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Eurogate Huawei, ai domiciliari l’assistente di Martusciello. L’avvocato: “I bonifici a Martins? Scambi tra amici”

Lucia 'Luciana' Simeone è collaboratrice del capodelegazione forzista al Parlamento Ue, accusata di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio
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Lucia Luciana Simeone, l’assistente dell’europarlamentare e capodelegazione di Forza Italia, Fulvio Martusciello, è uscita dopo due giorni dal carcere di Secondigliano e rimarrà agli arresti domiciliari. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Napoli dopo che nella mattinata di sabato si è svolto l’interrogatorio della donna, considerata una delle persone coinvolte nella presunta organizzazione criminale composta da lobbisti, assistenti ed eurodeputati che attraverso un giro di regali e mazzette aveva messo in piedi un sistema corruttivo in favore della multinazionale delle telecomunicazioni cinese Huawei.

Simeone, assistita dall’avvocato Antimo Giaccio, ha risposto alle domande della giudice Corinna Forte che le ha chiesto conto del presunto giro di tangenti, per un totale di 46mila euro, in favore di politici affinché operassero, attraverso una lettera inviata ai vertici della Commissione Ue e la presentazione di emendamenti, in favore del colosso cinese nell’ambito delle regole europee sul 5G. Vicenda che aveva fatto scattare per lei e per almeno 5 lobbisti coinvolti, tra cui l’italo-belga Valerio Ottati, capo dell’ufficio di Huawei a Bruxelles, e il portoghese Nuno Wahnon Martins, ex assistente di Martusciello fino al 2018, dei mandati di arresto tra Belgio, Francia e Italia, oltre a 21 perquisizioni.

Nei suoi confronti la Procura federale belga contesta i reati di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio. Per Simeone le autorità belghe hanno chiesto l’estradizione e adesso si apre la procedura di consegna. L’indagata si è detta pronta ad affrontare il processo in quanto, riferisce l’avvocato Giaccio, “non ha nulla da nascondere” e “ha solo eseguito gli ordini“. Parole, quest’ultime, che sembrano tirare in ballo il suo capo, Fulvio Martusciello, che, al momento, non è comunque indagato.

“A Lucia Simeone, secondo quanto emerge da una traduzione ritenuta fedele degli atti, la Procura belga contesta il concorso nell’emissione di due fatture che riteniamo siano assolutamente inventate in quanto l’indagata non è intestataria di alcuna una Partita Iva e non gestisce attività che le contemplino”, ha commentato Giaccio all’Ansa. “I soldi a cui fanno riferimento – ha aggiunto il penalista – sono bonifici ricevuti dall’ex collega portoghese dell’europarlamentare Fulvio Martusciello, Miguel Benoliel de Carvalho Wahnon Martins, una persona con la quale Lucia Simeone ha un rapporto amicale oltre che di colleganza e al quale anche lei ha fatto bonifici, ma di carattere personale, da 4-500 euro ciascuno”.

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