Moda e Stile

“Custodisco i desideri delle spose. Un abito su misura costa tra i 3.5 e i 6mila euro e può contenere simboli nascosti”: così Morena Fanny Raimondo

Pur seguendo il calendario della moda, gli abiti bianchi sono svincolati dalle mode stagionali: il vestito dev’essere perfetto per chi lo indossa, al di là delle tendenze

di Beatrice Manca
“Custodisco i desideri delle spose. Un abito su misura costa tra i 3.5 e i 6mila euro e può contenere simboli nascosti”: così Morena Fanny Raimondo

La ricerca dell’abito bianco, dicono le future spose, a volte è faticosa tanto quanto la ricerca della dolce metà. Oggi il settore della moda bridal propone opzioni per assecondare ogni stile, gusto e budget: dagli atelier multibrand al noleggio, economico e sostenibile; dagli abiti vintage recuperati fino alle alternative pret-à-porter, snelle nelle silhouette e nel prezzo, da acquistare in un clic. Ma per molte donne l’abito da sposa rimane un simbolo, un sogno, un rito da celebrare con amiche e sorelle: per questo spesso si sceglie di tornare agli abiti fatti su misura, cuciti a mano in atelier e magari personalizzati con un ricamo speciale. “Il vestito da sposa è l’unico abito che ha le caratteristiche di alta moda, ma che si concedono tutte le donne, pur con budget diversi”, spiega Morena Fanny Raimondo, designer di abiti da sposa e fondatrice del marchio More, una realtà tutta siciliana che inizia ad affacciarsi sulla scena internazionale.

La storia Made in Sicily di More – In tempi di “fuga dal Sud”, la storia di Morena Fanny Raimondo rappresenta una brillante eccezione. Classe 1982, ha lasciato la Sicilia per studiare al Polimoda di Firenze: nella sua classe, per inciso, c’era anche Francesco Risso, l’attuale designer di Marni. Dopo un’esperienza nel mondo del cinema come assistente costumista è arrivata l’opportunità dell’alta moda, attraverso un’azienda che cura le progettazioni delle collezioni delle grandi Maison, lo Studio Roscini. Da modellista diventa “l’ingegnere” degli abiti e osserva da vicino tutto il processo di creazione, specialmente nella grande macchina delle sfilate. “Il Diavolo Veste Prada non è un film, è un documentario – scherza la designer – quando lavori per i grandi brand vivi quel tipo di pressioni. Ma non sono andata via dall’azienda sbattendo la porta, anzi: ho imparato tantissimo ne ho ancora grande stima, ma sentivo l’esigenza di fare una cosa diversa”.

Insomma: era il momento di fare qualcosa di suo. “Ho scelto l’abito da sposa perché ha tempi di produzione e realizzazione molto più lenti, che oggi a mio avviso sono ciò che determina la qualità”, spiega. Il mondo della moda si evolveva rapidamente, anche grazie ai social, mentre il settore spose era rimasto legato alla tradizione. “Quando io ho iniziato, dieci anni fa, c’era un gap enorme, anche in termini di budget: lì c’era spazio per crescere”.

Ma anziché restare a Perugia, o tentare il salto a Milano, decide di tornare a casa, nella ‘sua’ Palermo. Non solo per riavvicinarsi alla famiglia, ma soprattutto per le opportunità di business: “Ho fatto due conti e ho analizzato il mercato – racconta – al Sud il matrimonio è ancora molto sentito, l’abito è un investimento, spesso è un regalo di famiglia. Considerando il costo della vita inferiore, poi, per me era più facile avviare un’attività da zero lì che a Milano”.

Il ritorno al “su misura” – E così nel 2015 nasce More, un atelier in cui le clienti possono scegliere un abito delle collezioni disegnate da Morena Fanny Raimondo (alcune delle quali hanno sfilato anche alla Barcelona Bridal Fashion Week) oppure avere un abito su misura personalizzato, o addirittura un modello couture esclusivo, ideato e disegnato per una sposa soltanto. “Il complimento che ricevo più spesso? Quando le spose mi dicono: l’abito mi rappresenta, lo sento mio”.

In dieci anni, l’atelier ha accolto moltissime donne, ma con un profilo comune: non sono “unconventional” e non vogliono abiti “sexy”, spiega Morena Fanny Raimondo. Anzi: spesso si sposano in chiesa e cercano un abito che piaccia alla famiglia, ma che al tempo stesso abbia un taglio contemporaneo, che le faccia sentire a proprio agio. E che rivedendo le foto, tra trent’anni, sia ancora bello. Sono spose, conclude, “consapevoli”. I suoi abiti, infatti, sono costruiti per essere “confortevoli”. Immaginandosi all’altare si pensa spesso all’estetica, più che alla funzione, ma in un giorno così importante è un vero peccato soffrire dentro a una gonna o a un corpetto. “Io punto moltissimo su portabilità e leggerezza, scegliendo i tessuti dopo lunghe sessioni di ricerca”. Sfatando anche qualche luogo comune: “Non ci fossilizziamo solo sulla seta, perché oggi ci sono molte fibre nobilitate che sono bellissime al tatto”. La produzione sartoriale ha anche alcuni importanti vantaggi dal punto di vista della sostenibilità ambientale: “Noi produciamo sul venduto, confezionando un abito alla volta. Questo permette di non avere sovraproduzione ed evitare gli sprechi”.

Quanto costa un abito su misura e quanto tempo serve – Il lavoro su misura richiede competenze, tessuti, manualità e soprattutto tempo. Da una prova all’altra poi capita che il fisico cambi, che una sposa dimagrisca o che ci sia un pancione, e di conseguenza anche l’abito si modifica. “Si lavora benissimo su sei o nove mesi – spiega la designer – ma alle spose che hanno tempi più stretti diciamo sempre di contattarci e vediamo che si può fare”. O magari non è il corpo a cambiare, ma il contesto: Raimondo racconta di una sposa che all’ultimo momento fu costretta a cambiare chiesa e fece aggiungere una coda di quattro metri per “riempire” la navata.

Ogni abito ha le sue caratteristiche e i suoi tempi, di conseguenza, un suo costo. Sul sito, comunque, è disponibile una guida ai prezzi per iniziare a farsi un’idea. “Prima di tutto, bisogna essere trasparenti – sottolinea la stilista – per gli abiti più essenziali, si parte da 3500 euro, un prezzo in linea con il mercato. In media, la spesa delle clienti è tra i 5mila e i 6mila euro”. Per gli abiti più esclusivi, si va dai 6mila euro in su.

Abiti doppi o coordinati: le nuove tendenze spose – Pur seguendo il calendario della moda, gli abiti bianchi sono svincolati dalle mode stagionali: il vestito dev’essere perfetto per chi lo indossa, al di là delle tendenze. Però, indiscutibilmente, i gusti delle clienti cambiano negli anni, e si possono tracciare dei macro-trend. Il Covid, riflette Morena Fanny Raimondo, è stato uno spartiacque: “Matrimoni più piccoli, magari, ma curati nel minimo dettaglio, abito incluso. Prima c’era stato il boom delle linee easy pret-à-porter, ora si è tornati al lusso”.

Un trend che si inizia a vedere un po’ ovunque è quello degli abiti coordinati con i propri bambini: matrimonio e maternità non sono più tappe da raggiungere obbligatoriamente in questo ordine. Anzi: per ragioni economiche o personali, sempre più coppie preferiscono dare priorità al desiderio di un figlio o all’acquisto di una casa, rimandando le nozze. “Ho avuto una cliente, un medico, che mi ha chiesto di vestire la figlia come lei, e lo abbiamo fatto”. Un’altra tendenza è quella del doppio abito: un vestito romantico per la celebrazione “anche con volumi importanti, o con una sovra gonna” e uno più disinvolto, magari corto, per la festa.

L’aspetto più affascinante e sottovalutato di questo microcosmo, forse, risiede nelle storie che lo attraversano: creare l’abito significa partecipare alla felicità di una famiglia. “Di solito le clienti arrivano con tutte le donne di casa, ma una sposa è venuta all’ultima prova con il papà: è stato un momento così carico di emozioni che perfino io, nel mio atelier, mi sono sentita di troppo”, racconta. Un’altra ragazza voleva usare l’abito della nonna, restaurando il pizzo molto antico. “La più felice è stata proprio la nonna, che dopo le nozze mi ha scritto su Instagram”.

Come i grandi couturier insegnano, gli abiti possono contenere segreti, simboli nascosti e piccoli talismani cuciti nell’orlo. È il caso di un abito che all’interno conteneva un ricamo speciale, copiato da una foto: la sposa aveva perso i genitori e la sorella ha voluto farle una sorpresa. Un’altra volta la stilista ha coinvolto una mamma, permettendole di ricamare sull’abito della figlia una scritta e una data in blu, come vuole la tradizione. È facile capire quindi perché, nonostante i prezzi e i tempi, molte spose stanno tornando alle “modiste”, termine che sarà familiare ai fan della serie tv Bridgerton: “È un servizio esclusivo – conclude Morena Fanny Raimondo – che fa sentire le spose coccolate”.

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