Papa Francesco torna a Casa Santa Marta: per lui ossigenoterapia e fisioterapia motoria e respiratoria

Dopo 38 giorni di ricovero al Gemelli per una polmonite bilaterale, Papa Francesco è tornato a casa e ha trascorso la sua prima notte a Casa Santa Marta. Bergoglio, già nel primo pomeriggio di domenica 23 marzo, e pur con le limitazioni dovute alla convalescenza e alle terapie che deve ancora seguire, ha potuto ‘riconquistare’ i suo spazi nel residence vaticano che ha eletto a sua residenza: in particolare la suite 201 dove alloggia, anche se tutto il secondo piano di Santa Marta, di fatto, è riservato per intero al Pontefice, alle sue esigenze di lavoro e agli spazi per i collaboratori. Per la convalescenza del Papa, che durerà almeno due mesi, non ci sono stati allestimenti particolari, ha assicurato il suo medico curante Luigi Carbone nel briefing di sabato con i giornalisti. E per le eventuali emergenze sarà sufficiente “il servizio h24 della Sanità ed igiene” della Città del Vaticano. Il Papa avrà bisogno dell’ossigeno. E conterà su una “assistenza specialistica” per la quale “ci siamo preparati al meglio”, ha aggiunto Carbone. Tra le mura vaticane il Pontefice prosegue le terapie farmacologiche e la fisioterapia motoria e respiratoria: quest’ultima contribuirà anche alla riabilitazione necessaria per riprendere a parlare normalmente e con fluidità. I medici hanno raccomandato a Francesco di limitare al massimo le visite e gli incontri. “Non l’ho incontrato – ha detto il segretario di stato cardinale Parolin -. È tornato a casa e adesso avrà bisogno di convalescenza, deve riposare. Penso che lo incontrerò una volta che si sarà un po’ sistemato. Deve restare un po’ tranquillo ma poi come avete visto anche ieri, andando via dal Gemelli è andato a Santa Maria Maggiore. Siamo contenti. È difficile pronosticare come sarà il programma, il lavoro di ufficio prosegue”, ha aggiunto.
Secondo Giorgio Sesti, professore ordinario di Medicina Interna presso La Sapienza e direttore della UOC di Medicina Interna dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea, i tempi di ripresa di Papa Francesco, sostenuti dalle cure riabilitative a Santa Marta, “non sono di facile previsione” perché dipenderanno “dalla risposta individuale” alle terapie. Ma se i medici del Gemelli, “che hanno un quadro più preciso e dettagliato”, hanno prescritto due mesi di riposo e di riabilitazione, “è prevedibile che in questo arco di tempo” il Pontefice “possa riprendere una normale e totale attività” ha detto, aggiungendo che “non potrà sicuramente celebrare le funzioni di Pasqua”. Come durante il ricovero, per il Pontefice si continuerà con “una riabilitazione motoria ‘classica’, perché chi è stato a lungo allettato, soprattutto se è una persona avanti con l’età – ricorda il medico – perde rapidamente la massa e il tono muscolare, quindi anche i movimenti semplici nelle attività quotidiane sono faticosi. Occorre ricreare il tono muscolare, ricominciare con la posizione seduta per le attività lavorative, di lettura e per mangiare. E provare a rimettere il paziente in piedi per far lavorare i muscoli, anche se poi per gli spostamenti Sua Santità userà ancora per un po’ la carrozzina”.
Proseguirà anche la “riabilitazione respiratoria, con esercizi che aiutano a mobilizzare quei muscoli che normalmente noi non ci accorgiamo di utilizzare e che servono soprattutto per la respirazione. Mettere l’aria dentro i polmoni – sottolinea Sesti – è un processo che prevede una serie di contrazioni di muscoli per allargare la gabbia toracica. Questo allargamento fa arrivare più aria che serve per ossigenare il sangue e i polmoni. E’ molto importante perché consente di avere degli scambi d’ossigeno adeguati ed evitare di usare l’ossigenoterapia. Se si riesce, ad esempio, a non usare più supporto durante la notte, togliendo la mascherina, il sonno sarà meno disturbato, il riposo migliore e l’organismo recupererà più rapidamente”.