentata dal Movimento 5 stelle, dal canto suo, va in direzione opposta, e punta principalmente a impegnare il governo "a non proseguire nel sostegno del piano di riarmo europeo 'ReArm Europe/Readiness 2030'", che invece dovrebbe essere sostituito da un piano di rilancio e sostegno "su spesa sanitaria, sostegno alle filiere produttive e industriali, incentivi all'occupazione, istruzione, investimenti green e beni pubblici europei, per rendere l'economia dell'Unione più equa, competitiva, sicura e sostenibile".
Ed è per questo che dai banchi dei pentastellati si vede con favore la scelta di Avs di presentare un testo proprio. "E’ un bene che altre forze politiche attuino ulteriori iniziative contro il Rearm. Siamo davanti a un passaggio storico in cui il governo e alcuni media stanno cercando di convincere l’opinione pubblica che la priorità è l’acquisto di armi. Per noi sono sanità, salari, bollette e ripresa economica del tessuto industriale", spiegano gli stessi parlamentari dell'M5s.
Un apprezzamento ricambiato da Avs: "Accogliamo positivamente la mozione del Movimento 5 Stelle sul piano di riarmo di Ursula von der Leyen. Anche noi come Avs depositeremo un nostro testo", dicono Bonelli e Fratoianni. "Aumentare le spese nazionali in Europa di 800 miliardi per armamenti è una follia. Mentre l'Europa scivola nell'economia di guerra vogliamo che il Parlamento italiano, a partire dalle forze di maggioranza e dal governo Meloni, affronti in modo pubblico e trasparente questo passaggio".