Turchia, opposizione e studenti in piazza dopo l’arresto di Imamoglu: 53 arresti, scontri e feriti. Divieto di manifestare ad Ankara e Smirne

Nonostante il divieto, continuano le proteste di piazza in tutta la Turchia nel terzo giorno dall’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu e di decine di suoi collaboratori e semplici cittadini turchi che avevano affidato ai social media la propria frustrazione per questa ennesima dimostrazione del dispotismo del presidente della Repubblica e leader del partito al governo, Recep Tayyip Erdogan. Il Sultano ieri ha commentato che queste reazioni a difesa di Imamoglou “sono solo il frutto dell’ipocrisia”. Una dichiarazione che mostra senza piú alcun infingimento la sua natura autocratica, sorda a qualsiasi dialogo con l’opposizione e buona parte dell’opinione pubblica.
L’opposizione scende in piazza – A Istanbul, il principale luogo di protesta è stata piazza Saraçhane, situata di fronte all’edificio del comune metropolitano nel distretto di Fatih. Il principale partito di opposizione, il Partito Popolare Repubblicano (CHP) – di cui il sindaco Imamoglu è l’esponente di punta – ha tenuto lì raduni di massa negli ultimi due giorni, attirando migliaia di persone. Gli studenti universitari sembrano essere in prima linea nelle proteste, sia a Istanbul che in altre città. Ma la maggior parte dei media – sotto continuo monitoraggio da parte delle Istituzioni – non ne stanno dando conto. “Da ora in poi, nessuno si aspetti che il CHP faccia politica all’interno di edifici o sale. Stiamo scendendo in piazza e nelle piazze pubbliche”, ha dichiarato il segretario Ozgur Ozel. Che ha garantito sul carattere pacifico delle proteste: “Continueremo le nostre dimostrazioni senza bruciare, distruggere o rompere nulla. Mi chiedono se sto chiamando la gente in piazza. Sì, sì, sì! Mentre trattenete coloro che abbiamo eletto, noi non resteremo a casa”.
Il sindaco della capitale politica turca, Ankara, Mansur Yavaş, altro membro del Chp che con Imamoglou è il più popolare tra i giovani, ha osservato durante la manifestazione: “Non abbiamo mai lasciato questo paese incustodito e non lo faremo mai. Rendo omaggio ai nostri cittadini che stanno lottando per il futuro del paese e per la loro volontà democratica. La giustizia e la democrazia prevarranno. Ci riusciremo insieme. Siamo qui per difendere la nostra Costituzione e per affermare che nulla è al di sopra della volontà nazionale”.
Feriti e scontri con la polizia: 53 arresti. Il governo: “Irresponsabile chiamare gente in piazza” – La polizia sta usando gas lacrimogeni e proiettili di gomma nonostante le dimostrazioni siano in gran parte pacifiche. La tensione è esplosa prima del raduno quando i gruppi che hanno tentato di marciare da Saraçhane a Piazza Taksim sono stati attaccati dai poliziotti in assetto anti sommossa. Diverse persone sono rimaste ferite e gli scontri sono continuati fino a ieri sera. Quando Ozel è salito sul palco e ha chiesto alla polizia di smettere di usare gas lacrimogeni gli scontri si sono placati.
Il ministro degli Interni Ali Yerlikaya ha dichiarato che 16 agenti di polizia sono rimasti feriti e 53 persone sono state arrestate in tutto il paese; nessuna informazione sui manifestanti feriti. Il ministro ha criticato indirettamente Özel per l’appello ai manifestanti: “Chiamare la gente in piazza è irresponsabile”.
Giovani e studenti – Nel frattempo, i filmati sui social media hanno mostrato alcuni giovani dimostranti a Saraçhane che esprimevano frustrazione nei confronti di Özel. Mentre il suo discorso si prolungava, si potevano sentire gridare: “Siamo venuti per protestare, non per partecipare a un comizio”. Anche dopo la fine della manifestazione, gruppi di giovani sono rimasti di fronte all’edificio del comune, accendendo fuochi e cantando: “Özgür, vieni a provare i gas lacrimogeni”.
Ad Ankara, ieri gli studenti universitari della Middle East Technical University (ODTÜ) si sono uniti alle proteste del campus. Più tardi in serata, hanno partecipato anche studenti delle università di Hacettepe e Bilkent. A Smirne (roccaforte del Chp) le dimostrazioni sono continuate fino a tarda notte e la polizia ha risposto con idranti. Si sono tenute dimostrazioni anche ad Antalya, Eskişehir, Çanakkale, Kocaeli, Adana, Mersin, Trabzon, Amasya, Çorum, Sakarya e Bartın.
Divieto di manifestare – Nel frattempo, il divieto di manifestazioni esteso per cinque giorni – dichiarato a Istanbul dal giorno della detenzione di İmamoğlu – è stato ora esteso ad Ankara e Smirne. Le autorità hanno giustificato i nuovi divieti citando informazioni di intelligence che suggerivano che “post provocatori sui social media e altre piattaforme avrebbero potuto portare a dimostrazioni illegali e atti di violenza”.
Le manovre di Erdogan su Ucraina e Ue – Intanto il presidente Erdogan continua a tentare di offrire il proprio esercito – il secondo più numeroso in termini di soldati della NATO – per dispiegarlo in Ucraina come forza di interposizione – con il non tacito intento di farne oggetto di scambio con l’Unione Europea. Erdogqn chiede a gran voce da mesi alla UE di riaprire il dossier di ingresso della Turchia. Si tratta del solito tentativo di ricattare l’Europa visto che attraverso le normali procedure, il suo paese non verrà mai accettato. Uno dei requisiti previsti è infatti il rispetto del diritto di critica e la libertà di esprimerla anche nei confronti delle più alte cariche dello stato. E tutto questo Erdogan lo sa.