La situazione, ora sì, è davvero complicata. E la sensazione di una stagione non particolarmente esaltante sta diventando una certezza: il progetto di Thiago Motta con la Juventus non decolla, e quei 7 gol presi in due partite (due delle più importanti di tutta la stagione) sembrano incisi nella pietra. 7 gol subiti, 0 segnati: il meccanismo non si è inceppato, ma proprio rotto. Ora la Juve chiede al suo allenatore di ripararlo quanto prima. Ma potrebbe non bastare. Se con l’Atalanta le 4 reti sono state una vera batosta (non accettabile in ambiente juventino, ma comunque in qualche modo giustificabili dal fatto che i nerazzurri siano lanciatissimi nella corsa scudetto), ancora peggio lo sono state le 3 subite dalla Fiorentina. “Sono in qualche modo in continuità con quanto capitato la settimana prima” ha commentato proprio Motta nel postpartita. “Per uscirne c’è solo un modo: vincere delle partite. Dimettermi? Sarebbe troppo facile” ha concluso. Come a dire: io mi sento parte del progetto, deve decidere la società. E la società, per ora, lo conferma: “Fino a due partite fa eravamo la migliore difesa del campionato” ha detto Giuntoli. “Ora lavoreremo serenamente con Motta per capire come risolvere la questione: lo faremo a mente lucida, in settimana. Il progetto è partito da lontano con Motta, vuole andare lontano con Motta e l’obiettivo resta quello di centrare la Champions League”. Che con tutti i soldi spesi sul mercato sarebbe quasi delittuoso non raggiungere.
Eppure il nodo resta quello: dei tanti soldi spesi, sono pochi i giocatori che veramente hanno convinto. E anzi, la gestione del gruppo dei giovani, che Motta ha comunque con merito cercato di esaltare, ha portato a qualche attrito rispetto a chi credeva di avere più fiducia di base: una titolarità, almeno di partenza, che non è mai stata garantita (vedi Douglas Luiz, che per le prime gare è stato preferito a Mbangula: il secondo sta facendo bene, il primo è rimasto uno dei flop più eclatanti della stagione). E poi c’è il gioco: latita, nonostante le premesse di voler cambiare rispetto a una filosofia di allegriana memoria molto più risultatista. Ecco, proprio il recente passato con Allegri fa capire quanto in realtà la panchina di Motta sia traballante. Lo scorso anno, proprio in questo periodo, Giuntoli confermava a più riprese il suo vecchio allenatore, salvo poi arrivare all’epilogo che tutti conoscono. Per Motta ora si tratta davvero di salvare il posto e raggiungere la quarta posizione potrebbe comunque non bastare, soprattutto se dovesse arrivare per il rotto della cuffia e con prestazioni ancora molto altalenanti. Da far emergere, insomma, che le idee non siano del tutto chiare. L’alternativa? In ambiente juventino circola il nome di Tudor, che conosce molto bene la piazza e che potrebbe essere un valido traghettatore (anche se difficilmente accetterebbe un contratto di pochi mesi). Poi, si vedrà, magari cercando un allenatore più esperto e forse un po’ più risultatista. Sarebbe l’ennesima rivoluzione, ma l’obiettivo di contenere i costi per tornare comunque a vincere è finora riuscito a metà. E vincere, per il tifoso bianconero, è davvero l’unica cosa che conta.
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Juventus, la doppia umiliazione Atalanta-Fiorentina allontana Thiago Motta dalla conferma (anche col quarto posto)
Al netto delle dichiarazioni ufficiali, si va verso l’ennesima rivoluzione: l’obiettivo di contenere i costi per tornare comunque a vincere è finora riuscito a metà
La situazione, ora sì, è davvero complicata. E la sensazione di una stagione non particolarmente esaltante sta diventando una certezza: il progetto di Thiago Motta con la Juventus non decolla, e quei 7 gol presi in due partite (due delle più importanti di tutta la stagione) sembrano incisi nella pietra. 7 gol subiti, 0 segnati: il meccanismo non si è inceppato, ma proprio rotto. Ora la Juve chiede al suo allenatore di ripararlo quanto prima. Ma potrebbe non bastare. Se con l’Atalanta le 4 reti sono state una vera batosta (non accettabile in ambiente juventino, ma comunque in qualche modo giustificabili dal fatto che i nerazzurri siano lanciatissimi nella corsa scudetto), ancora peggio lo sono state le 3 subite dalla Fiorentina. “Sono in qualche modo in continuità con quanto capitato la settimana prima” ha commentato proprio Motta nel postpartita. “Per uscirne c’è solo un modo: vincere delle partite. Dimettermi? Sarebbe troppo facile” ha concluso. Come a dire: io mi sento parte del progetto, deve decidere la società. E la società, per ora, lo conferma: “Fino a due partite fa eravamo la migliore difesa del campionato” ha detto Giuntoli. “Ora lavoreremo serenamente con Motta per capire come risolvere la questione: lo faremo a mente lucida, in settimana. Il progetto è partito da lontano con Motta, vuole andare lontano con Motta e l’obiettivo resta quello di centrare la Champions League”. Che con tutti i soldi spesi sul mercato sarebbe quasi delittuoso non raggiungere.
Eppure il nodo resta quello: dei tanti soldi spesi, sono pochi i giocatori che veramente hanno convinto. E anzi, la gestione del gruppo dei giovani, che Motta ha comunque con merito cercato di esaltare, ha portato a qualche attrito rispetto a chi credeva di avere più fiducia di base: una titolarità, almeno di partenza, che non è mai stata garantita (vedi Douglas Luiz, che per le prime gare è stato preferito a Mbangula: il secondo sta facendo bene, il primo è rimasto uno dei flop più eclatanti della stagione). E poi c’è il gioco: latita, nonostante le premesse di voler cambiare rispetto a una filosofia di allegriana memoria molto più risultatista. Ecco, proprio il recente passato con Allegri fa capire quanto in realtà la panchina di Motta sia traballante. Lo scorso anno, proprio in questo periodo, Giuntoli confermava a più riprese il suo vecchio allenatore, salvo poi arrivare all’epilogo che tutti conoscono. Per Motta ora si tratta davvero di salvare il posto e raggiungere la quarta posizione potrebbe comunque non bastare, soprattutto se dovesse arrivare per il rotto della cuffia e con prestazioni ancora molto altalenanti. Da far emergere, insomma, che le idee non siano del tutto chiare. L’alternativa? In ambiente juventino circola il nome di Tudor, che conosce molto bene la piazza e che potrebbe essere un valido traghettatore (anche se difficilmente accetterebbe un contratto di pochi mesi). Poi, si vedrà, magari cercando un allenatore più esperto e forse un po’ più risultatista. Sarebbe l’ennesima rivoluzione, ma l’obiettivo di contenere i costi per tornare comunque a vincere è finora riuscito a metà. E vincere, per il tifoso bianconero, è davvero l’unica cosa che conta.
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Proprio perché sono una patriota metterò questa nazione in sicurezza, perché come dice la nostra Costituzione difendere la Patria è un sacro dovere del cittadino". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Sulla compattezza della maggioranza "vedremo anche oggi con il voto. Vi consiglio di concentrarvi un pochino sulla compattezza dell'opposizione e anche nei partiti all'interno dell'opposizione". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Abbiamo degli obblighi internazionali, quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha sottoscritto in più di un'occasione l'impegno ad arrivare al 2 per cento del Prodotto interno lordo in difesa 2020-2021, che significava al tempo circa 15 miliardi di euro, perché l'ha fatto se non era d'accordo? Volevate compiacere qualcuno?". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - “Taranto ha vissuto anni di promesse non mantenute, scelte sbagliate e amministrazioni poco efficaci. Oggi, in un’epoca in cui la tecnologia sta migliorando ogni aspetto della nostra vita, perché non dovrebbe fare lo stesso con la politica? È proprio da questa riflessione che nasce Anna Luce D’Amico, la prima candidata sindaca nata grazie al contributo dell’Intelligenza Artificiale e pensata per portare efficienza, trasparenza e dati concreti al servizio della città”. Lo annuncia in una nota un gruppo di professionisti della comunicazione che lavorano in aziende ed enti su tutto il territorio nazionale ma che hanno in comune la provenienza dalla città pugliese o l’amore per Taranto.
“Anna Luce D’Amico - continua la nota - non è una politica come le altre. Non ha legami con partiti, lobby o vecchie logiche di potere. Non fa promesse irrealizzabili e non scende a compromessi con i giochi di palazzo. Si concentra su soluzioni, non su scuse. Analizza i problemi senza cercare colpevoli. La sua candidatura rappresenta un esperimento innovativo che solleva una domanda fondamentale: se l’Intelligenza Artificiale può migliorare la medicina, la mobilità e l’industria, perché non dovrebbe supportare il governo di una città? Taranto merita un’amministrazione che si basi sui dati e non sulle ideologie, che prenda decisioni fondate su fatti concreti piuttosto che su favoritismi”.Per quanto riguarda il programma della candidata sindaco, le priorità di Anna Luce D’amico saranno “la tutela della salute e dell’ambiente, con decisioni basate su dati scientifici per garantire una bonifica efficace del territorio e una qualità della vita migliore. L’attenzione al lavoro e all’economia si traduce in un piano di sostegno alle piccole imprese, nella promozione di una riconversione industriale sostenibile e in una politica di sviluppo che favorisca l’occupazione senza compromettere la salute pubblica”.
Ma anche la trasparenza e la partecipazione sono al centro della visione politica di Anna Luce D’Amico: il suo obiettivo è “creare un’amministrazione priva di favoritismi, dove i cittadini siano protagonisti grazie a strumenti digitali che favoriscano il coinvolgimento diretto e un sistema di bilancio partecipativo. La tecnologia diventa un alleato per migliorare la gestione della città, dalla viabilità ai servizi pubblici, assicurando una governance più efficiente e focalizzata sul benessere collettivo. La candidatura di Anna Luce D’Amico - in conclusione della nota - non è solo una sfida elettorale, ma un’opportunità per elevare il dibattito politico a Taranto e in tutta Italia".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Penso che dare stabilità al sistema politico sia uno dei migliori lasciti che possiamo dare a questo Paese". Il premierato "non è una riforma che sto facendo per questo Governo", serve "a imprese a famiglie". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "La manovra correttiva non è nei radar del Governo, ci sono indicatori che dicono che in una situazione complessa l'Italia va meglio di altri partner, non dobbiamo fare trionfalismo". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Sui dazi "ci sono dei margini per trovare una quadratura, non siamo fermi a guardare, siamo una nazione per cui è fondamentale l'export, per noi la materia è molto importante. Non ho certezze, dico che la materia è molto complessa, bisogna ragionare in maniera pragmatica e non rispondere per istinto, altrimenti rischieremmo di crearci più problemi". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.