Il mondo FQ

Campi Flegrei, a livello locale e regionale la latitanza politica è clamorosa

Mentre la gente chiede la presenza delle istituzioni e le risorse per intervenire, il sindaco di Napoli abbandona il campo e si reca a Roma
Commenti

La terra nei Campi flegrei continua a tremare, sono circa due anni di stillicidio. Migliaia di scosse, decine e decine sentite dalla popolazione, alcune potenti. Aumento della quantità progressiva e della forte intensità dei terremoti rappresentano una variabile scientifica, quindi da non sottovalutare. Non ci sono segnali, per quel che la scienza può sapere, di rischi di imminente eruzione vulcanica.

In balia della natura ci conviviamo, viviamo sui vulcani, tra il Vesuvio che dorme russando ogni tanto, la solfatara, il bradisismo, la caldera, le fumarole. È la terra che amiamo, è la nostra terra, per Pino Daniele “Terra mia”. Ma quello che non possiamo accettare è di essere in balia dello Stato. La città di Napoli ha un piano di protezione civile, aggiornato nel 2019 dall’amministrazione che guidavo da sindaco. Governo e Parlamento in questi due anni hanno fatto poco, messo qualche toppa, poche risorse e hanno spolverato una imbarazzante comunicazione del capo della protezione civile nazionale il quale, a domanda di un cittadino su che cosa si stesse facendo nel caso di una scossa un poco più forte, ha detto che avrebbero contato i palazzi crollati e i morti.

A livello locale e regionale la latitanza politica è clamorosa. Vi è una totale inadeguatezza e mancanza di trasparenza nella comunicazione e informazione alla popolazione. La politica chiude i battenti al tramonto, il sindaco si ritira a Nola dove vive, la popolazione dei Campi flegrei è costretta ad occupare la municipalità per avere risposte minime. Sindaco e assessore che minimizzano dicendo che Napoli non è interessata in modo particolare dal rischio bradisismo, affermazione non corrispondente al vero perché numerosi quartieri di Napoli sono in zona rossa come dimostra il monitoraggio della caldera e l’epicentro dei terremoti. Anche dopo la scossa più forte, quella di una settimana fa, gli abitanti di Bagnoli e dei quartieri più interessati non hanno trovato le aree di accoglienza immediata e quella dell’ex area Nato, che l’assessore del comune di Napoli aveva detto che sarebbe stata adibita in due ore in caso di necessità, aveva i cancelli chiusi e la sicurezza a respingere il popolo.

Le vie di fuga non vengono predisposte e non si fanno simulazioni con il coinvolgimento della popolazione. Gli interventi di messa in sicurezza degli edifici privati e pubblici non procedono, oppure procedono con un ritardo clamoroso, nonostante l’emergenza consenta da un punto di vista normativo di intervenire con l’estrema urgenza. Non si prevedono sistemazioni per le persone che abitano in case pericolose in cui non si possono svolgere interventi di messa in sicurezza oppure richiedono tempi lunghi. Agghiacciante poi una risposta del sindaco: chi vive nelle catapecchie peggio per loro.

Le scuole vengono lasciate il più delle volte in balia di se stesse. Per non parlare dei ristori economici per persone, famiglie, lavoratori, imprese che stanno subendo danni enormi. Soprattutto a Pozzuoli tantissime attività economiche hanno chiuso. A domanda di un cittadino sulla sicurezza degli edifici, sindaco e assessore hanno risposto che questi terremoti sono un test-stress e che se non è successo nulla di grave vuol dire che sono sicuri. Purtroppo non c’è da fidarsi di questa classe dirigente politica. Che ricopre incarichi autorevoli ma che non ha autorevolezza. Tra l’altro non dimentichiamoci che in un processo presso il Tribunale dell’Aquila con riferimento al terremoto del 2009 la coppia Manfredi-Cosenza, entrambi ingegneri strutturisti, quali componenti di una commissione di collaudo, si sono salvati con la prescrizione, quindi non assolti nel merito.

Tra l’altro, mentre la gente chiede la presenza delle istituzioni e le risorse necessarie per intervenire, il sindaco abbandona il campo e si reca a Roma con la fascia tricolore per sostenere lo spaventoso riarmo dell’Unione europea. Soldi per le armi e non per la messa in sicurezza del territorio. E come se non bastasse, mentre si discute di sicurezza e di rigenerazione urbana e riqualificazione sostenibile sul piano ambientale e geologico, così come il piano che approvammo quando ero Sindaco per la Bagnoli del presente e del futuro, oggi si fa marcia indietro e si consuma un patto scellerato amministrazione Manfredi-governo Meloni-poteri forti per cementificare Bagnoli con palazzoni, grattacieli, speculazioni, senza bonificare in maniera sicura e facendo passare gli inquinatori dell’area come benefattori. Siamo in piena calamità politico-istituzionale.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione