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Basta libri ‘imposti’ dai prof! Suggerite letture con altri libri dentro

Il 24 marzo si celebra la Giornata Nazionale per la Promozione della Lettura. Generazioni di insegnanti di italiano hanno suggerito libri con risultati spesso modesti
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“Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti, Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa … Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato sulla schiena, su un fianco, sulla pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a dondolo …”.

L’incipit de Se una notte d’inverno un viaggiatore di Calvino è un prontuario per la Lettura. Anzi per il Lettore. Che diventa protagonista. Quasi materializzandosi. In questo modo la lettura prende forma. Diventa attiva. Trasformandosi. Da staticità in movimento. Da inerzia in dinamismo. Insomma in questo modo la lettura diventa attraente. Un’attività da ricercare, con gioia. Piuttosto che un compito da svolgere, con noia.

La circostanza che il 24 marzo, si celebri la Giornata Nazionale per la Promozione della Lettura, istituita nel 2009, può costituire l’occasione per sottolinearne l’importanza. Ma non cambia la percezione che ne hanno molti, temo. Almeno che non si rovesci la questione. E quindi chi legge diventi molto più che un semplice fruitore di Storie. Fino a che Lettore ed Autore quasi dialoghino tra loro. Giungendo a confondere i loro ruoli.

Richiamare la bellezza del conoscere nuove Storie a chi non è interessato a farlo, è un’operazione a perdere. Sia per chi si vota ad un qualsiasi libro con disinteresse e fastidio. Sia per chi ha scritto un libro e vorrebbe che la sua opera restituisse emozioni. Insomma non fosse recepita come una sequenza di pagine riempite da parole. Convincere qualcuno che leggere può trasformarsi in un’avventura, rischia di sembrare una presunzione. Inutile. Come magnificarne il potere immaginifico. Senza una serena predisposizione ogni tentativo, è destinato a fallire.

Generazioni di insegnanti di italiano hanno suggerito libri, in molti casi imponendone la lettura con risultati spesso modesti. La sofferenza con la quale hanno svolto l’operazione alunne ed alunni ha vanificato ogni possibile beneficio. Contrastando la sedimentazione di contenuti e tematiche. E di qualsiasi elemento che potesse contribuire al consolidamento di un potenziale ricordo.

Chi si lascia appassionare dalle Storie dei libri, lo fa. Magari con una predilezione per un genere piuttosto che per un altro. Ma lo fa. Indistintamente. Allo stesso modo chi si annoia lo fa senza grandi differenze. Indipendentemente. E considerando che spesso le ragazzi e i ragazzi che non leggono saranno donne ed uomini disinteressati ai libri, sarebbe necessario agire. Sarebbe necessario che si provvedesse ad una inversione di tendenza nei luoghi deputati. La famiglia, ovviamente. E la scuola, naturalmente. Come? Lasciando perdere le imposizioni. Peraltro controproducenti. Invece suggerendo letture nelle quali il lettore non è cristallizzato nel suo ruolo passivo ma può interagire. Farsi attivo. Suggerendo letture nelle quali ci sono altri libri. Proprio come avverrebbe per Se una notte d’inverno un viaggiatore, di Calvino. Per L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafòn. Per Il teorema del pappagallo di Denis GuedJ.

Ogni libro ha una sua storia, per così dire “realizzativa”. Che va rispettata. Anche attraverso la sua conoscenza. Che non può avvenire in maniera superficiale. Dilatata nel tempo. Perché con queste modalità anche un capolavoro potrebbe trasformarsi in un libro qualunque. Alla lettura è necessario avvicinarsi dotandosi di pazienza e una qualche curiosità. Dal momento che si tratta di una sorta di scatola magica, della quale magari possiamo anche conoscere il contenuto. Nella sua sostanza. Ma non nella forma. Che è il vero fulcro di ogni Storia. Forma che si esplicita attraverso le Parole. La capacità dell’Autore di sceglierle. E poi di legarle in frasi. Scandite dalla punteggiatura.

Se la Giornata Nazionale per la Promozione della Lettura si prefigge di fare dei Libri delle entità parlanti si tratta di un evento importante. E non di una vuota celebrazione. Fine a sé stessa. Come molte “Giornate” sembrano essere, sfortunatamente.

“Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto uno strumento ottico offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso”. Per Proust ne À la recherche du temps perdu, non ci sono dubbi. La lettura è anche lo strumento per conoscersi un po’ meglio. Acquisire maggiore consapevolezza.

Non aspettiamo le celebrazioni della Lettura per prendere un Libro. Facciamolo. Per noi stessi.

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