Trump: “Dazi del 25% con gli Usa a chi compra petrolio o gas dal Venezuela”. C’è anche l’Italia

Il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato sulla sua piattaforma Truth una “tariffa secondaria” su Caracas, in base alla quale “qualsiasi Paese che acquisti petrolio e/o gas dal Venezuela sarà costretto a pagare una tariffa del 25% agli Stati Uniti su qualsiasi commercio che faccia con il nostro Paese”. Il presidente la spiega con “numerose ragioni, tra cui il fatto che il Venezuela ha inviato negli Stati Uniti, intenzionalmente e ingannevolmente, sotto copertura, decine di migliaia di criminali di alto livello e di altro tipo, molti dei quali sono assassini e persone di natura molto violenta”.
Trump scrive che “tra le bande che hanno inviato negli Stati Uniti, c’è Tren de Aragua, a cui è stata data la designazione di ‘Organizzazione terroristica straniera. Siamo in procinto di riportarli in Venezuela: è un compito arduo! Inoltre, il Venezuela è stato molto ostile agli Stati Uniti e alle libertà che sposiamo. La tariffa entrerà in vigore il 2 aprile, giorno della liberazione in America”.
Il governo di Nicolás Maduro, intanto, sta cercando di negoziare con l’amministrazione salvadoregna di Nayib Bukele la liberazione di 238 migranti venezuelani trasferiti dagli Stati Uniti in El Salvador e rinchiusi in un carcere di massima sicurezza, con l’accusa di essere pericolosi criminali. “Stiamo agendo diplomaticamente e dal punto di vista legale. Rivendichiamo il diritto dei nostri connazionali che sono stati rapiti”, ha fatto sapere il ministro degli Interni e della Giustizia, Diosdado Cabello, precisando che il governo di Bukele non si è ancora pronunciato sul caso.
Il Venezuela è il primo paese al mondo per riserve di petrolio (molte però sottomarine e non sempre di facile accesso e buona qualità, ndr) con oltre 303 miliardi di barili stimati (5 volte le riserve statunitensi). La produzione è però estremamente modesta, non arrivando oggi neppure agli 800mila barili al giorno, dai quasi 3 milioni del 2010. Caracas controlla poi la nona riserva di gas al mondo, pari a 5.500 miliardi di metri cubi ma, di nuovo, con una produzione trascurabile.
Il principale acquirente di petrolio venezuelano è la Cina che riceve, direttamente o indirettamente, mezzo milione di barili al giorno da Caracas. Secondo quanto ricostruisce l’agenzia Reuters a consumare petrolio venezuelano sono pure Spagna, Italia, Cuba ed India. In Venezuela, insieme ad altre big del petrolio come la statunitense Chevron o l’inglese Shell, è presente anche l’italiana Eni. La Casa Bianca, nel frattempo, ha spostato dal5 aprile prossimo al 27 maggio, la scadenza imposta a Chevron per liquidare le sue operazioni in Venezuela.